29.12.2015
Bucarest — Il Ministero del Lavoro romeno ha elaborato il progetto del decreto governativo che prevede l’aumento dello stipendio minimo da 1.050 lei a 1.250 lei (276 euro), a cominciare dal 1 maggio 2016. Il documento è stato approvato dal Consiglio Economico e Sociale e sarà domani sull’ordine del giorno della seduta di Governo. I dati ufficiali rilevano che il numero dei beneficiari dell’aumento dello stipendio minimo è di 1,1 milioni di persone, di cui poco meno di 40.000 nel settore pubblico e il resto nel settore concorrenziale. Il Ministero del Lavoro stima che l’aumento avrà effetti positivi sulla crescita economica, stimolando l’impiego della manodopera e la diminuzione del lavoro in nero. Con uno stipendio minimo attuale di 230 euro al mese, la Romania si piazza al penultimo posto nell’UE, prima della Bulgaria. Il maggiore stipendio minimo in Europa esiste in Lussemburgo e ammonta a oltre 1.900 euro. In Germania e Francia lo stipendio minimo supera 1.470 euro, secondo i dati dell’Eurostat.
România Internațional, 29.12.2015, 17:35
Bucarest – Un premier in carica, 4 ex ministri e 20 attuali o ex parlamentari sia di destra che di sinistra si annoverano tra gli esponenti politici rinviati a giudizio per atti di corruzione in Romania nel 2015 — lo rileva la Direzione Nazionale Anticorruzione. Dalle stime preliminari risulta che, rispetto ai precedenti anni, è il maggiore numero di dignitari rinviati a giudizio in un anno. Il tasso di condanne nei fascicoli dei procuratori anticorruzione si mantiene al 90%. Di recente, il presidente romeno, Klaus Iohannis, dichiarava che il 2016 deve essere anche uno dei cambiamenti attraverso il rinnovamento delle idee, delle pratiche e dei politici, fatto che non si può realizzare senza lo sradicamento della corruzione.
XXX — La Romania è inserita in un top 16 delle più promettenti destinazioni turistiche del 2016 realizzato dall’emittente televisiva americana CNN, assieme ad alcuni esperti di turismo. Il centro della Romania — scrive la CNN, citata dalla stampa di Bucarest — si trova all’interno della catena montuosa dei Carpazi, piena di prati verdi, piste da sci e itinerari avventurosi. Si parla anche del Delta del Danubio, sito nel sud-est del Paese, dove si possono fare gite in barca e si possono ammirare specie tutelate di uccelli. Nella parte opposta della Romania — dice la CNN — la città di Cluj-Napoca vanta una notevole attività culturale. Ai potenziali turisti, l’emittente televisiva raccomanda anche i paesaggi vasti e svariati della Transilvania, dove si trova anche il Castello Bran, legato al personaggio fittizio Dracula dello scrittore Bram Stoker.
Bucarest – Un imprenditore giordano, stabilitosi in Romania da oltre 20 anni, è stato dichiarato oggi non-gradito dalla Corte d’Appello di Bucarest, per attività terroristiche. Inoltre, i giudici hanno deciso di vietare il suo ingresso sul territorio della Romania nei prossimi 15 anni. Il SRI ha precisato che l’imprenditore sosteneva incondizionatamente il gruppo Stato Islamico (ISIS), per il quale faceva propaganda online, cercando di legittimare gli attentati a Parigi. Era anche disposto ad impegnarsi in azioni dell’ISIS contro la Romania. Secondo la legge, il giordano, che era sorvegliato dal 2014, sarà espulso dalla Romania. La decisione può essere contestata presso l’Alta Corte di Cassazione e Giustizia.
Chisinau — La Corte Costituzionale della Moldova (repubblica ex-sovietica, a maggioranza romenofona), ha deciso oggi che il decreto del presidente Nicolae Timofti relativo alla designazione di Ion Sturza per la carica di primo-ministro è costituzionale. 14 deputati ex comunisti, attualmente alleati del Partito Democratico, avevano invocato nella lettera alla Corte Costituzionale, che Nicolae Timofti non li avrebbe consultati prima di designare il premier e che non avrebbe proposto un candidato desiderato dalla maggioranza parlamentare. Il Legislativo di Chişinău si riunirà il 4 gennaio per esaminare la richiesta del premier designato Ion Sturza relativa al voto di fiducia per il suo nuovo governo tecnico. In seguito alle consultazioni con i partiti del Legislativo, lui ha ottenuto solo il sostegno dei deputati Liberal-Democratici, 19 sul numero totale di 101 deputati.
Parigi – 67 giornalisti sono stati uccisi in tutto il mondo nel 2015 a causa della loro professione. Lo rileva un bilancio dell’organizzazione non-governativa Reporter senza frontiere. Tra i più pericolosi Paesi sono indicati l’Iraq e la Siria, ciascuno con 9 giornalisti uccisi, seguiti dalla Francia, con 8 giornalisti uccisi a gennaio, nell’attacco jihadista contro la redazione della pubblicazione parigina Charlie Hebdo. Altri 27 blogger e 7 collaboratori media sono stati uccisi, secondo la stessa organizzazione. Includendo i “decessi sospetti”, Reporter senza frontiere parla di un numero totale di 110 persone uccise quest’anno, rispetto a 66, nel 2014. L’organizzazione deplora le circostanze rimaste ancora poco chiare della morte di più reporter. (traduzione di Gabriela Petre)