“I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia”, conferenza di Felicia Waldman a Venezia
I sefarditi romeni e i loro rapporti con l'Italia è il titolo della conferenza tenuta a Venezia dalla prof.ssa Felicia Waldman della Facoltà di Lettere dell'Università di Bucarest, in occasione del Giorno della Memoria.
Iuliana Sima Anghel, 27.01.2023, 08:34
I sefarditi romeni e i loro rapporti con l’Italia è il titolo della conferenza tenuta a Venezia dalla prof.ssa Felicia Waldman della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, in occasione della Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto. Organizzato dall’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia e dal Consolato Generale di Romania a Trieste, in collaborazione con il Centro di Studi Ebraici Goldstein Goren della Facoltà di Lettere dell’Università di Bucarest, l’evento si svolge oggi, 27 gennaio, dalle ore 17.00, presso la Sala Conferenze dell’Istituto, a Palazzo Correr (Cannaregio 2214, Venezia).
L’intervento della Prof.ssa Felicia Waldman si focalizzerà sul ruolo che ebbero i sefarditi insediatisi a nord del Danubio nello sviluppo economico e nella modernizzazione delle terre d’adozione, nonché sulla conservazione e il consolidamento dell’identità ebraica nelle comunità stabilmente radicate, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nel comunicato dedicato alla conferenza. Le fonti coeve attestano la presenza dei sefarditi nei Principati Romeni già nel XVI secolo, quindi con la formazione delle comunità residenti nelle aree urbane fornirono il proprio apporto culturale e materiale allo sviluppo dell’economia locale.
Dalla comunità sefardita emersero e acquisirono un ruolo di primo piano personalità impegnate in molteplici settori di attività, affermandosi tra i professionisti e i protagonisti dell’imprenditoria locale che contribuirono al processo di sviluppo economico della Romania nel secondo Ottocento e nella prima metà del Novecento. Le discriminazioni e le persecuzioni cui i sefarditi, come tutti gli ebrei, furono sottoposti in Romania durante la Seconda Guerra Mondiale scossero le loro comunità dalle fondamenta e portarono, nel periodo successivo alla creazione di Israele, alla graduale emigrazione (aliyah) della maggior parte dei sopravvissuti, precisa l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica.