28.10.2017
XXX – La Romania ribadisce il fermo sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale della Spagna e respinge risolutamente e irrevocabilmente la dichiarazione universale d’indipendenza della Catalogna. Lo sottolinea un comunicato del Ministero degli Esteri, il quale rileva che la Spagna è un alleato importante e partner strategico della Romania, e la legittimità di qualsiasi processo o di qualsiasi azione attinente all’ordine interno di uno stato risiede nella sua piena conformità alla legge fondamentale, con l’ordine di diritto nel rispettivo stato. Il Ministero degli Esteri romeno ribadisce la posizione costante di Bucarest a favore del rispetto del diritto internazionale, che non consente delle modifiche territoriali senza l’accordo dello stato coinvolto. Le principali cancellerie occidentali hanno espresso, a loro volta, il sostegno per le autorità di Madrid.
România Internațional, 28.10.2017, 15:05
XXX – La Federazione delle Associazioni dei Romeni in Europa ha rivolto un appello a sostegno dei connazionali che potrebbero essere lesi in seguito alla dichiarazione dell’indipendenza della Catalogna. L’organizzazione sollecita alle persone in possesso di informazioni su offerte di posti di lavoro di comunicarle ai romeni che vivono in questa provincia, nelle condizioni in cui è prevedibile una crescita notevole della disoccupazione nella zona, e i romeni sarebbero probabilmente i più colpiti. In Spagna vivono oltre un milione di romeni, di cui più di 150.000 nell’area di Catalogna. Le tensioni politiche degli ultimi giorni hanno determinato lo spostamento di oltre 1.800 aziende dalla Catalogna, tra cui anche due sedi bancarie, in altre regioni della Spagna, informa ancora la Federazione delle Associazioni dei Romeni in Europa.
Bucarest – Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera ad una marcia alla memoria dei 64 giovani morti nell’incendio avvenuto il 30 ottobre 2015 nel nightclub Colectiv di Bucarest. Il 30 ottobre, Radio Romania manderà in onda lo spettacolo intitolato 64, tratto dalla tragedia di Colectiv. In questo fascicolo sono stati rinviati a giudizio i proprietari del nightclub, con l’accusa di omicidio colposo, lesioni personali colpose e mancanza delle misure legali di sicurezza e salute sul lavoro, nonchè i rappresentanti della ditta che ha organizzato lo spettacolo pirotecnico. Rinviati a giudizio anche l’ex sindaco di rione per abuso d’ufficio, accanto a dipendenti dell’Ispettorato per le situazioni di emergenza, dal momento che, anche se il nightclub non possedeva il certificato di prevenzione incendi, non è stata presa alcuna misura. La tragedia di Colectiv ha scatenato ampie proteste di strada contro la corruzione nell’amministrazione locale e centrale, che hanno portato alle dimissioni del governo socialdemocratico guidato da Victor Ponta.
Bucarest – Lancette indietro in Romania, stanotte, col passaggio all’ora solare. Le ore 4:00 diventeranno le 3:00 (UTC+2ore), e domenica, 29 ottobre, sarà il giorno più lungo dell’anno, con 25 ore. La mossa corregge il passaggio all’ora legale a marzo, quando le lancette sono spostate di un’ora in avanti, per sfruttare al massimo la luce naturale e ridurre il consumo di energia elettrica. La Romania passerà all’ora legale estiva nell’ultima domenica del mese di marzo. Il meccanismo del cambiamento orario, in primavera e in autunno, è adoperato da oltre 100 Paesi. La Romania ha aderito all’ora legale nel 1932.
Bucarest – Il deputato Dan Barna è il nuovo presidente dell’Unione Salvate la Romania (all’opposizione), il terzo partito come numero di seggi nel Parlamento di Bucarest. Barna è stato eletto oggi durante il congresso straordinario del partito svoltosi a Poiana Braşov, con 127 voti dei 191 espressi. Il controccandidato Vlad Alexandrescu ha ottenuto 50 voti. L’ex leader e fondatore dell’USR, Nicuşor Dan, ha lasciato il partito in seguito alla decisione della formazione, tramite referendum interno, di posizionarsi contro una controversa iniziativa di alcuni gruppi di organizzazioni, riuniti sotto il titolo di Coalizione per la Famiglia, che chiedono la modifica della Costituzione nel senso di ridefinire la famiglia come basata sull’unione liberamente consentita tra un uomo e una donna, e non tra i coniugi, come ora. L’iniziativa, che ha raccolto tre milioni di firme dei romeni, è fortemente contestata da associazioni e ong militanti per i diritti dell’uomo in generale e per le persone appartenenti alle minoranze sessuali, in particolare.