23.08.2014
Bucarest — La Romania ha celebrato il settantesimo anniversario dell’uscita dall’alleanza con la Germania nazista e il suo affiancarsi alle Nazioni Unite nella Seconda Guerra Mondiale. Il 23 agosto 1944, re Michele I ha disposto l’arresto del maresciallo filo-hitlerista Ion Antonescu e il ritorno alle tradizionali alleanze del Paese con gli USA e la Gran Bretagna. Impegnati nell’offensiva anti-tedesca, centinaia di migliaia di militari romeni sono stati uccisi o feriti negli ultimi nove mesi di guerra. Decisione conforme all’interesse nazionale – secondo la maggior parte degli esperti, colpo di stato – secondo i sostenitori di Antonescu, l’azione del 23 Agosto, ha contribuito – stando agli storici – all’abbreviazione della guerra in Europa di almeno sei mesi. Costretto ad abdicare e ad esiliarsi nel 1947, quando la Romania si trovava praticamente sotto occupazione sovietica ed era presieduta da un Governo comunista marionetta, Re Michele è riuscito a tornare nel Paese solo dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989. A 93 anni, Re Michele è l’unico capo di stato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale ancora in vita.
România Internațional, 23.08.2014, 16:53
Bucarest — La Romania ha celebrato il settantesimo anniversario dell’uscita dall’alleanza con la Germania nazista e il suo affiancarsi alle Nazioni Unite nella Seconda Guerra Mondiale. Il 23 agosto 1944, re Michele I ha disposto l’arresto del maresciallo filo-hitlerista Ion Antonescu e il ritorno alle tradizionali alleanze del Paese con gli USA e la Gran Bretagna. Impegnati nell’offensiva anti-tedesca, centinaia di migliaia di militari romeni sono stati uccisi o feriti negli ultimi nove mesi di guerra. Decisione conforme all’interesse nazionale – secondo la maggior parte degli esperti, colpo di stato – secondo i sostenitori di Antonescu, l’azione del 23 Agosto, ha contribuito – stando agli storici – all’abbreviazione della guerra in Europa di almeno sei mesi. Costretto ad abdicare e ad esiliarsi nel 1947, quando la Romania si trovava praticamente sotto occupazione sovietica ed era presieduta da un Governo comunista marionetta, Re Michele è riuscito a tornare nel Paese solo dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989. A 93 anni, Re Michele è l’unico capo di stato nel periodo della Seconda Guerra Mondiale ancora in vita.
Bucarest — Il Ministero degli Affari Esteri romeno organizzerà nel periodo 27-29 agosto la Riunione Annua della Diplomazia Romena, alla quale parteciperà anche Catherine Ashton, l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e vicepresidente della Commissione Europea. Vi parteciperanno anche Pavlo Klimkin, il ministro ucraino degli esteri, Maia Panjikidze, il ministro georgiano degli esteri, e Natalia Gherman, vice primo ministro, ministro degli affari esteri e dell’integrazione europea della Moldova. Secondo un comunicato del Ministero degli Affari Esteri, la riunione di quest’anno è dedicata a temi di politica estera con implicazioni a livello regionale ed internazionale: la sicurezza nella regione, l’iter europeo degli stati del Partenariato Orientale (Moldova, Georgia, Ucraina), lo sviluppo regionale, economico ed energetico e gli sviluppi all’interno dell’UE.
Bucarest — Alle elezioni presidenziali previste in autunno potranno votare oltre 18 milioni di romeni nel Paese e all’estero. Lo ha reso noto l’Ente Elettorale Permanente di Bucarest. Il primo turno delle presidenziali si svolgerà il 2 novembre, mentre il secondo il 16 novembre. Finora hanno annunciato la candidatura il premier Victor Ponta — presidente del partito socialdemocratico, l’attuale sindaco di Sibiu e leader dei liberali, Klaus Iohannis — da parte dell’Alleanza Cristiana Liberale, formata dai partiti nazionale-liberale e democratico-liberale, l’ex premier liberale Călin Popescu-Tăriceanu, la presidente del Partito Movimento Popolare (filo-presidenziale, all’opposizione), Elena Udrea, l’eurodeputata democratico-liberale Monica Macovei e l’indipendente Cristian Diaconescu, già ministro degli Esteri e della Giustizia.
Bucarest — L’Unione Europea non riconosce l’annessione della penisola ucraina della Crimea alla Russia. Lo ha ribadito la canceliera tedesca, Angela Merkel, in visita di lavoro oggi a Kiev, definendo fondamentale l’integrità territoriale dell’Ucraina e sostenendo il mantenimento delle regioni separatiste pro-russe Donec’k e Lugans’k sotto l’autorità di Kiev. Angela Merkel è il più importante leader occidentale recatosi a Kiev dall’inizio della crisi ucraina e la sua visita è considerata un gesto di sostegno alle autorità pro-occidentali. D’altra parte, gli scontri fra i separatisti e le truppe ucraine hanno provocato nuove vittime. Secondo più fonti, citate dalle agenzie di stampa, i camion russi utilizzati per il trasporto degli aiuti umanitari alle regioni ribelli, entrati ieri sul territorio dell’Ucraina senza il permesso ufficiale di Kiev, sono tornati con equipaggiamento rubato dalle fabbriche militari controllate dai separatisti.
(traduzione di Gabriela Petre)