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25.10.2022

Esercito – Manifestazioni nelle guarnigioni del Paese e nelle basi internazionali dove sono dispiegati militari romeni hanno celebrato oggi la Giornata dell’Esercito in Romania. Sono state deposte corone di fiori nelle caserme, ai Monumenti degli Eroi, nonché presso quelli dedicati ai soldati romeni caduti in Austria, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Federazione Russa, Polonia, Repubblica di Moldova o Ungheria. L’Esercito è stato e continuerà ad essere il simbolo della tenacia, nonchè una componente essenziale nell’evoluzione della Romania, ha dichiarato il presidente Klaus Iohannis. Il capo dello stato ha precisato che la Romania gode di una posizione ben distinta all’interno della NATO, nochè di un’indiscutibile qualità di fornitore di sicurezza nella regione del Mar Nero e sul Fianco Orientale dell’Alleanza. Secondo il Ministero della Difesa, nelle campagne della Seconda Guerra Mondiale, lo sforzo bellico della Romania ha comportato lo schieramento sul fronte di circa 540.000 soldati, di cui oltre 90.000 hanno perso la vita, quasi 60.000 sono stati dichiarati dispersi e oltre 330.000 sono rimasti feriti. Dopo la liberazione del territorio nazionale, avvenuta il 25 ottobre 1944, l’esercito romeno ha continuato i combattimenti sui territori di Ungheria, Cecoslovacchia e Austria, a fianco delle truppe alleate, contribuendo, attraverso nuovi sacrifici, alla grande vittoria ottenuta il 9 Maggio 1945, che segnò anche la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa.

25.10.2022
25.10.2022

, 25.10.2022, 17:42

Esercito – Manifestazioni nelle guarnigioni del Paese e nelle basi internazionali dove sono dispiegati militari romeni hanno celebrato oggi la Giornata dell’Esercito in Romania. Sono state deposte corone di fiori nelle caserme, ai Monumenti degli Eroi, nonché presso quelli dedicati ai soldati romeni caduti in Austria, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Federazione Russa, Polonia, Repubblica di Moldova o Ungheria. L’Esercito è stato e continuerà ad essere il simbolo della tenacia, nonchè una componente essenziale nell’evoluzione della Romania, ha dichiarato il presidente Klaus Iohannis. Il capo dello stato ha precisato che la Romania gode di una posizione ben distinta all’interno della NATO, nochè di un’indiscutibile qualità di fornitore di sicurezza nella regione del Mar Nero e sul Fianco Orientale dell’Alleanza. Secondo il Ministero della Difesa, nelle campagne della Seconda Guerra Mondiale, lo sforzo bellico della Romania ha comportato lo schieramento sul fronte di circa 540.000 soldati, di cui oltre 90.000 hanno perso la vita, quasi 60.000 sono stati dichiarati dispersi e oltre 330.000 sono rimasti feriti. Dopo la liberazione del territorio nazionale, avvenuta il 25 ottobre 1944, l’esercito romeno ha continuato i combattimenti sui territori di Ungheria, Cecoslovacchia e Austria, a fianco delle truppe alleate, contribuendo, attraverso nuovi sacrifici, alla grande vittoria ottenuta il 9 Maggio 1945, che segnò anche la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa.




Dimissioni – Il presidente Klaus Iohannis ha firmato il decreto con il quale prende atto delle dimissioni del ministro della Difesa, Vasile Dîncu, nonchè il decreto di nomina nella carica, ad interim, del primo ministro Nicolae Ciucă. Il socialdemocratico Vasile Dîncu ha rassegnato le dimissioni motivando il gesto con l’impossibilità di collaborare con il presidente. Le dimissioni arrivano due settimane dopo una serie di dichiarazioni controverse sulla guerra in Ucraina. Ora, il PSD chiede una riunione urgente della coalizione di governo per decidere chi sarà il successore di Dîncu. Il dicastero della Difesa appartiene ai socialdemocratici, secondo l’intesa della coalizione al governo composta da PSD, PNL e UDMR.



Consiglio Supremo Difesa – Riunito a Bucarest, il Consiglio Supremo di Difesa ha approvato oggi l’aggiornamento del programma Esercito 2040 nelle aree principali: il budgeting del necessario di personale, la riconfigurazione dei programmi di dotazione e le azioni per ripristinare le scorte, la modernizzazione dell’industria della difesa, nonché le misure per un migliore mantenimento del personale militare qualificato. Esercito 2040 mira allo sviluppo delle capacità militari nazionali per garantire l’adempimento da parte dello stato romeno dell’obbligo costituzionale di difendere l’integrità territoriale della Romania, nel contesto della decisione di stanziare il 2,5% del PIL alla difesa, a partire dal 2023. Il Consiglio Supremo di Difesa ha inoltre analizzato e approvato le proposte del Ministero dell’Energia in merito al miglioramento della resilienza energetica della Romania, per proteggere la popolazione e per assicurare la continuità nella fornitura di energia elettrica e gas naturale, a prezzi che non gravino sui cittadini. I membri del Consiglio hanno discusso anche del sostegno che la Romania continuerà a fornire all’Ucraina. Valutate anche le proposte per contrastare potenziali minacce, in modo da mantenere la pace nella regione del Mar Nero ed evitare l’espansione del conflitto.



Schengen – Gli esperti della Commissione Europea e degli stati membri presenteranno domani a Bruxelles il rapporto e le conclusioni relative alla missione di valutazione Schengen effettuata in Romania e Bulgaria a partire dalla metà di questo mese. Il Consiglio dovrà quindi adottare le misure necessarie affinché i due Paesi, insieme alla Croazia, aderiscano pienamente all’area della libera circolazione,ha dichiarato all’AGERPRES Anitta Hipper, portavoce della Commissione Europea per gli affari interni, la migrazione e la sicurezza interna. Di recente, il Parlamento Europeo ha adottato, a larga maggioranza, una risoluzione non legislativa in cui chiede al Consiglio di prendere, entro la fine anno, tutte le misure necessarie per l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’area Schengen. In Olanda, costantemente contraria all’adesione della Romania allo spazio europeo di libera circolazione, invocando problemi nel campo della giustizia e nel rispetto dello stato di diritto, il Parlamento ha adottato di recente una risoluzione in cui chiede al governo dell’Aia ulteriori chiarimenti sulla sorveglianza dei confini in Romania e Bulgaria, e di non adottare fino allora misure irreversibili. Il tema dell’adesione potrebbe essere inserito nell’agenda del Consiglio Giustizia e Affari Interni dell’8 e 9 dicembre. Una decisione sull’allargamento richiede l’unanimità.



Rifugiati Ucraina – A Bucarest, il Ministero degli Esteri informa che, dall’inizio della guerra in Ucraina, il territorio romeno è stato transitato da oltre 2,6 milioni di ucraini, dei quali oltre 86.500 hanno deciso di restare. In un bilancio a 8 mesi dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio scorso, Bucarest ricorda di essere stata ampiamente impegnata nell’agevolazione del trasporto e del transito dei cereali ucraini verso i mercati internazionali. Allo stesso tempo, attraverso l’hub umanitario internazionale di Suceava (nord-est), la Romania ha agevolato 56 trasporti umanitari verso l’Ucraina da paesi come Italia, Francia o Germania.



Carbone – La Romania ha aumentato la produzione nazionale di carbone per far fronte alla crisi energetica. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi otto mesi dell’anno, le quantità estratte dalle miniere sono aumentate dell’1,7%, mentre quelle importate del 13,5%. La Commissione Nazionale Strategia e Previsione stima per quest’anno una produzione di carbone superiore del 10% rispetto al 2021, nonchè importazioni in aumento del 2,8%. Per il prossimo anno, la crescita della produzione è stimata all’8%.



Eclissi – Un’eclissi parziale di sole è stata visibile oggi in Romania. Il disco solare e stato oscurato del 44% – infora l’Osservatorio Astronomico di Bucarest. Il fenomeno, durato due ore e 30 minuti, è iniziato nell’ovest del Paese e si è concluso nel sud-est. L’eclissi è stata visibile anche nella capitale.




Il premier Marcel Ciolacu (foto: gov.ro)
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