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23.07.2022

Caldo – L’ondata di caldo soffocante ha avvolto anche quasi tutta la Romania. In cinque province dell’ovest e del nord-ovest vige il bollino rosso, con temperature massime estreme, paragonabili ai record assoluti, tra i 39 e i 42 gradi. Bollino arancione in più regioni dell’est, dove l’indice di calore supera la soglia critica di 80 unità e le massime sono arrivate a 40 gradi. Bollino giallo, invece, nel sud, con 34 gradi a Bucarest a mezzogiorno.

23.07.2022
23.07.2022

, 23.07.2022, 16:00

Incendi – I vigili del fuoco hanno lavorato per estinguere, nel giro di 24 ore, 174 incendi di vegetazione, che hanno colpito quasi 800 ettari. L’Ispettorato Generale per le Situazioni di Emergenza richiama l’attenzione che, dall’inizio del periodo canicolare, 2.000 ettari di vegetazione secca e fondo forestale sono stati colpiti dai roghi. A causa dell’ondata persistente di calore, oltre 1.500 persone hanno sollecitato assistenza alle strutture di pronto soccorso e idratazione aperte nelle province del paese. Gli Ispettorati per le Situazioni di Emergenza hanno svolto anche missioni per trasportare acqua potabile, per uso domestico o per gli animali nelle zone avvolte dal caldo eccessivo.

Attacco missilistico al porto di Odessa – L’Alto Rappresentante per gli Affari esteri dell’UE, Josep Borrell, ha condannato fermamente oggi l’attacco russo al porto ucraino di Odessa e ha criticato Mosca per l’aggressione contro un obiettivo cruciale per l’esportazione di cereali. Colpire un obiettivo cruciale per l’esportazione di grano un giorno dopo la firma degli accordi di Istanbul è particolarmente riprovevole e dimostra ancora una volta il totale disprezzo della Russia per il diritto e gli impegni internazionali, ha scritto in un tweet Josep Borrell. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato inequivocabilmente l’attacco missilistico al porto di Odessa, riferiscono l’AFP e Reuters. Le autorità ucraine hanno riferito oggi un attacco russo al porto commerciale di Odessa, punto chiave per l’esportazione dei cereali attraverso il Mar Nero. L’accordo di Istanbul, firmato sotto gli auspici della Turchia e dell’ONU, prevede un corridoio marittimo per attenuare la crisi alimentare generata dal blocco russo sui porti ucraini al Mar Nero.

Ucraina – Cinque stati comunitari – Estonia, Lettonia, Lituania, Romania e Polonia – hanno sollecitato all’UE di fare di più per combattere le reinterpretazioni russe e le distorsioni della storia nel contesto dell’aggressione contro l’Ucraina. In una lettera congiunta, citata dall’agenzia DPA, i cinque paesi hanno inoltre chiesto alle istituzioni europee di assumere un ruolo dirigente nel preservare la memoria storica e nel prevenire la strumentalizzazione dei fatti. La Russia non ha mai condannato i crimini dei sovietici e la sua attuale leadership tollera apertamente e persino appoggia con entusiamo il retaggio sovietico, si legge nella lettera. A differenza delle atrocità dei nazisti, la memoria e la conoscenza dei crimini sovietici non hanno ancora trovato il posto nella coscienza degli europei, precisa il documento. In mancanza di una valutazione precisa, onesta e ampia del passato, non potremo prevenire effettivamente futuri crimini sul nostro continente o investigare quelli che stanno avvenendo in Ucraina, si sottolinea nella lettera firmata dai leader dei cinque paesi.

Esercitazione Breeze 22 – Dal 14 al 25 luglio, tre navi delle Forze Navali Romene partecipano all’esercitazione Breeze 22, organizzata e guidata dalle Forze Navali della confinante Bulgaria nelle sue acque territoriali, nelle acque internazionali del Mar Nero e nel porto bulgaro di Burgas. Breeze 22 riunisce mezzi navali e aerei e ufficiali di stato maggiore di Albania, Belgio, Francia, Georgia, Grecia, Italia, Lettonia, Polonia, Turchia e USA. L’iniziativa è volta principalmente a consolidare l’interoperabilità tattica tra il personale navale e le unità partecipanti, tramite esercizi di procedure operative di guerra convenzionale e non convenzionale e di contrasto alle minacce asimmetriche.

Profughi – L’Ispettorato Generale della Polizia di Frontiera riferisce che ieri sono entrati in Romania 12.062 cittadini ucraini, in aumento del 20,5% rispetto al giorno precedente. A partire dal 10 febbraio scorso, quindi prima del conflitto, nel nostro paese sono entrati 1.636.179 cittadini ucraini. Un comunicato diramato oggi precisa che la Polizia di Frontiera lavora alla capacità massima consentita dall’infrastruttura dei valichi di confine.

Coronavirus – Il Ministero della Salute ha riferito oggi 6.484 nuovi contagi da SARS-CoV-2, di 906 in meno rispetto al giorno precedente. Il maggior numero si verifica nella capitale Bucarest e nelle province di Sibiu, Timiş e Ilfov. Nelle strutture sanitarie sono ricoverati 2.745 pazienti, di 109 in più rispetto al giorno precedente, con 170 nelle terapie intensive. Riferiti anche sette decessi associati al COVID-19. In riferimento all’immunizzazione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che servono nuovi vaccini per fermare i contagi. L’OMS ha precisato che i vaccini hanno salvato milioni di vite, ma non hanno anche ridotto in maniera decisiva la trasmissione del virus. L’Organizzazione si appella agli scienziati di sviluppare nuovi vaccini, in grado di ridurre i contagi. In caso contrario, permane il rischio di nuove varianti di virus contro le quali i vaccini siano meno efficienti.

Giustizia – Il Ministero della Giustizia romeno ha inviato al Consiglio Superiore della Magistratura, che dovrà emettere un parere in merito, i ddl riguardanti lo status dei giudici e dei procuratori, l’organizzazione giudiziaria e il CSM. Elaborati in una prima variante a settembre 2020, i documenti sono stati soggetti al dibattito pubblico fino ad aprile 2021 e successivamente modificati. Il ministri Cătălin Predoiu ha spiegato che il parere del CSM e il percorso di tutte le tappe istituzionali fino alla promulgazione da parte del capo dello stato, rappresenterebbero pietre miliari istituzionali essenziali per la modernizzazione del sistema giudiziario. Il Guardasigilli ha dichiarato che l’adozione dei ddl rappresenta un doppio obiettivo – sia nell’ambito del Meccanismo di Cooperazione e Verifica che del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza. Istituito nel 2007, quando la Romania è entrata a far parte dell’UE, il Meccanismo di Cooperazione e Verifica è volto a segnalare eventuali disfunzionalità nel campo della giustizia e a proporre dei rimedi.

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