Festa degli Innamorati e Mărtişor all’Accademia di Romania in Roma
L'Accademia di Romania in Roma accoglie brillantemente la primavera, celebrando il 24 febbraio la Festa degli Innamorati alla romena, seguita il 1 marzo dalla bella tradizione del Mărțișor, inserita nel patrimonio immateriale dell'UNESCO.
Iuliana Sima Anghel, 22.02.2021, 11:48
L’Accademia di Romania in Roma accoglie brillantemente la primavera, celebrando il 24 febbraio la Festa degli Innamorati alla romena, seguita il 1 marzo dalla bella tradizione del Mărțișor, inserita nel patrimonio immateriale dell’UNESCO, entrambe ricorrenze significative nel calendario popolare. Due eventi virtuali, promossi sulla pagina Facebook dell’Accademia di Romania insieme al Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti di Bucarest.
Le due prestigiose istituzioni culturali sono legate da una lunga e proficua collaborazione, ci spiega la vicedirettrice dell’Accademia di Romania, Oana Boșca-Mălin, invitando il pubblico italiano e romeno a seguire nei rispettivi giorni, dalle ore 15:00 (le 16:00 in Romania) due filmati che ripercorrono le tradizioni legate a queste usanze, proposti dal Museo del Villaggio.
La seconda metà del mese di febbraio è contesa in Romania fra la Festa di San Valentino – di data più recente nel nostro Paese – e la rivalutazione della remota e bella festa tradizionale, quella del Dragobete. Antica divinità pagana dell’amore, un uomo bello e affascinante, considerato nella cultura popolare come portatore dell’inizio della primavera, quando spuntano i bucaneve e gli uccelli cominciano a farsi il nido. Un momento di rinascita, al quale venivano associati dei riti collegati alla vitalità, all’innamoramento e alla fertilità, ricorda la vicedirettrice dell’Accademia di Romania.
La Giornata degli Innamorati è nota anche come Testa di primavera, che oltre all’inizio della stagione attesa da tutti dopo l’inverno, si rifà anche al calendario religioso cristiano, che associa al 24 febbraio il primo e il secondo ritrovamento della testa di San Giovanni Battista, come ricorda la direttrice del Museo del Villaggio Dimitrie Gusti, Paula Popoiu, nella presentazione riportata dall’Accademia di Romania. Un giorno in cui l’uomo doveva condividere la gioia della vita rinata dall’oscurità e dalla sterilità invernale. Entità mitologica simile a Cupido, il Dragobete era riverito nello spazio balcanico e danubiano-pontico come protettore degli animali, ma anche dell’amore tra uomini e donne che si incontrano e si fidanzano, così come gli uccelli «si fidanzano» in questo giorno, aggiunge la direttrice del Museo del Villaggio.
E i festeggiamenti proseguono il 1 marzo, che porta una delle più amate tradizioni in Romania, ma anche nello spazio balcanico, quella del Mărțișor, simbolo di rinascita, purezza e amore, il cui nome deriva dal diminutivo del mese di marzo, che in romeno si chiama martie: un amuleto portafortuna legato da doppio filo bianco e rosso, offerto alle donne all’inizio di questa bella stagione. Al solito, gli amuleti sono sempre simboli della fortuna, come il trifoglio a quattro foglie, il ferro di cavallo, lo spazzacamino o il cuoricino. Nel passato, venivano accompagnati da una monetina, come simbolo del Sole, che irradia sempre luce e calore.
Nel mondo moderno, il Martisor viene regalato alle ragazze, ma nel mondo moderno veniva offerto ai ragazzi. Viene portato per otto giorni, dopo di che va legato a un albero, per dargli frutto e fertilità, dice ancora la vicedirettrice dell’Accademia di Romania, Oana Boșca-Mălin, ricordando che le usanze e i riti dedicati all’arrivo della primavera verranno svelati nel filmato presentato nel primo giorno del prossimo mese.
Dal 2017, le pratiche culturali associate al 1° Marzo sono incluse nel Patrimonio mondiale UNESCO, grazie allo sforzo condiviso e alla collaborazione di più Paesi: Romania, Bulgaria, Moldova e la Repubblica della Macedonia del Nord, ricorda ancora l’Accademia di Romania.