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26.04.2020 (aggiornamento)

COVID-19 – Dopo due mesi di epidemia di coronavirus, sono oltre 11.000 i contagi in Romania e 619 i decessi. Il Gruppo di Comunicazione Strategica ha riferito oggi che 3.054 persone sono guarite e dimesse e 236 ricoverate in terapia intensiva. All’estero, sono stati rilevati positivi 1.512 connazionali, per la maggior parte in Italia, e 74 sono deceduti.

26.04.2020 (aggiornamento)
26.04.2020 (aggiornamento)

, 26.04.2020, 18:54

COVID-19 – Dopo due mesi di epidemia di coronavirus, sono oltre 11.000 i contagi in Romania e 619 i decessi. Il Gruppo di Comunicazione Strategica ha riferito oggi che 3.054 persone sono guarite e dimesse e 236 ricoverate in terapia intensiva. All’estero, sono stati rilevati positivi 1.512 connazionali, per la maggior parte in Italia, e 74 sono deceduti.

Trasporti – La compagnia di bandiera romena TAROM ha annunciato la ripresa dei voli dal 2 maggio, con Amsterdam come prima destinazione, seguita da Atene, Parigi e Francoforte. Anche la low-cost romena Blue Air ha reinserito nel sistema di prenotazioni voli diretti dalla Romania verso città del Paese e dell’Europa da metà maggio. Nei giorni scorsi, il Governo di Bucarest ha approvato un credito volto a salvare le due compagnie aeree romene, che avevano sollecitato in precedenza 130 milioni di euro per superare la crisi provocata dal coronavirus. A maggio, la Commissione Europea presenterà un pacchetto di provvedimenti, tra cui il distanziamento sociale negli aeroporti e sugli aerei, al fine di far ripartire in sicurezza il traffico, allorquando le quarantene imposte per contenere la pandemia saranno rimosse, secondo quanto annunciato dalla commissaria UE per i Trasporti, Adina Vălean.

Finanze – Il ministro delle Finanze romeno, Florin Cîţu, ha dichiarato che farà il possibile per il ripristino della prospettiva stabile per la Romania alle prossime valutazioni delle agenzie di rating. Il ministro ha spiegato che tutte le agenzie di rating hanno fatto una netta distinzione tra il modo in cui sono state gestite le finanze pubbliche dal precedente governo socialdemocratico e quello applicato dall’attuale squadra liberale, insediata lo scorso autunno. Il socialdemocratico Eugen Teodorovici – il predecessore di Florin Cîţu – sostiene che ora gli investitori percepiranno la Romania come un Paese molto più a rischio e che Bucarest prenderà dei prestiti a costi molto più alti. Due giorni fa, l’agenzia Moody’s ha rivisto al ribasso, da stabile a negativa, la prospettiva economica della Romania, stimando un deficit del 7,7% del PIL nel 2020, in seguito al deterioramento dell’equilibrio fiscale e del declino dell’economia, anticipato a 5 punti percentuali.

Capitale – Le compagnie attive sul mercato finanziario romeno hanno ricevuto dagli azionisti stranieri iniezioni di capitale di 32,55 milioni di euro nel primo trimestre dell’anno, di 2,6 volte in più rispetto al corrispondente periodo del 2019, quando il livello era indicato a 12,52 milioni di euro. Lo ha annunciato l’Ufficio Nazionale del Registro del commercio. La più alta infusione di capitale, pari a 14,26 milioni di euro, è arrivata a gennaio per Metropolitan Life, che gestisce un fondo pensioni privato, seguita da Omniasig Vienna Insurance Group SA, con 8,93 milioni di euro ricevuti a febbraio.

Turismo – Anche in Romania il turismo è stato fortemente colpito dalla crisi del coronavirus. Il 90% degli alberghi del Paese sono chiusi, e 150.000 dei 180.000 dipendenti del settore HoReca sono in cassa integrazione o licenziati. Gli unici alberghi aperti in questo periodo sono quelli convenzionati con lo Stato, che ospitano le persone in quarantena istituzionalizzata.

Nucleare – Nel 2016, l’Assemblea Generale dell’ONU ha proclamato il 26 aprile come Giornata internazionale in commemorazione del disastro avvenuto a Chernobyl, in Ucraina, per richiamare l’attenzione sulle gravi conseguenze a lungo termine dell’incidente nucleare ritenuto il più grave della storia. 34 anni fa, la nube radioattiva provocata dallo scoppio del reattore n.4 della centrale nucleare, sorvolava buona parte dell’Europa, con effetti su milioni di persone. All’epoca, le autorità sovietiche hanno tenuto all’oscuro la portata del disastro e neanche ad oggi è accertato il numero delle vittime. L’Ucraina ha confermato che 125.000 persone sono morte a causa delle radiazioni. La nube è arrivata anche sulla Romania, con i più alti tassi di inquinamento radioattivo nelle città di Iaşi, Suceava, Târgu Mureş, Galaţi e Tulcea. Nicolae Ceauşescu aveva convocato il comitato esecutivo del partito comunista quattro giorni dopo il disastro, di cui la popolazione venne informata il 2 maggio.

Decesso – Il principe Mihai Dimitrie Sturdza, storico e diplomatico di origine romena, si è spento a Parigi, all’età di 86 anni. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Istituto Culturale Romeno, Filip-Lucian Iorga-Bărbulescu. Era bisnipote di Mihail Sturdza, principe della Moldavia dal 1834 al 1849, e discendente della famiglia del generale Gheorghe Manu, eroe della Guerra di Indipendenza, primo ministro e sindaco di Bucarest nella seconda metà dell’Ottocento. Nato a Bucarest nel 1934, Mihai Dimitrie Sturdza venne arrestato nel 1952 dal regime comunista, con l’accusa di non aver denunciato un complotto, e inviato in vari campi di lavoro. Rimesso in libertà nel 1954, riuscì ad iscriversi alla Facoltà di Filologia dell’Università di Bucarest, conseguendo la laurea nel 1960. Lasciò il Paese nel 1963 alla volta di Parigi, dove studiò presso l’Istituto di Scienze Politiche. Dal 1968 al 1985, lavorò presso il Dipartimento scambi culturali e scientifici del Ministero degli Esteri francese. Fu l’interprete di lingua romena dei presidenti Charles de Gaulle e Valéry Giscard d’Estaing. Dal 1986 al 1995, fu redattore politico del Dipartimento politico di Radio Free Europe, a Monaco di Baviera. Alla scadenza del contratto, ricevette una lettera di auguri dal presidente americano Bill Clinton. Come storico, Mihai Dimitrie Sturdza lascia un’impressionante opera riguardante, tra l’altro, la storia della nobiltà del sud-est europeo, lo status internazionale dei Principati Romeni, le relazioni romeno-russe o la storia della cultura. I suoi scritti vennero pubblicati da prestigiose pubblicazioni ed editrici a Parigi, Monaco di Baviera, Bucarest e Iaşi.

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