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26.04.2020

COVID-19 – Dopo due mesi di epidemia di coronavirus, sono oltre 11.000 i contagi in Romania e 608 i decessi. Il Gruppo di Comunicazione Strategica ha riferito oggi che 3.054 persone sono guarite e dimesse e 236 ricoverate in terapia intensiva. All’estero, sono stati rilevati positivi 1.512 connazionali, per la maggior parte in Italia, e 74 sono deceduti.

26.04.2020
26.04.2020

, 26.04.2020, 15:34

COVID-19 – Dopo due mesi di epidemia di coronavirus, sono oltre 11.000 i contagi in Romania e 608 i decessi. Il Gruppo di Comunicazione Strategica ha riferito oggi che 3.054 persone sono guarite e dimesse e 236 ricoverate in terapia intensiva. All’estero, sono stati rilevati positivi 1.512 connazionali, per la maggior parte in Italia, e 74 sono deceduti.

Trasporti – La compagnia di bandiera romena TAROM ha annunciato la ripresa dei voli dal 2 maggio, con Amsterdam come prima destinazione, seguita da Atene, Parigi e Francoforte. Anche la low-cost romena Blue Air ha reinserito nel sistema di prenotazioni voli diretti dalla Romania verso città del Paese e dell’Europa da metà maggio. Nei giorni scorsi, il Governo di Bucarest ha approvato un credito volto a salvare le due compagnie aeree romene, che avevano sollecitato in precedenza 130 milioni di euro per superare la crisi provocata dal coronavirus. A maggio, la Commissione Europea presenterà un pacchetto di provvedimenti, tra cui il distanziamento sociale negli aeroporti e sugli aerei, al fine di far ripartire in sicurezza il traffico, allorquando le quarantene imposte per contenere la pandemia saranno rimosse, secondo quanto annunciato dalla commissaria UE per i Trasporti, Adina Vălean.

Nucleare – Nel 2016, l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 26 aprile come Giornata internazionale in commemorazione del disastro avvenuto a Chernobyl, in Ucraina, per richiamare l’attenzione sulle gravi conseguenze a lungo termine dell’incidente nucleare ritenuto il più grave della storia. 34 anni fa, la nube radioattiva provocata dallo scoppio del reattore n.4 della centrale nucleare, sorvolava buona parte dell’Europa, con effetti su milioni di persone. All’epoca, le autorità sovietiche hanno tenuto all’oscuro la portata del disastro e neanche ad oggi è accertato il numero delle vittime. L’Ucraina ha confermato che 125.000 persone sono morte a causa delle radiazioni. La nube è arrivata anche sulla Romania, con i più alti tassi di inquinamento radioattivo nelle città di Iaşi, Suceava, Târgu Mureş, Galaţi e Tulcea. Nicolae Ceauşescu aveva convocato il comitato esecutivo del partito comunista quattro giorni dopo il disastro, di cui la popolazione venne informata il 2 maggio.

Decesso – Il principe Mihai Dimitrie Sturdza, storico e diplomatico di origine romena, si è spento a Parigi, all’età di 86 anni. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Istituto Culturale Romeno, Filip-Lucian Iorga-Bărbulescu. Era bisnipote di Mihail Sturdza, principe della Moldavia dal 1834 al 1849, e discendente della famiglia del generale Gheorghe Manu, eroe della Guerra di Indipendenza, primo ministro e sindaco di Bucarest nella seconda metà dell’Ottocento. Nato a Bucarest nel 1934, Mihai Dimitrie Sturdza venne arrestato nel 1952 dal regime comunista, con l’accusa di non aver denunciato un complotto, e inviato in vari campi di lavoro. Rimesso in libertà nel 1954, riuscì ad iscriversi alla Facoltà di Filologia dell’Università di Bucarest, conseguendo la laurea nel 1960. Lasciò il Paese nel 1963 alla volta di Parigi, dove studiò presso l’Istituto di Scienze Politiche. Dal 1968 al 1985, lavorò presso il Dipartimento scambi culturali e scientifici del Ministero degli Esteri francese. Fu l’interprete di lingua romena dei presidenti Charles de Gaulle e Valéry Giscard d’Estaing. Dal 1986 al 1995, fu redattore politico del Dipartimento politico di Radio Free Europe, a Monaco di Baviera. Alla scadenza del contratto, ricevette una lettera di auguri dal presidente americano Bill Clinton. Come storico, Mihai Dimitrie Sturdza lascia un’impressionante opera riguardante, tra l’altro, la storia della nobiltà del sud-est europeo, lo status internazionale dei Principati Romeni, le relazioni romeno-russe o la storia della cultura. I suoi scritti vennero pubblicati da prestigiose pubblicazioni ed editrici a Parigi, Monaco di Baviera, Bucarest e Iaşi.

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