28.01.2022 (aggiornamento)
Covid-19 — In Romania sono stati riferiti oggi 31.724 nuovi contagi da SARS-CoV-2 e 60 decessi, di cui due antecedenti. Il più elevato numero nel Paese – 34.255 — era stato annunciato mercoledì. Le autorità anticipano oltre 40.000 casi giornalieri la settimana prossima. Negli ospedali sono ricoverati quasi 8.000 pazienti Covid, di cui circa 730 nelle terapie intensive, con l’85% non vaccinati. Intanto, il Molnupiravir, il nuovo farmaco destinato alla cura delle persone affette da SARS-CoV-2, che presentano elevato rischio di forme gravi, arriverà in questi giorni presso le Direzioni di Pubblica Sanità e successivamente negli ospedali e nei centri di valutazione di Romania. Il ministro della Salute, Alexandru Rafila, anticipa l’effetto favorevole della somministrazione del Molnupiravir nei prossimi dieci giorni, con la diminuzione della pressione sui reparti di terapia intensiva e del numero di decessi.
România Internațional, 28.01.2022, 19:59
OCSE — Il segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (OCSE), Mathias Cormann, ha dichiarato oggi che la Romania ha compiuto dei progressi nell’ultimo decennio, ma in alcune aree serve più lavoro. La sua visita a Bucarest fa seguito alla decisione dell’OCSE di avviare i negoziati di adesione con la Romania. Mathias Cormann ha partecipato alla presentazione di uno studio sulla situazione economica del Paese, il quale indica che esistono alcuni rischi a breve termine, come le ondate pandemiche, che trovano la Romania con un basso tasso vaccinale, e a lungo termine, i problemi di un migliore accesso ai fondi europei, l’invecchiamento della popolazione e l’accesso difficile all’istruzione, soprattutto per le categorie sfavorite. Da parte sua, il premier Nicolae Ciucă ha dichiarato che l’adesione della Romania all’OCSE è altrettanto importante come sono stati gli ingressi nella NATO e nell’UE, rappresentando una priorità del suo governo. Il presidente Klaus Iohannis ha definito l’avvio dei negoziati come un momento storico atteso, che conferma gli impegni della Romania in materia di democrazia ed economia di mercato. Formata da 32 Paesi, l’OCSE riunisce, tramite gli stati membri, il 70% del commercio e della produzione mondiale, e il 90% degli investimenti stranieri diretti.
Nuovo ministro — Il presidente Klaus Iohannis ha firmato oggi il decreto di nomina di Marcel Boloş nell’incarico di ministro della Ricerca, dell’Innovazione e della Digitalizzazione. La sua nomina era stata convalidata ieri dall’Ufficio Politico Nazionale del PNL, che fa parte della coalizione governativa insieme al PSD e all’UDMR. L’incarico era vacante da dicembre, in seguito alle dimissioni dell’ex titolare Florin Roman, accusato di plagio nella tesi di master. Ex ministro dei Fondi europei nel governo liberale di minoranza dal 2019 al 2020, Marcel Boloş è economista e prete.
Sondaggio — L’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR, opposizione nazionalista) è salita al secondo posto nei consensi, secondo quanto indica un nuovo sondaggio condotto da INSCOP Research e presentato dai media di Bucarest. Indicata al 20,6%, l’AUR è superata solo dal Partito Socialdemocratico, che riunirebbe il 34,3% dei voti. Il Partito Nazionale Liberale, partner dei socialdemocratici nel governo di coalizione guidato dal liberale Nicolae Ciucă, scende al 16,6%. All’opposizione dalla fine dello scorso anno, dopo aver governato insieme ai liberali, l’Unione Salvate Romania è indicata al 12,5%. Terza nella coalizione governativa, l’Unione Democratica Magiari di Romania riunirebbe il 4,2%, sotto la soglia di sbarramento del 5%, superata, però, ogni volta negli oltre tre decenni di democrazia post-comunista. Gli altri partiti sono indicati sotto il 3% dei consensi. Le liti tra i partiti della coalizione governativa, sullo sfondo della crisi delle bollette di energia, ledono direttamente la loro popolarità, valuta il direttore dell’Istituto INSCOP Research, il sociologo Remus Ştefureac. A suo avviso, dopo la catastrofica crisi politica alla fine dello scorso anno, la popolazione non vuole più sentire di liti politiche e non avrà la minima pazienza e tolleranza per i partiti che le provocheranno. I problemi sociali e politici interni continueranno ad alimentare l’adesione elettorale al discorso ultra-populista, conclude Remus Ştefureac.
Sicurezza — Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha dichiarato ieri di non vedere alcun problema che la Russia o qualsiasi altra parte visiti la base militare di Deveselu (sud della Romania) e convincersi che non esiste alcuna minaccia nei confronti di Mosca. Il ministro ha, però, evocato il principio della reciprocità, in base al quale anche i membri della NATO, la Romania compresa, dovrebbero poter visitare le basi missilistiche sul territorio della Federazione Russa. Sempre ieri, Bogdan Aurescu ha avuto una conversazione telefonica con la collega bulgara, Teodora Ghenciovska. I due ministri hanno espresso il fermo supporto alla sovranità e all’integrità territoriale dell’Ucraina, evocando anche la possibilità di una visita congiunta a Kiev, in segno di solidarietà. D’altra parte, il ministro della Difesa romeno, Vasile Dîncu, ha avuto una conversazione telefonica con il segretario americano alla Difesa, Lloyd J. Austin III. I temi in agenda hanno interessato l’evoluzione della situazione di sicurezza nella regione del Mar Nero, la posizione della NATO sul fianco est, nonchè l’aumento della presenza degli USA nella regione. Vasile Dîncu ha sottolineato la necessità del consolidamento della posizione alleata sull’intero fianco orientale della NATO, soprattutto nella regione del Mar Nero, come formula difensiva per garantire la sicurezza degli alleati e dissuadere le azioni aggressive. Il ministro ha anche ribadito la risolutezza della Romania nel consolidare il Partenariato Strategico tra i due stati.
Bilancio generale consolidato — In Romania, il bilancio generale consolidato ha chiuso l’anno precedente con un deficit del 6,72% del PIL, inferiore alle stime iniziali che indicavano un saldo negativo del 7,13%, secondo l’esecuzione del bilancio trasmessa dal Ministero delle Finanze. Il deficit di bilancio è aumentato parecchio nell’ultimo mese dell’anno scorso, dopo che, a novembre, le Finanze riferivano un saldo negativo pari al 4,7% del PIL. D’altra parte, rispetto al 2020, quando è ammontato al 9,61% del PIL, il deficit di bilancio ha registrato un calo importante. L’evoluzione del deficit di bilancio nel 2021 è stata determinata dall’aumento dei redditi, influenzata soprattutto dalla dinamica degli incassi dall’IVA, imposta sul profitto e diminuzione delle spese, principalmente in seguito alla diminuzione del tasso nel PIL di quelle per stipendi e previdenza sociale. Nel periodo gennaio-dicembre 2021, le spese per investimenti sono state molto maggiori rispetto allo stesso periodo del precedente anno.