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28.04.2023

Agricoltura – L’Unione Europea ha deciso di prorogare di un altro anno la sospensione dei dazi doganali per le importazioni dall’Ucraina, con lo scopo di sostenere la sua economia durante la guerra lanciata dalla Russia. L’annuncio è stato dato dalla Svezia, Paese che ricopre la presidenza di turno del Consiglio dell’UE. L’esenzione dalle tasse ha generato insoddisfazione tra gli agricoltori di diversi paesi, culminata con il divieto, all’inizio di questo mese, delle importazioni di cereali dall’Ucraina da parte di Polonia, Ungheria e Slovacchia. La Commissione Europea ha proposto il pagamento di risarcimenti agli agricoltori di cinque paesi confinanti con l’Ucraina, Romania compresa, nonchè di consentire a questi stati di vietare la vendita di alcuni cereali ucraini sui loro mercati interni. D’altra parte, i cinque paesi devono continuare a consentire il transito dei prodotti agricoli ucraini, di modo che possano essere venduti in altre regioni.

28.04.2023
28.04.2023

, 28.04.2023, 16:57

Agricoltura – L’Unione Europea ha deciso di prorogare di un altro anno la sospensione dei dazi doganali per le importazioni dall’Ucraina, con lo scopo di sostenere la sua economia durante la guerra lanciata dalla Russia. L’annuncio è stato dato dalla Svezia, Paese che ricopre la presidenza di turno del Consiglio dell’UE. L’esenzione dalle tasse ha generato insoddisfazione tra gli agricoltori di diversi paesi, culminata con il divieto, all’inizio di questo mese, delle importazioni di cereali dall’Ucraina da parte di Polonia, Ungheria e Slovacchia. La Commissione Europea ha proposto il pagamento di risarcimenti agli agricoltori di cinque paesi confinanti con l’Ucraina, Romania compresa, nonchè di consentire a questi stati di vietare la vendita di alcuni cereali ucraini sui loro mercati interni. D’altra parte, i cinque paesi devono continuare a consentire il transito dei prodotti agricoli ucraini, di modo che possano essere venduti in altre regioni.



Politica – I rappresentanti dell’Unione Democratica dei Magiari di Romania (UDMR, parte della coalizione di governo) si riuniscono oggi e domani in congresso a Timisoara. Il leader della formazione, il vicepremier Kelemen Hunor, che si candida per un nuovo mandato di presidente dell’UDMR, ha dichiarato che il congresso adotterà un documento strategico che presenterà le priorità della Romania e della comunità ungherese per i prossimi anni in campo economico, sociale, politico e dei diritti delle minoranze nazionali. L’Unione Democratica dei Magiari di Romania vuole restare al governo anche dopo il cambio del primo ministro, previsto per fine maggio, ha sottolineato Hunor ed ha ricevuto assicurazioni in questo senso. Al congresso sono intervenuti anche i leader del PNL e del PSD (gli altri partiti della coalizione governativa), rispettivamente il primo ministro Nicolae Ciucă e il presidente della Camera dei Deputati, Marcel Ciolacu.



Schengen – L’adesione della Romania a Schengen potrebbe essere discussa a fine settembre, nella prima riunione del Consiglio Giustizia e Affari Interni organizzata sotto la presidenza spagnola del Consiglio UE. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Lucian Bode, rilevando che, sotto la presidenza della Svezia, il fascicolo di adesione di Romania e Bulgaria a Schengen non ha alcuna possibilità di essere sottoposto all’esame del Consiglio GAI. La Spagna ha dichiarato, per la voce del ministro dell’Interno Marlaska, sia a Bucarest che a Vienna, che inserirà nell’ordine del giorno della presidenza spagnola il fascicolo di adesione di Romania e Bulgaria. La presidenza spagnola dovrà decidere, in base alle discussioni e alle conclusioni raggiunte con l’Austria, se ciò avverrà a settembre o a ottobre, novembre, dicembre, ha prrecisato il ministro Bode. Lo scorso dicembre, l’Austria ha bloccato la candidatura della Romania a Schengen, invocando il fatto che il nostro Paese si troverebbe sulla rotta balcanica dell’immigrazione clandestina. L’accusa è stata respinta dalle autorità di Bucarest ma anche dalle istituzioni europee.



Deficit – Secondo i dati presentati dal Ministero delle Finanze di Bucarest, nei primi tre mesi dell’anno, il bilancio di stato della Romania ha registrato un deficit dell’1,42% del PIL, pari a 22,75 miliardi di lei. La perdita è stata causata principalmente dall’aumento del volume degli investimenti del 56,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, nonchè dalla compensazione delle bollette relative ai consumi di energia elettrica e gas naturale per i clienti domestici e non domestici, per un valore di 2,5 miliardi di lei. Altri fattori che hanno contribuito al deficit sono stati il volume alto di pagamenti per servizi e medicinali, la diminuzione delle entrate, nonché l’attuazione della seconda fase del Programma-Sostegno per la Romania. L’anno scorso, il bilancio dello stato ha registrato, nello stesso periodo, un deficit di 15,7 miliardi di lei.



Economia – Secondo le valutazioni della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, la Romania dovrebbe ottenere una crescita economica anche quest’anno. Lo ha dichiarato il primo ministro Nicolae Ciucă, precisando che, queste condizioni, non c’è bisogno di parlare di sostegno da parte del FMI. In precedenza, l’ex ministro delle Finanze, il liberale Florin Cîţu, aveva dichiarato, in un post sui social, che il PSD, partner di coalizione del PNL, intende raggiungere un accordo con il FMI e con la Banca Mondiale, il che significherebbe che il Paese si trova sull’orlo del precipizio. Le dichiarazioni sono state fatte sullo sfondo dei dibattiti generati dall’intenzione dell’Esecutivo di adottare un’ordinanza d’urgenza per ridurre la spesa pubblica. I rappresentanti del Governo affermano che i tagli non influiranno su salari e investimenti.



Giornata dei Veterani – In occasione della Giornata dei Veterani di Guerra, il Ministero della Difesa ha organizzato oggi una cerimonia militare e religiosa alla quale hanno partecipato il ministro della Difesa, Angel Tîlvăr, e il capo di Stato Maggiore, il generale Daniel Petrescu. Simili cerimonie si sono svolte in tutto il Paese e all’estero, presso cimiteri e monumenti che onorano il sacrificio dei veterani di guerra. Nella Seconda Guerra Mondiale, la Romania ha registrato oltre 900.000 morti, dispersi, prigionieri o feriti. L’esercito romeno ha continuato la lotta anche dopo la liberazione del territorio nazionale, contribuendo in modo significativo alla liberazione dell’Ungheria e della Cecoslovacchia. Lo sforzo bellico ha comportato il dispiegamento di 540.000 soldati, di cui oltre 90.000 hanno perso la vita, quasi 60.000 sono stati dichiarati dispersi e oltre 330.000 sono rimasti feriti.



Alfabetizzazione – Il livello di alfabetizzazione degli studenti romeni di età compresa tra i 6 e i 14 anni è uno basso, con solo l’11% presenti nell’area funzionale. Lo rivelano i dati dell’edizione 2023 della Relazione Nazionale relativa all’Alfabettizzazione. Secondo il documento, i risultati sono simili a quelli dello scorso anno, senza cambiamenti di rilievo. Abbiamo il 42% di bambini funzionalmente analfabeti, il 47% minimamente alfabetizzati e solo l’11% funzionale. La scuola non fa nulla per aiutarli, i bambini entrano a scuola non funzionanti e dopo otto anni la percentuale scende solo dell’1,5%, ha dichiarato il direttore esecutivo della piattaforma brio.ro, Gabi Barctic.



Giustizia – L’ex deputato romeno Cristian Rizea è stato espulso dalla Moldova, che lo ha dichiarato persona indesiderabile sul proprio territorio per un periodo di 15 anni. Rizea è stato preso in custodia dalla polizia romena e trasferito in prigione, dove deve scontare una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione. L’ex deputato era ricercato, dopo essere fuggito dalla Romania per evitare una condanna pronunciata nei suoi confronti nel 2019, per traffico d’influenza, riciclaggio di denaro e influenzamento di dichiarazioni.



1 Maggio – Più di 400 festival, concerti, fiere e attività sportive sono in programma in Romania in occasione del Ponte del 1 Maggio. Oltre 70.000 persone sono attese sul litorale del Mar Nero. Il Ministero dell’Interno informa che, a livello nazionale, circa 24.000 poliziotti, gendarmi e vigili del fuoco saranno operativi per garantire la sicurezza dei cittadini e la viabilità. Inoltre, a livello della Polizia di Frontiera, sono state disposte tutte le misure necessarie per garantire un controllo efficace e ridurre i tempi di attesa, con particolare attenzione ai valichi di frontiera con Ungheria e Bulgaria.




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