26.12.2014
Bucarest — La prima visita ufficiale del neo presidente romeno, Klaus Iohannis, sarà nella confinante Moldova (repubblica ex sovietica, a maggioranza romenofona). Iohannis si recherà a Chisinau il 22 e il 23 gennaio del 2015, su invito del collega moldavo Nicolae Timofti. Stando al portavoce dell’Amministrazione Presidenziale, Tatiana Niculescu Bran, il capo dello stato s’incontrerà con più alti esponenti moldavi e terrà un discorso presso un’università di Chisinau. Klaus Iohannis è stato nella capitale moldava anche in veste di presidente eletto della Romania, prima di assumere il mandato. Il neo presidente romeno ha promesso che Bucarest continuerà a sostenere l’iter europeo della Moldova e ha dichiarato che desidera che l’adesione di questo Paese all’Ue avvenga durante il suo mandato.
România Internațional, 26.12.2014, 19:28
Bucarest — Nel successivo periodo, in Romania, nevicherà in quasi tutto il Paese. I meteorologi ammoniscono che ci saranno nevicate e bufere di neve per 24 ore, si registreranno precipitazioni miste e si formerà ghiaccio nel sud, sud-est e su certe aree nel centro del Paese, nonchè nei Carpazi Meridionali e Orientali. Per queste zone è stata diramata un’allerta codice giallo per nevicate, vento, precipitazioni miste e ghiaccio. Domani questi fenomeni si ridurranno, ma, da domenica sera fino a lunedi’ sera, torneranno nella maggior parte delle province, eccezion fatta per il nord-ovest. Le massime oscilleranno tra 0 e 9 gradi.
XXX – I Paesi dellEuropa saranno vulnerabili se non ritengono le epidemie un problema di sicurezza nazionale come gli Usa. Lo ha ammonito, in un’intervista pubblicata dal quotidiano britannico The Independent, il microbiologo belga Peter Piot, che, nel 1976, è stato tra i primi ad aver individuato il virus Ebola. Piot ha affermato che è l’ora che l’Europa abbia un battaglione di persone ben preparate, con esperienza a livello globale, che possano essere mobilitate. Stando al professor Piot, che dirige nell’Organizzazione Mondiale della Salute un gruppo incaricato di coordinare l’attività dei ricercatori sull’epidemia di Ebola, i centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie hanno una forza impressionante. L’epidemia di febbre emorragica ha provocato oltre 7.500 decessi su un totale di circa 19 mila casi nei tre Paesi più colpiti, Sierra Leone, Liberia, Guineea.
(traduzione di Adina Vasile)