Lo scrittore Mircea Cărtărescu, ospite di Moby Dick Festival a Terranuova Bracciolini
Porto sempre lItalia nel mio cuore, soprattutto la Toscana, che è un paradiso. Così lo scrittore romeno Mircea Cărtărescu, parlando a Radio Romania Internazionale della sua presenza al Moby Dick Festival, promosso dal Comune di Terranuova Bracciolini.
Iuliana Sima Anghel, 29.08.2021, 14:19
Porto sempre l’Italia nel mio cuore, soprattutto la Toscana, che è un paradiso. Così lo scrittore romeno Mircea Cărtărescu, parlando a Radio Romania Internazionale della sua presenza al Moby Dick Festival, promosso dal 27 al 29 agosto dal Comune di Terranuova Bracciolini, in provincia di Arezzo. LA VITA DAVANTI sono state le parole d’ordine della quarta edizione della rassegna culturale, che ha invitato il pubblico a Piazza della Repubblica a seguire dibattiti su temi di attualità, incontri, racconti e proiezioni.
Parafrasando le parole di Stig Dagerman, non credo affatto che chi opera in ambito culturale sia tenuto a tranquillizzare, costruire frangiflutti. Considero un obbligo e un dovere, ognuno con i propri strumenti, inquietare e abbattere argini. La scelta degli ospiti di questa quarta edizione del Moby Dick Festival va in questa direzione. C’è bisogno di eroi del pensiero. I tempi lo richiedono. C’è bisogno di accorciare quell’insana distanza tra noi e il mondo, dichiarava Elisa Sommaruga, direttrice artistica del Festival, citata dai media italiani. Accanto a Mircea Cărtărescu, la rassegna ha riunito oltre dieci scrittori italiani e stranieri, tra cui Ilaria Gaspari, Edith Bruck, András Forgách, Paolo Ventura o Fabrizio Gatti.
Il 28 agosto, il pluripremiato scrittore romeno ha affascinato il pubblico durante la sua conversazione a Piazza della Repubblica con il noto giornalista Stefano Vastano Sulla letteratura e altri demoni, una serie di dialoghi avviati da Mircea Cărtărescu, parafrasando il titolo del famoso romanzo Dell’amore e di altri demoni di Gabriel García Márquez. Si è parlato, naturalmente, anche del romanzo Solenoide, considerato il capolavoro dello scrittore romeno, uscito quest’anno in Italia presso Il Saggiatore, nella traduzione del prof. Bruno Mazzoni.
Mircea Cărtărescu ha risposto, come sempre, con una grande ampiezza culturale e competenza, attraversando tanti spazi della letteratura europea e internazionale. Il pubblico è rimasto affascinato da questa presentazione, per cui alla fine dell’incontro, nella sessione di autografi, ci sono state delle persone che hanno acquistato addirittura 4-5 dei volumi di Mircea Cărtărescu, soprattutto Abbacinante e Solenoide, ha spiegato a Radio Romania Internazionale il prof. Bruno Mazzoni, presente al Festival insieme allo scrittore. Nel giro di un mese e mezzo all’incirca, in Italia sono uscite più di 16 cronache, tutte entusiastiche rispetto al romanzo Solenoide, aggiunge il prof. Mazzoni. Mircea Cărtărescu è andato con tutto il cuore a Terranuova Bracciolini, soprattutto percheè ha segnato la sua prima partecipazione internazionale in presenza dopo la pandemia. Sono rimasto piacevolmente sorpreso che in una località così piccola è possibile organizzare un festival importante e intersssante, che ha riunito oltre una decina di ospiti, tra cui sono stato molto lieto di annoverarmi. Le conversazioni non sono state strettamente letterarie. In buona parte, il mio incontro con Stefano Vastano è poggiato su un fondamento politico. Abbiamo discusso della situazione politica dei nostri giorni, estremamente tesa, e di tutto quanto la contorna, precisamente il conflitto ideologico tra conservatori e progressisti, che sta dilaniando l’intero mondo, la questione della correttezza politica, e tanti altri temi di particolare attualità. Naturalmente, abbiamo parlato tanto di letteratura e sono stato molto felice di sapere che il mio romanzo Solenoide è molto letto e apprezzato in Italia. Sono rimasto impressionato della reazione del pubblico italiano rispetto a questo libro, ha detto Mircea Cărtărescu a Radio Romania Internazionale, svelando di aver portato sempre il Bel Paese nel suo cuore.
L’Italia sta nel mio cuore, lo è sempre stata, soprattutto la Toscana che è un paradiso, come è stata definita per tante volte. E’ un posto in cui ritorno sempre con un immenso piacere, un grande museo che conserva il patrimonio culturale del mondo. Un luogo strapieno di cultura anche nella contemporaneità. Mi piace tanto vivere tra gli italiani, gente ottimamente educata, che ama, vive e apprezza la cultura, ha puntualizzato lo scrittore che, dopo aver pubblicato lo scorso anno, in piena pandemia, i volumi Creion de tâmplărie e Nu striga niciodată după ajutor, sta lavorando ad un nuovo romanzo pseudo-storico ambientato nell’Ottocento, che dovrebbe uscire nel 2022.
Il romeno è una lingua in cui mi fa un immenso piacere scrivere, conclude lo scrittore la sua intervista a Radio Romania Internazionale, anticipando anche la Giornata della Lingua Romena, celebrata il 31 agosto. “Io sono innamorato della lingua romena. Come diceva anche Nichita Stănescu, “la mia Patria è la lingua romena!. Sono sulla stessa lunghezza donda con questo grandissimo poeta. Io sono semplicemente modellato nel mio pensiero e nel mio modo di essere da questa lingua straordinaria, che sembra fatta per la letteratura, e in primo luogo per la poesia, dice Mircea Cărtărescu. E’ fondamentale che anche il pubblico italiano ed europeo riconosca questa dimensione linguistica che è la Romània Orientale, sottolinea, da parte sua il prof. Bruno Mazzoni, la cui attività professionale è stata da sempre indissolubilmente legata al romeno.
Riportiamo di seguito anche l’intervista in romeno rilasciataci dallo scrittore.