Missioni archeologiche italiane in Romania
Ricerche e scavi all'antica cittadella romana di Ibida, in provincia di Tulcea, e all'accampamento romano di Tibiscum, in provincia di Caraş-Severin hanno fatto l'oggetto di due missioni archeologiche italiane condotte in Romania nel 2019.
Iuliana Sima Anghel, 10.10.2019, 13:47
Ricerche e scavi all’antica cittadella romana di Ibida, in provincia di Tulcea, e all’accampamento romano di Tibiscum, in provincia di Caraş-Severin hanno fatto l’oggetto di due missioni archeologiche italiane condotte in Romania nel 2019. Si tratta di un progetto appoggiato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, come precisa in un comunicato l’Ambasciata d’Italia a Bucarest.
La missione di Ibida, diretta dai professori Alessandro Teatini e Antonio Ibba dell’Università di Sassari e compiuta in partenariato con l’Istituto di Ricerche Eco-Museali di Tulcea, è stata destinata principalmente alle ricerche archeologiche, allo studio e alla valorizzazione di questa cittadella romana, attualmente il villaggio Slava Rusa, ma anche alla promozione della cooperazione tra l’Italia e la Romania nel campo archeologico. I ricercatori hanno portato alla luce una cappella del cimitero, definita da uno stile architettonico rarissimo in Romania.
Invece, la missione di Tibiscum, diretta dal prof. Livio Zerbini dell’Università degli Studi di Ferrara, ha puntato l’attenzione sull’attuale paese di Jupa, in provincia di Caraş-Severin, dove si trovava l’accampamento romano di Tibiscum, tra i più grandi della Dacia romana e, all’epoca, di particolare importanza strategica. Gli scavi hanno portato alla luce la necropoli di Tibiscum – sulla strada verso Sarmizegetusa – chiamata dai ricercatori la Necropoli I, in quanto la più importante.
Questa missione nasce dagli studi e dagli scavi condotti in Romania sulla scia delle conquiste dell’Imperatore Traiano e della forte eredità romana, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il prof. Livio Zerbini, affiancato nel suo lavoro a Tibiscum dal collega Adrian Ardeţ, ricercatore scientifico presso il Museo Provinciale di Etnografia della città di Caransebeş. Una missione importante in quanto consente di gettare una luce più approfondita su quella che era la vita all’interno di un accampamento militare romano, ha aggiunto il prof. Zerbini, aggiungendo che gli scavi proseguiranno anche dopo la campagna del 2019.