Serata all’insegna dell’arte contemporanea all’Ambasciata d’Italia a Bucarest
Lambasciatore dItalia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, ha ospitato nella sua Residenza una serata culturale, dedicata alla Biennale di Venezia.
Iuliana Sima Anghel, 14.07.2022, 14:00
Una serata per scoprire come l’arte contemporanea dell’Italia e della Romania costituisce un balsamo per l’anima in un momento molto difficile come quello che stiamo vivendo, a causa della guerra. Così l’ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni, che il 13 luglio ha ospitato nella sua residenza un evento all’insegna della Biennale di Venezia. I protagonisti sono stati la regista e artista Adina Pintilie, il cui progetto You Are Another Me – A Cathedral of the Body/ Tu sei un altro me – una cattedrale del corpo rappresenta quest’anno la Romania alla prestigiosa Esposizione Internazionale d’Arte, e il pittore italiano Marco Petrus, presente alla stessa rassegna nel 2011, nel 150/o anniversario dell’Unità d’Italia, alla mostra collettiva L’Arte non è cosa nostra.
All’evento ospitato dall’ambasciatore d’Italia, erano presenti il commissario della Romania per la Biennale di Venezia, Attila Kim, accanto alla squadra che ha lavorato al progetto, nonchè numerose personalità del mondo artistico e culturale romeno. La biennale costituisce un filo che lega tante esperienze professionali e personali, ha spiegato a Radio Romania Internazionale l’ambasciatore Alfredo Durante Mangoni, ribadendo il suo impegno a far dialogare i mondi dell’arte dei due Paesi, unire gli artisti e sviluppare progetti comuni.
Al Padiglione della Romania ai Giardini della Biennale, la mostra You Are Another Me – A Cathedral of the Body/ Tu sei un altro me – una cattedrale del corpo propone un’esperienza sensoriale multimediale, nata da una lunga ricerca artistica di Adina Pintilie sull’intimità e sulla corporeità, che porta avanti l’impresa avviata con il suo primo lungometraggio Touch Me Not/ Ognuno ha diritto ad amare, che nel 2018 ha vinto l’Orso d’Oro alla Berlinale. Curato da Cosmin Costinaș e Viktor Neumann, il progetto di Adina Pintilie è stato selezionato in seguito al Concorso nazionale organizzato dal Ministero della Cultura, insieme al Ministero degli Affari Esteri e all’Istituto Culturale Romeno.
La mostra è completata da un’installazione VR presso la Nuova Galleria dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Il progetto è stato ottimamente accolto sia dal pubblico che dai media, ha detto a Radio Romania Internazionale Adina Pintilie, spiegando che è stato sviluppato anche un programma di mediazione.
Si tratta di un programma educativo, che media la relazione tra i visitatori e i lavori che presentiamo. Per noi, questo programma di mediazione, organizzato in partenariato con alcune università romene e l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), è molto importante, perchè ci offre il feedback dei visitatori. Ed è un feedback particolarmente emozionale, complesso, soggettivo e diverso, in quanto le problematiche dell’intimità e della corporeità sono talmente importanti nella vita di ognuno di noi, ma allo stesso tempo sono particolari per ogni singolo individuo, a seconda del contesto culturale o della storia familiare. E’ molto interessante vedere la diversità culturale nelle reazioni dei visitatori che arrivano dall’intero mondo e osservare che, praticamente, al di là di ogni confine o differenza culturale, esistono alcune zone comuni, ha spiegato Adina Pintilie a Radio Romania Internazionale.
Da parte sua, Sabin Şerban, in rappresentanza di Augmented Space Agency, ci ha offerto dei dettagli sulla dimensione della realtà virtuale che il pubblico è invitato a scoprire all’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. Abbiamo voluto invogliare il visitatore a sentirsi nei panni di uno dei personaggi del racconto presentato da Adina Pintilie ai Giardini della Biennale, e in questo modo farlo scoprire da solo certi modi di interagire con il mondo, di capire se stesso e la relazione con gli altri, alla fine, quindi un rapporto di embodiment, spiega Sabin Şerban.
Presente alla Biennale nel 2011, Marco Petrus ha rivisitato, più recentemente, attraverso la pittura, la famosa Colonna Infinita del grande scultore romeno Constantin Brâncuşi. Ho avuto come un’evocazione della Colonna Infinita quando stavo allestendo una mia composizione di quatro astratti, fatti a righe. E mi è venuto in mente Brâncuşi…questa composizione potrebbe andare avanti all’infinito, spiega a Radio Romania Internazionale Marco Petrus, lui stesso figlio d’arte, confessando di aver tradito un po’ lo scultore romeno. La scultura è stata scomposta e ricomposta. Per me, il concetto era quello della tavolozza infinita, dice ancora l’artista, giunto ora per la prima volta in Romania. Quando ho ricevuto l’invito dell’ambasciatore d’Italia a Bucarest a prestare un’opera in residenza, stavo proprio lavorando a questi quadri scomposti della Colonna di Brâncuşi. E allora ho detto che è arrivato il momento di andare in Romania, ha detto ancora Marco Petrus, che in questi giorni sta esplorando la capitale Bucarest e i suoi ambienti artistici.