23.01.2022
Covid-19 – Poco più di 14 mila nuovi casi di infezione da Covid-19 sono stati annunciati, oggi, in Romania. Sono stati riferiti anche 22 decessi. Stando alle autorità, rispetto alle precedenti ondate, il tasso delle persone contagiate che hanno bisogno di ricovero ospedaliero è molto più basso. Al momento nelle terapie intensive vengono curati quasi 600 malati. Le autorità si aspettano, però, che nel prossimo periodo ci siano nuovi record di contagi, quindi anche un aumento del grado di occupazione dei letti negli ospedali. Nel più cupo scenario, nelle prime due settimane di febbraio si potrebbero registrare fino a 70 mila nuovi contagi al giorno. L’incidenza Covid-19 calcolata per 14 giorni ammonta, oggi, a Bucarest, a 9,50 casi per mille abitanti. Sempre da oggi, i sospetti di Covid di Bucarest e Ilfov si possono testare in più ospedali. Si tratta di 20 strutture sanitarie che effettuano prelievi, mentre da mercoledì ne saranno aperti altri otto. La misura giunge dopo che il servizio di pronto soccorso ha annunciato l’aumento delle sollecitazioni di test, il che porta a ritardi di fino a 72 ore. D’altra parte, più di 8 milioni di romeni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino.
România Internațional, 23.01.2022, 16:48
Covid-19 – Poco più di 14 mila nuovi casi di infezione da Covid-19 sono stati annunciati, oggi, in Romania. Sono stati riferiti anche 22 decessi. Stando alle autorità, rispetto alle precedenti ondate, il tasso delle persone contagiate che hanno bisogno di ricovero ospedaliero è molto più basso. Al momento nelle terapie intensive vengono curati quasi 600 malati. Le autorità si aspettano, però, che nel prossimo periodo ci siano nuovi record di contagi, quindi anche un aumento del grado di occupazione dei letti negli ospedali. Nel più cupo scenario, nelle prime due settimane di febbraio si potrebbero registrare fino a 70 mila nuovi contagi al giorno. L’incidenza Covid-19 calcolata per 14 giorni ammonta, oggi, a Bucarest, a 9,50 casi per mille abitanti. Sempre da oggi, i sospetti di Covid di Bucarest e Ilfov si possono testare in più ospedali. Si tratta di 20 strutture sanitarie che effettuano prelievi, mentre da mercoledì ne saranno aperti altri otto. La misura giunge dopo che il servizio di pronto soccorso ha annunciato l’aumento delle sollecitazioni di test, il che porta a ritardi di fino a 72 ore. D’altra parte, più di 8 milioni di romeni hanno ricevuto almeno una dose di vaccino.
Sciopero — A Bucarest non è stata completamente ripresa, oggi, la circolazione degli autobus, filobus e tram, a causa dello sciopero dei sindacalisti della Compagnia municipale di trasporto pubblico (STB), dichiarato illegale dal tribunale. La STB copre solo il 25% della capacità programmata, quindi ci sono ancora centinaia di conducenti che rifiutano di uscire nel traffico, per il quarto giorno consecutivo. Il consiglio di amministrazione della compagnia ha deciso di non sottoporre a indagini disciplinari i dipendenti che tornano al lavoro, se non ci sono reati penali. Inoltre, il sindaco della capitale, Nicuşor Dan, ha annunciato di aver ricevuto al numero di telefono messo gratuitamente a disposizione dei conducenti segnalazioni di intimorimenti e aggressioni dei leader sindacali nei confronti dei conducenti e delle persone che vogliono lavorare. I dipendenti della Compagnia di Trasporto Pubblico Bucarest accusano che le loro rivendicazioni salariali non sono state risolte, ma chiedono anche le dimissioni del direttore generale della compagnia. I rappresentanti del Sindacato dei Trasportatori di Bucarest hanno affermato più volte che non si tratta di uno sciopero, ma di una cessazione volontaria del lavoro da parte dei dipendenti della compagnia e hanno trasmesso di non aver avviato o organizzato le attuali proteste.
Unione dei Principati Romeni — Il 163/o anniversario dell’Unione dei Principati Romeni — Moldavia e Valacchia — sarà celebrato, domani, in Romania, tramite diverse manifestazioni. Il 24 gennaio 1859, Alexandru Ioan Cuza — eletto, una settimana prima, principe della Moldavia — è stato votato, all’unanimità, anche dall’Assemblea Elettiva di Bucarest come principe della Valacchia e proclamato principe dei Principati Uniti. Tramite le riforme radicali proposte, il regno di Cuza (1859-1866) ha gettato le basi istituzionali della Romania moderna. Vennero adottati il Codice civile e penale, fu creato un esercito nazionale, le elementari diventarono scuola d’obbligo e vennero fondate le prime università. Alexandru Ioan Cuza fu costretto ad abdicare e a esiliarsi nel 1866. Il suo successore al trono fu il futuro re Carlo I, della famiglia principesca tedesca di Hohenzollern-Sigmaringen. Durante il suo lungo regno, la Romania ottenne l’indipendenza dall’impero ottomano. Nel 1918, durante il regno di Ferdinando, soprannominato “L’Unificatore”, il processo di creazione dello stato nazionale si concluse tramite l’unione con la Madre Patria delle province storiche con popolazione a maggioranza romena che fino allora erano state occupate dagli imperi multinazionali confinanti — la Transilvania (centro), Banat, Crişana, Maramureş (ovest), Bucovina (nord-est) e Bessarabia (est). Però, in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, la Romania perse la Bessarabia e la Bucovina.
CAE — Il capo della diplomazia romena, Bogdan Aurescu, partecipa, domani, a Bruxelles, alla riunione dei ministri degli Esteri degli stati membri dell’UE (Consiglio Affari Esteri / CAE). I colloqui punteranno sulla situazione di sicurezza in Europa, nonché sugli sviluppi in Libia e Siria. Vi parteciperà, in videoconferenza, anche il segretario di stato americano, Antony Blinken. I ministri degli Esteri europei accenneranno anche ai recenti sviluppi in Mali, Sudan e nell’Indo-Pacifico. I colloqui sulla situazione europea di sicurezza si svolgono a continuazione dei dibattiti nella riunione informale (di tipo Gymnich) dei ministri degli Esteri degli stati membri UE, svoltasi a Brest, in Francia, nel periodo 13-14 gennaio. Bogdan Aurescu ribadirà le principali posizioni della Romania nell’attuale contesto, con accento sull’importanza dell’unità dell’UE, in base ai principi e ai valori comuni, e sul proseguimento dei preparativi di misure ferme e credibili di deterrenza della Russia, ma anche per consolidare la resilienza dell’Ucraina e degli altri partner del Vicinato Orientale.