27.02.2019
Procuratore Europeo – Diverse le reazioni espresse dalla classe politica di Bucarest, in seguito al voto della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento Europeo per la carica di Procuratore Capo Europeo. L’ex capo della DNA di Romania, Laura Codruta Kovesi, ha ottenuto 26 voti, superando il francese Francois Bohnert (22 voti) e il tedesco Andres Ritter, che ha raccolto un unico voto. Ieri, in seguito al voto consultivo nella Commissione controllo bilanci (CONT), la Kovesi si è piazzata sempre al primo posto con 12 voti. Il nuovo procuratore capo europeo sarà nominato in seguito ai negoziati tra l’Europarlamento comunitario e il Consiglio degi Stati membri, che, in precedenza, aveva concesso un punteggio più alto al candidato francese. A Bucarest, l’opposizione parlamentare di destra ha salutato le due vittorie notevoli della Kovesi e ha criticato la maggioranza PSD-ALDE, accusandola di aver tradito la Romania e di aver organizzato una campagna denigratoria contro la candidata romena. Dal canto loro, il PSD e l’ALDE hanno affermato che il voto nella commissione LIBE ha dimostrato perfettamente come il fattore politico interferisce nella scelta, e che gli eurodeputati romeni socialdemocratici hanno votato contro la Kovesi, a causa dei suoi abusi alla Direzione Nazionale Anticorruzione. La Procura europea avrà il compito di indagare i reati contro il bilancio dell’UE: frode, corruzione o casi di frode sull’IVA transfrontaliera che comportano danni superiori a 10 milioni di euro. L’istituzione dovrebbe diventare operativa entro la fine del 2020.
România Internațional, 27.02.2019, 19:42
Procuratore Europeo – Diverse le reazioni espresse dalla classe politica di Bucarest, in seguito al voto della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento Europeo per la carica di Procuratore Capo Europeo. L’ex capo della DNA di Romania, Laura Codruta Kovesi, ha ottenuto 26 voti, superando il francese Francois Bohnert (22 voti) e il tedesco Andres Ritter, che ha raccolto un unico voto. Ieri, in seguito al voto consultivo nella Commissione controllo bilanci (CONT), la Kovesi si è piazzata sempre al primo posto con 12 voti. Il nuovo procuratore capo europeo sarà nominato in seguito ai negoziati tra l’Europarlamento comunitario e il Consiglio degi Stati membri, che, in precedenza, aveva concesso un punteggio più alto al candidato francese. A Bucarest, l’opposizione parlamentare di destra ha salutato le due vittorie notevoli della Kovesi e ha criticato la maggioranza PSD-ALDE, accusandola di aver tradito la Romania e di aver organizzato una campagna denigratoria contro la candidata romena. Dal canto loro, il PSD e l’ALDE hanno affermato che il voto nella commissione LIBE ha dimostrato perfettamente come il fattore politico interferisce nella scelta, e che gli eurodeputati romeni socialdemocratici hanno votato contro la Kovesi, a causa dei suoi abusi alla Direzione Nazionale Anticorruzione. La Procura europea avrà il compito di indagare i reati contro il bilancio dell’UE: frode, corruzione o casi di frode sull’IVA transfrontaliera che comportano danni superiori a 10 milioni di euro. L’istituzione dovrebbe diventare operativa entro la fine del 2020.
Giustizia – Nel 2018 il sistema giudiziario in Romania ha subito pressioni forti, lanciate soprattutto contro le Procure, e le revisioni delle leggi sulla giustizia e dei codici penali sono continuate a valaga. Lo ha dichiarato oggi il procuratore generale Augustin Lazar, alla presentazione del bilancio del Pubblico Ministero. Lazar ha sostenuto che, lo scorso anno, il fattore politico ha insistito ed è riuscito a ottenere la revoca del capo della DNA. Nel suo discorso, il procuratore generale ha sottolineato che le proposte inoltrate dai rappresentanti della Procura sono state ingnorate nell’adozione di alcuni emendamenti legislativi. Stando a Lazar, certi emendamenti sono contrari agli obblighi internazionali della Romania, mentre la giustezza delle prese di posizione del Pubblico Ministero è stata confermata anche dagli organismi europei. Nel 2018, i procuratori hanno dovuto esaminare 1,7 milioni di fascicoli, di cui sono stati risolti circa 500.000. Presente al bilancio, il capo dello stato Klaus Iohannis ha dichiarato che i romeni vogliono un Paese senza corruzione, sottolineando che l’ingerenza del fattore politico nell’atto di giustizia è diventata sempre più evidente. La seduta si è svolta nel contesto in cui centinaia di magistrati romeni protestano contro la revisione delle leggi sulla giustizia, tramite un’ordinanza d’urgenza.
Istruzione – La legislazione romena nel settore dell’istruzione dovrebbe essere elaborata entro il 31 marzo, per andare poi al dibattito pubblico. Lo riferisce il Ministero dell’Istruzione in un comunicato, in seguito alla protesta organizzata oggi davanti alla sua sede dalla Federazione dei Sindacati Spiru Haret. I professori chiedono l’elaborazione completa del rispettivo pacchetto legislativo entro fine marzo, in base all’accordo convenuto tra le federazioni del settore e il Governo. Tra le rivendicazioni si annoverano l’aumento dei costi standard per ogni allievo, il calcolo corretto dei bonus salariali, l’eliminazione della violenza nelle unità scolastiche e il finanziamento supplementare delle classi in cui sono iscritti i bambini con necessità educative speciali.
Finanze – Incontro tra i rappresentanti delle banche e il ministro delle Finanze, Eugen Teodorovici, per discussioni sui provvedimenti fiscali dell’Ordinanza d’Urgenza 114. La normativa è contestata dall’opposizione, dall’ambiente d’affari e dalle banche, a causa dell’introduzione di una serie di tasse sugli attivi. Teodorovici ha affermato che il testo dell’ordinanza potrebbe essere modificato in seguito alle consultazioni tra le parti. L’ordinanza d’urgenza 114 ha come scadenza di adozione tacita in Senato il 1 marzo, dopo di che sarà inoltrata alla Camera dei Deputati, decisionale in questo caso.
Economia – L’economia della Romania si confronta con rischi ingenti. Il monito viene lanciato dalla Commissione Europea nel rapporto semestrale sui Paesi membri. La CE specifica, tra l’altro, che l’ordinanza d’urgenza 114, nonchè la legge che impone un tetto retroattivo agli interessi per i mutui ipotecari, rischiano di intaccare il funzionamento normale del settore finanziario. Rischi per l’economia romena comportano anche l’aumento del deficit del conto corrente e la crescita dei costi con la manodopera, generati dall’incremento dello stipendio minimo e delle retribuzioni nel settore pubblico. La Commissione Europea ammonisce anche sugli scarsi risultati ottenuti in settori come l’istruzione e la ricerca.
Difesa – Circa 500 militari delle Forze terrestri statunitensi di stanza in Europa muniti di mezzi tecnici arriveranno questo fine mese alla Base Aerea di Mihail Kogalniceanu (sud-est della Romania). Secondo un comunicato del Ministero della Difesa, i militari americani si fermeranno in Romania per nove mesi, dopo di che saranno sostituiti da altre unità, di modo che sia assicurata una presenza consistente e continua in Europa, come parte dell’impegno americano di garantire la sicurezza sul fianco est della NATO. I militari statunitensi parteciperanno a esercitazioni multinazionali, assieme ai colleghi delle strutture di difesa delle Forze Terrestri Romene. D’altra parte, più di 1.100 militari parteciperanno, dal 1 all’8 marzo, alla prima esercitazione multinazionale organizzata quest’anno dalle Forze Navali Romene, intitolata Poseidon 2019, che si svolgerà nelle acque territoriali romene e nelle acque internazionali della parte occidentale del Mar Nero. Alle operazioni partecipano 10 navi militari romene e 4 navi di Bulgaria, Germania, Spagna e Turchia. Le esercitazioni aeree saranno eseguite da un elicottero Puma Naval, due aerei MiG21 LanceR e due F16 delle Forze Aeree Romene.
Moldova – Nel futuro Parlamento della Moldova, il blocco ACUM non farà coalizione con il Partito Democratico o con i Socialisti. Lo ha dichiarato la presidente del Partito Azione e Solidarietà, Maia Sandu, accusando che l’alleanza ACUM è stata derubata di voti nel giorno delle elezioni, ma anche prima, tramite le denigrazioni e le falsità lanciate contro l’opposizione pro-europea. I risultati delle politiche svoltesi il 24 febbraio in Moldova piazzano ai primi posti il Partito dei Socialisti, con 35 seggi parlamentari, e il Partito Democratico, con 30.