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25.11.2024

Elezioni: il candidato nazionalista Călin Georgescu vince il primo turno delle presidenziali in Romania/ Dimissioni: i leader socialdemocratico Marcel Ciolacu e liberale Nicolae Ciucă/ Visti: Cina abolisce obbligatorietà per i cittadini romeni dal 30 novembre 2024 al 31 dicembre 2025

25.11.2024
25.11.2024

, 25.11.2024, 19:29

Elezioni –  La centralizzazione dei verbali in tutti i seggi, dopo il primo turno delle presidenziali svoltesi il 24 novembre in Romania, indica che il candidato indipendente Călin Georgescu si è piazzato, in modo soprendente, al primo posto nelle preferenze dell’elettorato, con il 22,94% dei voti. Il secondo posto è stato aggiudicato da Elena Lasconi, leader dell’USR, con il 19,18%, mentre al terzo posto si trova il primo ministro socialdemocratico, Marcel Ciolacu, con il 19,15%. Seguono i presidenti dell’AUR, George Simion (13,86%) e del PNL, Nicolae Ciucă (8,79%), e l’ex vicesegretario generale della NATO, Mircea Geoană, con il 6,32% dei voti. Gli altri candidati hanno ottenuto valori inferiori al 5%. L’affluenza alle urne è stata del 52%. All’estero hanno votato oltre 821.000 romeni. Secondo l’Autorità Elettorale Permanente, Călin Georgescu ha raccolto il maggior numero di voti validamente espressi all’estero, il 43,35%, seguito da Elena Lasconi – 26,82% e da George Simion – il 12,07%. Nella corsa presidenziale si sono presentati 13 candidati, 9 proposti dai partiti politici e 4 indipendenti. Il ballottaggio si svolgerà l’8 dicembre. Il 1 dicembre, Festa Nazionale della Romania, si terranno anche le elezioni politiche. Sempre quest’anno, il 9 giugno, in Romania si sono svolte simultaneamente anche le elezioni amministrative e le europee.

 

Dimissioni – In seguito ai risultati nel primo turno delle presidenziali, il primo ministro romeno, Marcel Ciolacu, ha annunciato le sue dimissioni dalla direzione del Partito Social Democratico. Ciolacu non è riuscito a qualificarsi al secondo turno, superato per poche migliaia di voti dalla candidata dell’Unione Salvate Romania, Elena Lasconi. Il presidente del PSD si è congratulato con i due candidati qualificati al secondo turno, annunciando che il suo partito non contesterà il risultato, perché l’importanza del turno decisivo dell’8 dicembre è molto più importante degli interessi personali. Ciolacu ha inoltre affermato che resterà accanto ai suoi colleghi fino alle elezioni politiche, previste per domenica prossima, dopo di che non si candiderà più per nessuna carica nel partito.  Una situazione simile si è verificata anche al Partito Nazionale Liberale, partner di governo dei socialdemocratici. Il leader del partito, Nicolae Ciucă, che ricopre anche la carica di presidente del Senato, si è dimesso dopo essersi piazzato al quinto posto alle elezioni. Ciucă ha rivolto ai partiti tradizionali l’appello di “tenere la Romania unita” e ha detto che il PNL “è consapevole per gli errori commessi e lotterà fino in fondo affinché la Romania resti un paese libero e democratico”.

 

Voto all’estero – Questa mattina, alle 7 in Romania, si è concluso il primo turno delle elezioni presidenziali anche in tutti i 950 seggi elettorali organizzati all’estero. Secondo il Ministero degli Affari Esteri, gli ultimi seggi in cui si sono concluse le votazioni all’estero sono stati quelli organizzati a Vancouver, in Canada, e sulla costa occidentale degli USA: San Francisco, Los Angeles, Anaheim, Las Vegas, Portland, Sacramento, San Diego, Seattle. Le differenze di fuso orario e il programma specifico delle votazioni hanno fatto sì che il voto all’estero per le elezioni presidenziali ha avuto una durata di 78 ore, rispetto all’ora romena: da venerdì 22 novembre  fino a lunedì 25 novembre. Per le elezioni presidenziali e politiche di quest’anno, il MAE ha organizzato 950 seggi elettorali all’estero. Secondo l’AEP, fino a lunedì, al momento della chiusura delle urne, hanno votato 821.703 elettori romeni all’estero.

 

Referendum – A Bucarest, si è votato ieri anche nel referendum locale promosso dal sindaco generale, Nicuşor Dan. La consultazione pubblica ha superato la soglia del 30% necessaria alla convalida e ha ottenuto, secondo le stime, una maggioranza di voti a favore delle tre proposte. Il 67% degli elettori si è pronunciato a favore della centralizzazione dei permessi di costruzione nella capitale, il 64% per la proposta di distribuzione dei fondi tra il Municipio Generale e quelli di rione, mentre l’82% ha votato a favore del programma di prevenzione dell’uso della droga nelle scuole. Il voto dovrà però essere confermato dal Parlamento, e i partiti politici non possono ignorare la volontà di 500.000 bucarestini, ha affermato il sindaco Dan, sollecitando alle formazioni politiche di pronunciarsi nei prossimi giorni per l’applicazione nella legislazione della volontà dei cittadini espressa al referendum.

 

Festa Nazionale – Ad Alba Iulia, capitale della Grande Unione del 1 dicembre 1918, continuano i preparativi per la Festa Nazionale della Romania. Secondo la tradizione degli ultimi anni, il 30 novembre saranno deposte corone alle statue dei creatori dell’Unione,  mentre in serata sono previsti concerti all’aperto. L’attrazione principale della Festa Nazionale della Romania sarà la sfilata militare, alla quale parteciperanno più di 1.000 soldati, veicoli terrestri, elicotteri e aerei F-16. In serata è previsto anche uno spettacolo pirotecnico. Quest’anno, il 1 dicembre è un giorno dal doppio significato. I romeni celebrano la fondazione dello Stato nazionale unitario e saranno organizzate anche le elezioni politiche.

 

Eurostat – Le spese totali per la previdenza sociale nell’UE hanno raggiunto i 4.583 miliardi di euro nel 2023, in aumento di oltre il 6% rispetto al 2022, mentre la Romania si annovera tra gli stati membri in cui l’aumento di queste spese è stato significativamente più elevato rispetto alla media comunitaria. Secondo ai dati pubblicati da Eurostat, nel 2023 rispetto al 2022, i maggiori aumenti delle spese per la previdenza sociale sono stati registrati in Slovacchia (aumento del 18,9%), Polonia (18,4%), Ungheria (15,2%), Bulgaria (14,6%) e Romania (13,8%). Nel caso della Romania, le pensioni rappresentano il 53,2% del totale delle spese di previdenza sociale, seguite da quelle sanitarie (27,7%) e da quelle per famiglie e figli (12,3%).

 

Romania-Cina – La Cina elimina l’obbligatorietà dei visti per i cittadini romeni nel periodo dal 30 novembre 2024 fino al 31 dicembre 2025. La decisione è stata accolta con favore dal Ministero degli Affari Esteri romeno, secondo il quale la misura è in grado di agevolare la mobilità dei cittadini romeni, aumentando la portata dei contatti interpersonali. L’eliminazione dell’obbligatorietà dei visti si applica in una delle seguenti condizioni: affari, turismo, visita o transito. I cittadini romeni che non soddisfano una di queste condizioni dovranno presentare il visto all’ingresso nel paese.

 

Violenza sulla donne – Oggi è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, un’occasione in cui il Ministero degli Affari Esteri rileva che la Romania intende contribuire alla creazione di un ambiente sicuro ed equo per tutte le donne, indipendentemente dalla nazionalità, dalla cultura o dal loro statuto sociale. Il MAE riafferma in questo modo il proprio impegno nel promuovere e tutelare i diritti delle donne, sia a livello nazionale che internazionale. Dalla posizione di stato membro del Consiglio per i diritti umani (2023-2025) e della Commissione sulla condizione delle donne (2024-2028), la Romania mira a promuovere i diritti delle donne, considerando che la loro protezione è essenziale per lo sviluppo di una società giusta e inclusiva. La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne mira ad aumentare la consapevolezza che le donne in tutto il mondo affrontano molte forme di violenza, tra cui lo stupro, la violenza domestica o altre forme di abuso. La portata reale di questo fenomeno è spesso nascosta. Nel 2024 si compiono 10 anni da quando la Romania ha firmato la “Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e contro la violenza domestica”.

 

 

 

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