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30.04.2020 (aggiornamento)

COVID-19 — Altre sei persone contagiate dal nuovo coronavirus sono morte in Romania e il numero dei decessi sale a 711. Lo ha reso pubblico stasera il Gruppo di Comunicazione Strategica. Si tratta di una donna e cinque uomini di età comprese tra 46 e 84 anni. Il numero dei contagi accertati finora in Romania ammonta a 12240. Più di 4000 persone sono guarite. All’estero, sono oltre 2200 i connazionali risultati positivi al coronavirus, la maggior parte in Italia, di cui quasi 90 sono morti. Il ministro della Salute, Nelu Tătaru, afferma che il weekend compreso tra il 1 e il 3 maggio è uno di fuoco, che va gestito nel miglior modo possibile, per limitare la comparsa di nuovi focolai. Il ministro ha ribadito che un eventuale allentamento delle misure restrittive dopo il 15 maggio, quando scade l’attuale stato di emergenza, dipende dall’atteggiamento che la popolazione avrà in questo periodo.

30.04.2020 (aggiornamento)
30.04.2020 (aggiornamento)

, 30.04.2020, 19:51



Colloqui — Il presidente romeno, Klaus Iohannis ha avuto oggi un colloquio telefonico con l’omologo francese, Emmanuel Macron, e lo ha ringraziato per il sostegno offerto al rimpatrio dei cittadini romeni che si trovavano in stati non appartenenti all’UE. Si è detto inoltre convinto che la Romania e la Francia supereranno questa crisi e potranno ricostruire le proprie economie nazionali a beneficio dei cittadini. Il presidente Iohannis ha accennato anche all’importante comunità romena di Francia ed ha sottolineato l’impegno nella lotta contro l’epidemia di COVID-19 di un numero significativo di medici e infermieri romeni. Sabato, il presidente romeno ha avuto un colloquio telefonico anche con il presidente americano, Donald Trump, sulla crisi epidemiologica generata dal nuovo coronavirus e sulle modalità per consolidare i rapporti transatlantici e il Partenariato strategico romeno-americano. Il leader della Casa Bianca ha espresso l’intento di donare alla Romania respiratori per la dotazione degli ospedali.



Missione – 52 medici e infermieri, civili e militari, romeni saranno impegnati nella lotta al COVID-19, da oggi, per 15 giorni, nella confinante Moldova. Loro offriranno assistenza sanitaria e cura alle persone affette dal nuovo coronavirus e addestramento al personale delle istituzioni sanitarie della capitale, Chisinau, e di altre due grandi città della repubblica, Bălţi (nord) e Cahul (sud). Il Governo di Bucarest ha approvato anche una donazione allo stato confinante, che consiste di una somma importante di denaro, mezzo milione di mascherine standard, 50.000 tute protettive e farmaci necessari per la cura dei malati. Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, si è recato oggi a Chisinau, per trasmettere un messaggio di sostegno alla Moldova nel contesto della pandemia e per esortare le autorità a continuare le riforme fondamentali per lo sviluppo dello stato e l’avanzamento del percorso europeo. La visita giunge in occasione del decimo anniversario della firma del Partenariato Strategico bilaterale. Il Governo precisa che, con queste misure, la Romania mira a concedere sostegno diretto ai cittadini moldavi, in virtù dei rapporti speciali basati sulla comunione di lingua, storia e cultura.



Corruzione — L’ex ministra della Salute romena, Sorina Pintea, è stata rinviata a giudizio dai procuratori della Direzione Nazionale Anticorruzione in un dossier in cui è accusata di aver intascato tangenti nel periodo in cui ricopriva la carica di manager di un ospedale di Baia Mare (nord-ovest). Secondo la DNA, nel periodo novembre 2019 – 28 febbraio 2020, Pintea avrebbe preteso e ricevuto dai rappresentanti di una società commerciale, tramite un intermediario, in due tranche, le somme di 10.000 euro e di 120.000 lei (25 000 euro), che rappresentavano il 7% del valore di un contratto di acquisto pubblico avente come oggetto la progettazione ed esecuzione di lavori nell’ospedale. L’ex ministra socialdemocratica si trova al momento sotto controllo giudiziario.



Studenti — Circa 1,3 miliardi di alunni e studenti di 186 Paesi del mondo sono preoccupati a causa della chiusura delle scuole e delle università. Lo rileva la più recente statistica realizzata dall’UNESCO. In Cina e Giappone, gli alunni di meno della metà delle scuole vanno di nuovo a scuola, mentre in Paesi nord-europei, come Danimarca o Norvegia, solo quelli delle elementari. A maggio torneranno in classe anche i bambini di Germania, Francia, Bulgaria e Grecia. Italia e Spania hanno annunciato che le scuole riapriranno a settembre, come anche in Romania, dove, però, gli alunni degli ultimi anni faranno gli esami di maturità a giugno. I rappresentanti dell’UNESCO, accanto a quelli dell’UNICEF, del Programma Alimentare Mondiale e della Banca Mondiale hanno elaborato una guida contentente consigli sul ritorno a scuola. Loro hanno sottolineato che vanno prese misure supplementari di igiene e prevenzione e che i programmi scolastici vanno adattati.



Inquinamento — La Romania è stata condannata dalla Corte Europea di Giustizia a causa dell’inquinamento da polveri a Bucarest. La Corte ha considerato che le autorità non hanno portato a commpimento i loro obblighi e non hanno preso misure per contrastare l’inquinamento, in conformità con gli impegni presi dalla Romania nel Trattato di Adesione all’UE. La Commissione Europea si è rivolta alla giustizia lamentando che i valori limite per le concentrazioni di particelle di polvere PM10 sono stati superati costantemente a Bucarest nel periodo 2007-2014. La Corte di Giustizia non ha stabilito la multa che la Romania dovrà pagare per aver trasgredito la legislazione comunitaria, però ha solo chiesto alle autorità di rispettare questo quadro legale. Il ministro dell’Ambiente liberale, Costel Alexe, ha criticato veementemente l’amministrazione socialdemocratica della Capitale quale autorità incaricata ad applicare i piani di gestione per la qualità dell’aria. In risposta, la sindaca di Bucarest, Gabriela Firea, ha affermato che il periodo per il quale la Corte di Giustizia dell’UE ha condannato la Romania per l’inquinamento a Bucarest è precedente il suo mandato, iniziato nel 2016.



Disoccupazione — Il tasso di disoccupazione in Romania è aumentato, a marzo 2020, rispetto a quello registrato il mese precedente, dal 3,9% al 4,6%. Lo rilevano i dati resi pubblici oggi dall’Istituto Nazionale di Statistica. Il numero dei disoccupati di età comprese tra 15 e 74 anni stimato per il mese di marzo 2020 è di 410.000, in crescita rispetto al precedente mese (352.000 persone), ma anche rispetto allo stesso mese del precedente anno (331.000 persone). Il 70% del numero totale dei disoccupati romeni hanno tra 25-74 anni. Il tasso di disoccupazione ammonta al 5,1% per gli uomini e al 3,8% per le donne.



Sito — Il ministro dell’Interno romeno, Marcel Vela, ha trasmesso all’Autorità Nazionale per la Gestione e la Regolamentazione nelle Comunicazioni (ANCOM) la richiesta di riapertura del sito www.justiţiarul.ro. Lo ha reso pubblico, oggi, il Gruppo di Comunicazione Strategica. Secondo la fonte citata, la riapertura del sito era stata chiesta dal suo amministratore. Il GCS precisa di aver approvato la riapertura del sito, a patto che siano eliminati gli articoli contenenti informazioni false relative al COVID — 19, e che il suo obiettivo non è di sopprimere pubblicazioni, ma solo di prevenire campagne di desinformazione. In precedenza, il difensore pubblico aveva espresso preoccupazione per la diminuzione della libertà di espressione in Romania, sebbene questa non si annoveri tra i diritti la cui esercitazione potrebbe essere ristretta per la durata dello stato di emergenza.



Voli — Più stati europei chiedono che gli operatori aerei non siano più costretti a restituire ai passeggeri i costi dei biglietti che non hanno potuto utilizzare a causa della pandemia, come prevede la legislazione europea, ma che possano offrire voucher. In una lettera inviata alla Commissione Europea, questi Paesi ammoniscono che altrimenti più compagnie operanti in questo settore rischiano il fallimento. L’iniziativa giungo dopo che numerosi passeggeri si sono lamentati che gli operatori aerei, sebbene abbiano ricevuto sostegno finanziario dai loro governi, non vogliono restituire i costi dei biglietti. La Commissaria europea per i trasporti, la romena Adina Vălean, ha dichiarato, di recente, che, al momento, i voucher non sono un’alternativa al rimborso. Anche l’Organizzazione Europea dei Consumatori ha attirato l’attenzione che non spetta ai passeggeri salvare le compagnie aeree.

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