84 anni di teatro radiofonico
Il 18 febbraio 1929, la Radiodiffusione Romena presentava la prima produzione di teatro radiofonico del Paese.
România Internațional, 06.03.2013, 16:00
Siamo dei pazzi innamorati del suono. Non veniamo alla radio per registrare un’opera teatrale, ma per raccontare una storia con l’aiuto del suono, nel contesto in cui l’evoluzione della tecnologia del suono ha generato tante formule nuove e forti per accattivare lo spettatore”. Lo dice Ilinca Stihi, la più giovane dell’equipe di registi del Teatro Nazionale di Radio Romania. Il 18 febbraio 1929, la Radiodiffusione Romena presentava la prima produzione di teatro radiofonico del Paese. Si trattava dell’opera teatrale Ce ştia satul” (“Cosa sapeva il villaggio”) di V. Al. Jan, nell’interpretazione degli attori Maria Filotti e Romald Bulfinski del Teatro Nazionale di Bucarest.
Vasile Manta, il più vecchio membro dell’attuale equipe della Redazione Teatro di Radio Romania, racconta gli inizi. “Allora si trasmetteva dal vivo. Non c’era un supporto per registrare il suono, che fu introdotto solo dopo il 1950, con l’invenzione del nastro per il registratore. L’incisione del suono cominciò in Romania nel 1952, e da allora siamo riusciti a conservare nella nostra fonoteca quasi tutte le opere teatrali incise. Ci sono oltre 12.000 titoli di autori famosi”, racconta Vasile Manta.
Nell’epoca della tecnologia, i creatori del teatro radiofonico ripetono ogni tanto l’esperienza degli spettacoli dal vivo. “C’è stato un periodo in cui venivano realizzate opere di teatro radiofonico dal vivo, con il pubblico in sala. Sul palcoscenico della sala grande della Radio venivano attori, specialisti nel suono, tecnici … Il pubblico assisteva alla produzione delle opere di teatro radiofonico. Il nostro intento è di fare uno spettacolo di questo tipo, con pubblico, nel 2013, in occasione dell’85-esimo anniversario di Radio Romania, nella sala concerti. L’opera che vogliamo proporre è una nuova versione di quella che nel 1929 è stata la prima realizzata al Teatro Nazionale Radiofonico, “Cosa sapeva il villaggio”, di V. Al. Jan”, spiega Attila Vizauer, responsabile della Redazione Teatro di Radio Romania.
Dopo 84 de ani, il Teatro Nazionale Radiofonico, parte della radio pubblica, conferma il suo prestigio. “Il nostro è nato più o meno nello stesso periodo in cui sono nati i teatri radiofonici dei grandi Paesi europei. Nel terzo decennio dello scorso secolo sono stati trasmessi i primi spettacoli radiofonici, quindi possiamo dire che siamo stati, assieme ad altri, all’avanguardia del teatro radiofonico. Noi, l’equipe di oggi, dobbiamo teneer sempre presente questo fatto, e proporci di mantenere lo stesso ritmo e la stessa fila di coloro che ora fanno teatro radiofonico di ottima qualità”, aggiunge Attila Vizauer.
Sebbene alcuni scettici non fossero molto fiduciosi nel suo futuro, il teatro radiofonico non solo esiste, ma viene insignito di premi alle varie competizioni internazionali. “Sono molto fiero per il fatto che negli ultimi tre anni i premi sono stati sempre più numerosi, sono già diventati abituali. Il Festival Hvar di Bratislava in Croazia, il Festival Prix Italia, quelli di New York e di Berlino. A quest’ultimo non abbiamo vinto ancora alcun premio, ma in tutti gli altri siamo stati insigniti di premi. Abbiamo spesso ottenuto il Gran Premio e specialisti di tutto il mondo apprezzano il nuovo e lo spettacolare che noi siamo in grado di offrire. La nuova generazione di registi di teatro radiofonico ha portato la fama mondiale la Teatro Nazionale Radiofonico”, dice ancora Attila Vizauer.
Di questa nuova generazione fa parte anche Ilinca Stihi, la quale ha riscosso notevole successo con gli spettacoli realizzati secondo la propria scenografia come “Maldoror” e “Argentina”, l’ultimo insignito della Medaglia d’oro — Gold Winner, alla categoria “Special Drama” nell’ambito della competizione New York Festivals Radio Program & Promotion Awards. Ricordiamo anche il Gran Premio ai Premios Ondas, Barcellona, Prix Marulic al Festival Internazionale di Spettacolo radiofonico, Finzione e Documentario in Hvar, Croazia e una nomination al Prix Italia di Torino. Inoltre, per il 2013, la produzione “Suzana” di Ilinca Stihi si annovera tra le nomination del Prix Marulic che si terrà a maggio in Croazia, insieme a “Oh, povero padre!” del regista Attila Vizauer e a “Carmen — scene d’amore” di Toma Enache.
«Argentina» è stato veramente un fenomeno. Questo spettacolo ha significato il mio amore per la radio, perché il protagonista muore al microfono, in diretta. Questo mi è sembrato il sacrificio supremo. La storia dello spettacolo è nata da un fatto che mi ha raccontato il presidente della giuria di un festival organizzato in Croazia, al quale avevo partecipato con lo spettacolo Maldoror”. Mi ha raccontato una storia proprio dell’Argentina, sul radio DJ Fernando Pena, molto amato dal pubblico, che è morto di AIDS, in diretta, mentre interpretava un personaggio. Visto che è morto come personaggio, nessuno credeva che fosse veramente morto. E i telefoni continuavano a squillare e tutti chiedevano di parlare con lui. La storia mi ha talmente impressionato che ho voluto metterla per iscritto”, dice Ilinca Stihi, laureata in regia di film. Cosa l’ha fatta avvicinare al teatro radiofonico?
Ho scoperto nel teatro radiofonico uno spazio immaginario che mi permette molta più libertà di quanto mi abbia mai permesso il cinema. Stranamente, in questo spazio molto intimo, in cui lavoriamo in piccole equipe, arriviamo a conoscerci molto bene tra di noi e possiamo lavorare con molta più libertà e originalità che se le facessimo in settori in cui si lavora con budget molto più grandi e con equipe più numerose”, conclude la regista.
Come sottolineava il caporedattore e regista Attila Vizauer, uno spettacolo di teatro radiofonico è ascoltato per sera da centinaia di migliaia di persone. Per avere un pubblico di centinaia e migliaia di spettatori ad uno spettacolo messo in scena in un teatro significherebbe avere centinaia di repliche. Ed è per questo che allorquando uno spettacolo arriva alla centesima replica, parliamo di un grande evento, ma un evento superato spesso da una sola trasmissione alla radio! Dunque, del Teatro Nazionale Radiofonico, che lungo il tempo si è dimostrato un’arte a sé stante, si può dire che è il teatro con il più numeroso pubblico.