Nuovo Cinema Italiano in Romania, “Lacci” e Daniele Luchetti chiudono rassegna a Bucarest
Cerco di raccontare la vita di una famiglia intera e di come questa famiglia è legata e di come questi lacci sono qualcosa di drammaticamente oscuro e allo stesso tempo di luminoso.
Iuliana Sima Anghel, 13.03.2022, 17:38
Cerco di raccontare la vita di una famiglia intera e di come questa famiglia è legata e di come questi lacci sono qualcosa di drammaticamente oscuro e allo stesso tempo di luminoso. Così riassume a Radio Romania Internazionale il regista Daniele Luchetti il filo conduttore del suo famoso film tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone, che chiude stasera a Bucarest la prima edizione del Festival Nuovo Cinema Italiano in Romania. Daniele Luchetti è stato l’ospite d’onore della rassegna che ieri sera ha invitato il pubblico anche a Momenti di trascurabile felicità, riempiendo la sala cinema del Museo del Contadino Romeno di Bucarest.
La parola lacci è complessa: è una cosa che ti costringe, che ti tiene legato. Allo stesso tempo, è bello slacciare, perchè lo slacciare è uno degli atti dell’amore. I lacci ti aiutano a camminare, perchè, se non ci fossero i lacci, le scarpe di sfilerebbero, quindi ti tengono saldo. Il film parla di tutto questo attraverso una dinamica familiare che dura 30 anni, puntualizza il regista, parlando anche del dialogo tra libri e film.
Ci sono degli scrittori con cui io mi trovo particolarmente bene, in cui mi riconosco, anche se non sono della mia generazione. Mi confronto con i libri come se ci fossero un evento realmente accaduto, su cui poi posso fare un ragionamento di elaborazione, spiega Daniele Luchetti, che oggi ha tenuto anche un masterclass all’Università Nazionale di Arte Teatrale e Cinematografica di Bucarest, insieme alla giornalista e produttrice Angela Prudenzi e al regista e critico cinematografico Mario Sesti, entrambi presenti per tutta la durata del festival che ha avuto come anfitrione l’attrice e consulente Kristina Cepraga.
Cosa governa i personaggi di Daniele Luchetti? Tecnicamente direi che c’è sempre un testo e un sottotesto, c’è sempre un qualcosa di esplicito e qualcosa di non detto. E molte volte il non detto è più importante di quello che viene detto. Soprattutto in questi ultimi anni, sto cercando di lavorare su questo tema. Ho cominciato con dei personaggi utopisti quando ero molto giovane, e ho proseguito raccontando personaggi che aprono gli occhi di fronte alle esperienze drammatiche della vita, con diversi toni – drammatici o ironici, però che fanno i conti con le esigenze primarie dell’esistenza, dice il regista, parlando anche della terza stagione della serie L’amica geniale.
Una serie televisiva definita che un’esperienza notevole. Ho cercato di raccontare una storia personale che si intreccia alla Grande Storia, con dei personaggi solidi, puntualizza Daniele Luchetti. Il regista ha fatto riferimento anche alla new wave del cinema romeno nata dopo la caduta del comunismo, spesso paragonata per molti versi al Neorealismo italiano nel dopoguerra. Mi sembra un cinema molto maturo, ma purtroppo non abbastanza conosciuto in Italia, dice il regista.
Anche il cinema italiano contemporaneo deve essere meglio conosciuto in Romania e proprio con questo intento è nata anche la rassegna organizzata dal 9 al 13 marzo, dall’Ambasciata d’Italia a Bucarest, insieme all’Istituto Italiano di Cultura e all’Agenzia ICE, con il sostegno di Cinecittà/Filmitalia.
Io sono molto soddisfatto, perchè è stato un primo tentativo che ha voluto presentare al pubblico romeno nuovi temi, nuovi linguaggi del cinema italiano contemporaneo, che credo debba essere conosciuto maggiormente in Romania. Per questo, vorrei fin d’ora impegnarmi per organizzare anche il prossimo anno e dare continuità anche in futuro a nuove edizioni del Festival del Cinema Italiano in Romania, ha detto a Radio Romania Internazionale l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest, Alfredo Durante Mangoni.
Dobbiamo tener presente che la realtà umana, sociale, economica tra i nostri due Paesi è molto ricca, feconda e alimentata da tanti scambi tra le persone, tra le famiglie, e proprio per questo può restituire storie, materiali, idee, progetti che possano essere sviluppati anche nel campo della produzione cinematografica, aggiunge il diplomatico, sottolineando che, in questo momento, la cosa più importante è far incontrare gli specialisti e gli operatori del mondo del cinema, perchè la conoscenza reciproca agevola nuove idee e nuovi progetti.
E’ molto importante unire i protagonisti del mondo del cinema romeno e del cinema italiano – registi, attori, produttori, distributori, in modo che anche le prossime edizioni del Festival del Cinema Italiano in Romania siano arricchite da una serie di eventi, di incontri, di masterclass, e non si limitino soltanto alla proiezione di un film, ma che i distributori possano osservare le reazioni del pubblico e ci possa essere una condivisione di idee, di progetti e anche di suggestioni, ha concluso l’Ambasciatore Alfredo Durante Mangoni.
La prima edizione del Festival Nuovo Cinema Italiano è stata organizzata in partenariato con il Museo Nazionale del Contadino Romeno – Cinema Museo del Contadino, MyMovies, l’Università Nazionale di Arte Teatrale e Cinematografica Ion Luca Caragiale di Bucarest (UNATC), le Librerie Cărturești ed Eventbook, con il patrocinio del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici e del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici.