24.04.2017
Bucarest — L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia di Bucarest ha bocciato la sollecitazione del leader del PSD, Liviu Dragnea di cancellazione della condanna a due anni di reclusione con sospensione, ricevuta nel dossier sul Referendum. Dragnea aveva contestato la decisione in questo caso con la motivazione che la decisione non è stata redatta entro 30 giorni dalla sua pronuncia, mentre alla data della sua stesura il presidente del completo non era più giudice, perchè si era pensionato. Il presidente del PSD è stato condannato a due anni di carcere con sospensione nel mese di aprile 2016 per frode al referendum per la destituzione di Traian Basescu dalla carica di presidente della Romania, nel 2012. Egli è stato accusato che prima e durante lo svolgimento del referendum ha messo a punto un sistema per cambiare il risultato del voto e per ottenere il quorum necessario per la destituzione. D’altra parte, il leader social-democratico ha dichiarato di recente di non escludere la creazione di una commissione parlamentare per indagare sul referendum del 2012, invalidato per mancanza di quorum, come è avvenuto pure nel caso della commissione per le presidenziali del 2009, creata in seguito a informazioni su possibili frodi alle elezioni, apparse nello spazio pubblico.
România Internațional, 24.04.2017, 16:55
Bucarest — La Procura Generale ha annunciato oggi di aver avviato un’inchiesta penale sulle presidenziali del 2009 in Romania, in seguito alla informazioni rese pubbliche dal giornalista romeno Dan Andronic. Secondo la Procura, le indagini si svolgono in rem e riguardano reati di abuso d’ufficio e falsità nei documenti e nelle evidenze elettorali. La Procura sostiene che esistono sospetti che nel processo elettorale del dicembre 2009 siano state coinvolte autorità pubbliche e/o persone, diverse da quelle previste per legge. In un articolo pubblicato di recente, Dan Andronic affermava che l’attuale capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi, l’ex primo vicedirettore del SRI, Florian Coldea, ma anche l’ex vicepremier Gabriel Oprea avrebbero contribuito nel 2009 alla vittoria di Traian Băsescu alle presidenziali. La scorsa settimana, il PSD e l’ALDE (la coalizione al governo) avevano chiesto un’indagine parlamentare per chiarire gli aspetti legati all’organizzazione delle elezioni del 2009, ma anche al risultato dello scrutinio presidenziale dopo le informazioni rese pubbliche dallo stesso giornalista.
Bucarest — La situazione del sistema giudiziario e le misure che la Romania deve applicare nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica dell’UE sono state analizzate oggi durante una seduta di lavoro al Ministero della Giustizia. Vi hanno partecipato il ministro della Giustizia, Tudorel Toader, il procuratore generale, Augustin Lazăr, il capo della DNA, Laura Codruţa Kovesi, la presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Mariana Ghena, e il ministro con delega agli affari europei, Ana Birchall. Il Ministero della Giustizia finirà di redigere entro qualche giorno il rapporto sulla giustizia che verrà analizzato la settimana prossima con i rappresentanti della Commissione Europea. Tramite questo meccanismo istituito da Bruxelles, la Romania è monitorata, assieme alla Bulgaria, nel campo della Giustizia sin dalla sua adesione all’UE, nel 2007, affinché possa superare le carenze nella riforma del sistema giudiziario e nella lotta alla corruzione. Gli ultimi rapporti sul contrasto della corruzione in Romania sono stati positivi. Il primo vicepresidente della CE, Frans Timmermans, ha dichiarato la settimana scorsa a Bucarest, dopo i colloqui con le autorità romene, che una volta adempiute le raccomandazioni del MCV, Bruxelles non esiterà a riconoscere i risultati.
Bucarest — Il ddl sulla retribuzione unitaria è stato inoltrato oggi al Senato, essendo firmato da 205 parlamentari del PSD e dell’ALDE (la coalizione al governo in Romania). Stando al ministro del lavoro, Lia Olguta Vasilescu, il Senato è la prima Camera legislativa interessata. Lei ha precisato che i parlamentari hanno inoltrato più emendamenti alla bozza di atto normativo, che però “non modificano in alcun modo l’essenza della legge”. Il Governo ha promesso che la legge sulla retribuzione unitaria dei pubblici dipendenti entrerà in vigore dal 1 luglio e spera che il documento sia approvato dal legislativo il prima possibile. L’opposizione critica il progetto e rimprovera al PSD (il principale partito della coalizione al potere) di lasciare al futuro governo il compito di aumentare gli stipendi dei pubblici dipendenti.
Bucarest — Quattro aerei da combattimento appartenenti alla Forze Aeree britanniche hanno atterrato oggi presso la base militare Mihail Kogălniceanu di Costanza (sud-est della Romania) — hanno annunciato le Forze Aeree Romene. Il distaccamento britannico formato da circa 150 militari (piloti e personale tecnico) con aerei Typhoon eseguirà missioni NATO di polizia aerea, nel periodo 1 maggio — 31 agosto, assieme agli aerei MiG-21 LanceR e ai militari delle Forze Aeree Romene. Le missioni contribuiranno allo sviluppo della capacità di reazione e al consolidamento dell’interoperabilità tra le forze aeree romene e britanniche. Il ministro della Difesa di Londra dichiarava, lo scorso ottobre, che gli aerei da combattimento sarebbero inviati in Romania per rafforzare la sicurezza dello spazio aereo nella zona del Mar Nero e nel sud-est della territorio NATO.
Bruxelles — La Romania ha registrato nel 2016 un deficit del 3% del PIL. Lo rilevano le stime preliminari pubblicate oggi dall’Eurostat. Assieme alla Romania, altri tre stati membri dell’UE hanno avuto l’anno scorso un deficit uguale o superiore al 3% del PIL. La Spagna ha registrato un deficit del 4,5% del PIL, la Francia del 3,4% e la Gran Bretagna del 3%. D’altra parte, alla fine del 2016 la Romania registrava, tra gli stati membri dell’UE, uno dei livelli più bassi del debito governativo rapportato al PIL (del 37,6%), livelli inferiori essendo registrati solo in Estonia, Lussembrugo, Bulgaria e R.Ceca. A livello dell’UE, 16 Paesi membri registravano livelli del debito governativo superiori al 60% del PIL.
Parigi — Il candidato del movimento centrista En Marche!, Emmanuel Macron ha vinto il primo turno delle elezioni presidenziali in Francia svoltosi domenica con il 24,01% dei voti, secondo i risultati finali resi pubblici oggi dal Ministero dellInterno. Egli si confronterà nel round decisivo del 7 maggio con il leader del Fronte Nazionale (di estrema destra), Marine Le Pen, che ha ottenuto il 21,30% dei voti. I candidati della destra e sinistra tradizionali hanno annunciato il loro sostegno a Macron. Nella campagna elettorale, quest’ultimo si è fatto notare soprattutto per promesse economiche, tra cui riduzioni fiscali per le corporazioni, una posizione flessibile sulla durata della settimana di lavoro, la diminuzione della disoccupazione, investimenti nella riconversione professionale, sostegno all’energia rinnovabile o l’ammodernamento dell’infrastruttura. Il primo turno delle elezioni presidenziali francesi si è svolto sullo sfondo di importanti misure di sicurezza determinate dalle minacce terroristiche. La presenza al voto è stata di quasi l’80%.
Mosca — Il capo della diplomazia europea, Federica Mogherini, ha discusso a Mosca con il ministro degli Esteri russo, Seghei Lavrov sui principali temi dell’agenda internazionale e bilaterale, senza ottenere progressi. Nella sua prima visita in Russia da quando ha assunto quest’incarico, la Mogherini ha dichiarato che è inutile che l’UE pretenda che non ci siano problemi a livello dei rapporti con la Russia, specialmente per quanto riguarda la Siria e l’Ucraina. La sua visita si è svolta sullo sfondo del peggioramento dei rapporti Russia-UE dopo l’annessione della Crimeea e del conflitto scoppiato nell’Est dell’Ucraina nel 2014. Bruxelles ha imposto sanzioni dure a Mosca per il suo presunto sostegno ai ribelli pro-russi che combattono nell’est dell’Ucraina. In replica, la Russia ha vietato l’importazione di più prodotti alimentari dall’UE. Mogherini ha spiegato oggi che le sanzioni imposte dall’UE alla Russia “non sono uno scopo in sé”, ma sono volte ad aiutare alla soluzione del conflitto in Ucraina, che ha ucciso più di 10.000 persone in tre anni. Dal canto suo, Lavrov ha dichiarato che le ambo le parti hanno ribadito la necessità dell’applicazione degli accordi di pace di Minsk per la soluzione del conflitto.