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30.12.2021 (aggiornamento)

Covid — La Romania potrebbe essere colpita, il prossimo mese, dalla quinta ondata della pandemia di Covid-19, con la variante Omicron dominante. Siccome Omicron è molto più contagiosa della variante Delta, la Romania ha bisogno di un aumento della capacità di screening, inclusivamente negli studi dei medici di famiglia, ma anche del miglioramento della capacità di risposta degli ospedali. Lo ha dichiarato il ministro della Salute romeno, Alexandru Rafila. Il ministro ha dato assicurazioni che, fra breve, giungeranno nel Paese farmaci innovativi per il trattamento del Covid-19. Rafila si è pronunciato, allo stesso tempo, per l’incentivazione della campagna vaccinale, che, attualmente, sta segnando il passo. Dal canto suo, la direttrice del Centro Nazionale per il Monitoraggio e Controllo della Malattie Infettive, Adriana Pistol, ha dichiarato che il più cupo scenario indica, nella quinta ondata della pandemia, 25.000 contagi al giorno e oltre 1.500 pazienti Covid nelle Terapie Intensive. Sono 1.497 i nuovi contagi da SARS-CoV-2 segnalati nelle ultime 24 ore in Romania e 37 i decessi, tra cui uno avvenuto prima dell’intervallo di riferimento. Dall’inizio della pandemia, in Romania sono stati registrati oltre 1,8 milioni di contagi da COVID-19, e quasi 60.000 persone diangosticate con il nuovo coronavirus sono morte. La Romania ha il secondo più basso tasso di imunizzazione tra i 27 Paesi Ue, dopo la Bulgaria. Meno di 7,9 milioni di romeni hanno completato il ciclo vaccinale, pari a poco più del 40% della popolazione ammissibile. 2 milioni hanno fatto anche la dose booster.

30.12.2021 (aggiornamento)
30.12.2021 (aggiornamento)

, 30.12.2021, 19:46


PNRR — Il Governo ha portato a compimento tutte le tappe che la Romania doveva ultimare entro dicembre 2021 nell’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza — lo ha reso pubblico il ministro degli investimenti e dei progetti Europei, Dan Vîlceanu. Egli ha precisato che l’Esecutivo ha adottato, in tal senso, nella seduta di oggi, tra l’altro l’ordinanza d’urgenza relativa alla Legge sul servizio di fornitura dell’acqua e di fognature e alla Strategia di sviluppo dell’infrastruttura ferroviaria 2021-2025. Valceanu ha aggiunto che sono state superate le discussioni legate ai rinegoziati del recovery plan e che sono ancora da portare a compimento tre obiettivi che non riguardano il governo, ma l’acordo tra la BERS il Fondo d’Investimenti europeo. Sempre oggi, il Governo ha adottato il Programma nazionale per la diminuzione dell’abbandono scolastico, che beneficerà di un finanziamento di 543 milioni di euro. Ricordiamo che tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato, quest’autunno, a Bruxelles, la Romania dovrebbe ricevere dall’Ue, entro il 2026, circa 29 miliardi di euro come sovvenzioni e prestiti per investimenti e riforme. La Commissione Europea ha già trasferito alla Romania un prefinanziamento di 1,8 miliardi di euro, pari al 13% del totale dei grant stanziati.



Abitazioni in proprietà — Oltre il 96% della popolazione romena viveva, nel 2020, in una casa di proprietà. Si tratta della più alta percentuale di proprietà abitativa registrata tra gli stati Ue, secondo i dati resi pubblici, oggi, da Eurostat. Mentre a livello dell’Unione, la percentuale proprietà abitativa è in lieve calo rispetto al 2019, in Romania la tendenza è inversa, la percentuale aumentando dal 95,8 al 96,1%. Altri stati con un’alta percentuale sono Slovacchia (92%), Ungheria e Croazia (entrambe con il 91%). Al polo opposto, i Paesi con una bassa percentuale delle abitazioni in proprietà sono Danimarca – 59%, Austria – 55% e Germania — poco più del 50%. I dati Eurostat rilevano, inoltre, che a livello dell’Ue, il 53% della popolazione vive in una casa, il 46% in un appartamento, e l’1% in case galleggianti o roulotte. In Romania, quasi il 66% degli abitanti vivono in una casa e il 34% in un appartamento. Ma la Romania è fanalino di coda nell’Unione per quanto riguarda la grandezza dell’abitazione, misurata a seconda del numero medio di stanze per persona. Se nell’UE la media è di 1,6 stanze per persona, in Romania è di 1,1 stanze per persona.



Corruzione — Il Ministero della Giustizia di Bucarest ha sollecitato di nuovo l’estradizione dell’ex deputato socialdemocratico romeno Cristian Rizea, latitante a Chişinău, nella confinante Repubblica di Moldova, in seguito a una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione con esecuzione, ricevuta in Romania per concussione, riciclaggio di denaro e per aver influenzato dichiarazioni. Rizea, accusato anche di aver ottenuto illegalmente, nel 2017, la cittadinanza moldava, che gli è stata ritirata, tre anni dopo, dall’ex presidente moldavo Igor Dodon, ha perso il processo alla Corte d’Appello di Chişinău e, secondo i giuristi, può essere estradato più facilmente. Rizea è stato accusato di aver preteso in modo diretto da un imprenditore 300 mila euro, sotto forma di contratti di prestito fittizi, in cambio della promessa, mantenuta ulteriormente, di intervenire per risolvere i problemi di quest’ultimo con la Direzione Autonoma Amministrazione del Patrimonio del Protocollo di Stato e con il Comune di Chiajna, della Provincia di Ilfov (sud della Romania). La parte romena ha trasmesso al Ministero della Giustizia della Repubblica di Moldova la richiesta di estradizione sin dal 5 novembre del 2020. La prossima scadenza fissata dalle autorità moldave nel fascicolo di estradizione di Rizea è il 28 gennaio del 2022.



Romeni all’estero — Il Ministero degli Esteri romeno ha annunciato di aver ultimato il processo di modernizzazione ed eficientizzazione del Call Center del Centro di Contatto e Supporto dei Cittadini Romeni all’Estero. Attualmente, l’app può registrare fino a 256 chiamate simultaneamente, anzichè 96 come succedeva finora, e tutte le informazioni consolari offerte tramite la segreteria telefonica sono state aggiornate e riorganizzate. Inoltre, l’accesso alla linea destinata alle emergenze è stato prioritizzato, e il portale econsulat.ro è stato semplificato e ottimizato per un più facile accesso dai tablet e cellulari. Quest’anno, fino al 27 dicembre, il Call Center del dicastero ha ricevuto oltre 1,2 milioni di chiamate e ha risposto a circa 240.000 sollecitazioni tramite e-mail da parte dei cittadini romeni.

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