Festival Enescu: Santa Cecilia a Bucarest, intervista al direttore d’orchestra Daniele Gatti
L'Orchestra di Santa Cecilia è una famiglia per me, l'Accademia nella sua totalità e soprattutto nel suo significato. Così il direttore d'orchestra Daniele Gatti, in un'intervista rilasciata a Radio Romania Internazionale
Iuliana Sima Anghel, 25.09.2021, 10:10
“LOrchestra di Santa Cecilia è una famiglia per me, lAccademia nella sua totalità e soprattutto nel suo significato”. Così il direttore dorchestra Daniele Gatti, in unintervista rilasciata a Radio Romania Internazionale prima del secondo concerto tenuto a Bucarest con la famosa orchestra il 24 settembre, nellambito del Festival Internazionale George Enescu. Un concerto che ha avuto in programma la Sinfonia n.3 in Re maggiore di Schubert e la Sinfonia n.4 di Mahler, e il soprano Rachel Harnisch come solista, con un clamoroso successo, come quello della serata precedente, con brani di Enescu, Ravel e Debussy.
Lincontro con il pubblico di Bucarest è definito come meraviglioso dal maestro Daniele Gatti, che ha fatto riferimento anche ai precedenti concerti tenuti nel passato in Romania, con lOrchestra del Concertgebouw e lOrchestre National de France. “Un pubblico estremamente attento, sensibile e molto caloroso con gli artisti, direi ancora forse di più, perchè stiamo tutti passando un periodo della nostra vita che ci sta segnando”, dice Daniele Gatti.
Una particolarità del Festival è che tutte le orchestre hanno eseguito un brano del compositore George Enescu. E il maestro Daniele Gatti ha scelto la meno conosciuta Simfonia n.4, non compiuta da Enescu e completata dal compositore Pascal Bentoiu. “Ho avuto il piacere di poterla studiare e conoscere anche in fase di preparazione, con i musicisti dellorchestra abbiamo notato cose molto particolari: cè uninternazionalità del compositore, non soltanto il fatto di poterlo limitare allespressione della musica più popolare legata alla vostra tradizione. Quindi, un compositore che ha avuto esperienze europee, che è stato accolto a Parigi, e in questa sinfonia si sentono chiaramente influssi del sapore musicale della Parigi del XX secolo, quindi labbinamento con gli altri due brani del repertorio francese mi sembrava obbligato”, spiega il maestro Daniele Gatti, parlando anche del programma del secondo concerto tenuto a Bucarest e del filo conduttore tra Schubert e Mahler.