25.11.2014
Bucarest — Il premier romeno, Victor Ponta, ha dichiarato, oggi, nel Parlamento di Bucarest di essersi assunto il fallimento dell’organizzazione delle elezioni presidenziali all’estero e di averne pagato il prezzo politico. Victor Ponta, che ha perso le elezioni a favore di Klaus Iohannis, ha dichiarato che si impone il cambiamento della legge elettorale ed ha proposto al legislativo di introdurre il voto elettronico o per corrispondenza. Ponta si è inoltre pronunciato a favore dell’attribuzione di tutti gli strumenti necessari per l’organizzazione delle elezioni ad un unico ente, come ad esempio l’Ente Elettorale Permanente. Il Partito Nazionale Liberale (l’opposizione di centro-destra), ritiene che Victor Ponta e il suo governo siano responsabili per la cattiva organizzazione delle elezioni nella diaspora, dove in entrambi i turni di scrutinio si sono create file di migliaia di persone e numerosi romeni non sono più riusciti a votare. Il dibattito nel Parlamento su questo tema si è svolto sull’iniziativa dei liberali. Due ministri degli Esteri si sono dimessi sullo sfondo dello scandalo scoppiato intorno al voto all’estero e la Procura Generale ha avviato un’inchiesta in questo caso.
România Internațional, 25.11.2014, 16:21
Bucarest — Il neo ministro romeno degli Esteri, Bogdan Aurescu, ha annunciato che la sua prima visita in veste di capo della diplomazia romena sarà a Chisinau, nella confinante Moldova (repubblica ex sovietica, a maggioranza romenofona), il 1 dicembre – Festa Nazionale della Romania -, ad un giorno dopo le elezioni politiche in questo Paese. Aurescu ha sottolineato che queste elezioni rappresentano un momento storico per la Moldova, che deve segnare il consolidamento del percorso irreversibile verso l’Europa e la continuazione delle riforme democratiche. In caso contrario, tutti gli sforzi compiuti dal governo pro-europeo di Chisinau, dall’UE e dalla Romania in questa direzione strategica saranno inutili, ha aggiunto il capo della diplomazia romena. Aurescu ha pure annunciato che la sua seconda visita ufficiale sarà a Bruxelles, dove sarà presente, il 2 dicembre, alla riunione dei ministri degli Esteri degli Stati NATO, mentre il 4 e il 5 dicembre si recherà a Basilea, in Svizzera, alla riunione dei capi della diplomazia degli stati membri dell’OSCE.
Bucarest — L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia di Bucarest ha accettato, oggi, il ricorso nella causa sull’incompatibilità del presidente eletto, Klaus Iohannis, ed ha stabilito il primo termine per il 14 gennaio. Nell’autunno dell’anno scorso, Iohannis è stato dichiarato incompatibile dall’Agenzia Nazionale di Integrità (ANI), perché deterrebbe simultaneamente la carica di sindaco di Sibiu (centro del Paese) e di rappresentante della municipalità nell’Assemblea Generale di due società commerciali. Ulteriormente, un tribunale locale ha smentito il rapporto dell’ANI, ma l’agenzia ha fatto ricorso. Klaus Iohannis assumerà la carica di capo dello stato dopo il 21 dicembre, quando scade il mandato dell’attuale presidente, Traian Băsescu.
Bucarest – Il Consiglio Supremo per la Difesa del Paese si è riunito oggi a Bucarest, per l’ultima volta sotto la direzione di Traian Băsescu, prima della fine del suo secondo mandato di presidente della Romania, il 21 dicembre. I membri del Consiglio hanno deciso che le proposte di budget per il 2015 delle istituzioni con attributi nel campo della sicurezza nazionale e degli orientamenti strategici della Romania siano approvati dopo che il Governo avrà un’immagine chiara sulle risorse che ha a disposizione. Il Consiglio ha approvato gli orientamenti strategici della Romania per quanto riguarda lo sviluppo dell’infrastruttura energetica, nel contesto degli sviluppi europei in questo settore. Il capo dello stato ha chiesto al Governo di mettere a punto una strategia sul transito dei gas naturali che saranno estratti dal Mar Nero e che dovrebbero assicurare soprattutto il fabbisogno della Romania e della Moldova, mentre il resto dovrà andare all’export. Quanto alla partecipazione dell’esercito romeno alla missione della NATO Resolute Support in Afghanistan, nel 2015, il Consiglio ha approvato l’aumento delle forze di fino a 450 militari, stabilendo un massimo di 650 militari. I membri del Consiglio hanno inoltre concluso che la crisi in Ucraina danneggia settori di interesse strategico per la Romania, tra cui la sicurezza marittima ed aerea, economica, ma anche la dimensione politica dei rapporti della Romania con gli stati della regione e con la Russia.
Bucarest — I procuratori romeni della Direzione Nazionale Anticorruzione hanno effettuato, oggi, a Bucarest e Buzău (sud-est), perquisizioni presso istituzioni pubbliche e presso i domicili di alcune persone fisiche. Stando alla DNA, le perquisizioni sono effettuate nell’ambito di un processo penale relativo a reati contro gli interessi finanziari dell’UE, commessi nel periodo 2010 – 2014. Fonti giudiziarie hanno dichiarato che anche l’Associazione dei Non vedenti della Romania vi è coinvolta. I procuratori godono anche del sostegno del Servizio Romeno di Informazioni e della Brigata Speciale di Intervento della Gendarmeria.
Bucarest — L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia della Romania ha annunciato oggi che i procuratori hanno avviato un’inchiesta penale nel caso dell’incidente aereo verificatosi la scorsa settimana nel centro del Paese, in cui 8 militari hanno perso la vita. L’Alta Corte ha precisato che i reati in questa causa sono di omicidio colposo e inosservanza delle misure legali di sicurezza e salute al posto di lavoro. Nell’incidente, avvenuto nella provincia di Sibiu, sono state ferite altre due persone. I 10 militari dovevano partecipare ad un’esercitazione congiunta con le truppe americane.
Bucarest — La Romania ha annunciato, oggi, che non riconosce il cosiddetto “Trattato di Alleanza e Partenariato Strategico tra la Federazione Russa e l’Abcasia” (regione separatista pro-russa sul territorio della Georgia), firmato a Sochi (in Russia). Il Ministero degli Esteri di Bucarest precisa che non riconosce il quadro giuridico in base al quale è stato firmato il documento e ritiene che, tramite il suo carattere provocatorio e unilaterale, il documento rischia di destabilizzare l’intera regione. Inoltre, la diplomazia romena ribadisce il fermo sostegno alla soluzione pacifica, negoziata, dei conflitti congelati nella zona – in Abcasia e Ossezia del Sud -, rispettando la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia. Il documento è stato criticato anche dall’UE e dalla NATO.
(traduzione di Gabriela Petre)