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22.11.2021

Politica – Il presidente Klaus Iohannis ha incaricato oggi il senatore liberale Nicolae Ciucă a formare il nuovo governo. Dopo le consultazioni svolte con i partiti parlamentari, il capo dello dtato ha dichiarato che la nomina è sostenuta da una solida maggioranza parlamentare tra PSD, PNL, UDMR, che sono andati insieme alle consultazioni, e il gruppo delle minoranze nazionali diverse da quella ungherese. Il presidente ha svolto consultazioni anche con i rappresentanti dell’opposizione nazionalista AUR, mentre l’USR, ex partner di governo dei liberali, non ci ha partecipato. Secondo la Costituzione, il candidato alla carica di primo ministro ha a disposizione dieci giorni per chiedere la fiducia del Parlamento. Il portavoce del PSD, Radu Oprea, ha precisato che ai socialdemocratici andranno la carica di Segretario Generale del Governo, nonché i dicasteri Finanze, Difesa, Economia, Trasporti, Agricoltura, Sanità, Lavoro, Cultura e Gioventù. L’UDMR mantiene i tre ministeri che già gestisce: Sviluppo, Ambiente e Sport. Ai liberali invece, restano i dicasteri Giustizia, Affari Interni, Esteri, Investimenti e Progetti Europei, Energia, Istruzione, Ricerca e Turismo. Secondo i media, numerosi leader liberali avrebbero criticato il leader liberale e premier sfiduciato Florin Cîţu per aver concesso ai socialdemocratici la direzione di troppi ministeri-chiave. Generale a riposo, Ciucă era già stato incaricato dal presidente Iohannis anche lo scorso mese a formare il governo, ma ha rimesso il suo mandato una volta diventato chiaro che la squadra di minoranza PNL-UDMR che doveva presentare al Parlamento, non avrebbe ricevuto il voto di investitura. In precedenza, era stato bocciato anche il governo monocolore USR proposto dal suo leader Dacian Cioloş. Ciucă sarebbe il primo militare di carriera a guidare un governo della Romania post-comunista. La sua prima nomina è arrivata poco dopo che un sondaggio demoscopico aveva confermato l’Esercito e la Chiesa ai primi posti nei consensi dei romeni. Secondo lo studio, condotto dal Laboratorio per l’Analisi della Guerra Informazionale e la Comunicazione Strategica, l’87% dei romeni afferma di confidare nell’esercito, il 70% nella Chiesa, il 67% – nei servizi segreti e nell’Accademia romena. Le principali minacce rivolte contro la Romania sono considerate da oltre il 40% degli intervistati la corruzione e l’incompetenza della classe politica.

22.11.2021
22.11.2021

, 22.11.2021, 18:18

Politica – Il presidente Klaus Iohannis ha incaricato oggi il senatore liberale Nicolae Ciucă a formare il nuovo governo. Dopo le consultazioni svolte con i partiti parlamentari, il capo dello dtato ha dichiarato che la nomina è sostenuta da una solida maggioranza parlamentare tra PSD, PNL, UDMR, che sono andati insieme alle consultazioni, e il gruppo delle minoranze nazionali diverse da quella ungherese. Il presidente ha svolto consultazioni anche con i rappresentanti dell’opposizione nazionalista AUR, mentre l’USR, ex partner di governo dei liberali, non ci ha partecipato. Secondo la Costituzione, il candidato alla carica di primo ministro ha a disposizione dieci giorni per chiedere la fiducia del Parlamento. Il portavoce del PSD, Radu Oprea, ha precisato che ai socialdemocratici andranno la carica di Segretario Generale del Governo, nonché i dicasteri Finanze, Difesa, Economia, Trasporti, Agricoltura, Sanità, Lavoro, Cultura e Gioventù. L’UDMR mantiene i tre ministeri che già gestisce: Sviluppo, Ambiente e Sport. Ai liberali invece, restano i dicasteri Giustizia, Affari Interni, Esteri, Investimenti e Progetti Europei, Energia, Istruzione, Ricerca e Turismo. Secondo i media, numerosi leader liberali avrebbero criticato il leader liberale e premier sfiduciato Florin Cîţu per aver concesso ai socialdemocratici la direzione di troppi ministeri-chiave. Generale a riposo, Ciucă era già stato incaricato dal presidente Iohannis anche lo scorso mese a formare il governo, ma ha rimesso il suo mandato una volta diventato chiaro che la squadra di minoranza PNL-UDMR che doveva presentare al Parlamento, non avrebbe ricevuto il voto di investitura. In precedenza, era stato bocciato anche il governo monocolore USR proposto dal suo leader Dacian Cioloş. Ciucă sarebbe il primo militare di carriera a guidare un governo della Romania post-comunista. La sua prima nomina è arrivata poco dopo che un sondaggio demoscopico aveva confermato l’Esercito e la Chiesa ai primi posti nei consensi dei romeni. Secondo lo studio, condotto dal Laboratorio per l’Analisi della Guerra Informazionale e la Comunicazione Strategica, l’87% dei romeni afferma di confidare nell’esercito, il 70% nella Chiesa, il 67% – nei servizi segreti e nell’Accademia romena. Le principali minacce rivolte contro la Romania sono considerate da oltre il 40% degli intervistati la corruzione e l’incompetenza della classe politica.

Romania – Moldova – La presidente della Repubblica di Moldova, la filo-occidentale Maia Sandu, inizia domani una visita ufficiale in Romania, su invito dell’omologo Klaus Iohannis. La sua prima visita in Romania dalle elezioni politiche anticipate svoltesi l’11 luglio, stravinte dal partito presidenziale Azione e Solidarietà (PAS), si svolge nel 30/o anniversario delle relazioni diplomatiche bilaterali, stabilite nel 1991, quando la Moldova ha proclamato l’indipendenza da Mosca. La Presidenza romena indica in un comunicato che la visita rappresenta un’ottima opportunità per riconfermare il rapporto speciale e privilegiato del Partenariato strategico per l’integrazione europea della Repubblica di Moldova, basato sulla comunanza linguistica, storica e culturale. Le consultazioni politiche tra i presidenti Iohannis e Sandu rafforzeranno un’eccellente e sostanziale cooperazione bilaterale a livello politico, economico e settoriale, e stimoleranno il progresso di progetti comuni di interesse strategico nei settori energia, trasporti, salute, istruzione o società dell’informazione, con particolare riguardo alle aree in grado di connettere la Moldova con lo spazio dell’Unione Europea, attraverso la Romania, per portare benefici reali e concreti a tutti i suoi cittadini, sottolinea la Presidenza.

Coronavirus – Ancora in discesa la curva epidemiologica in Romania, con 1.550 nuovi contagi dal coronavirus in 24 ore e 154 decessi, di cui 29 precedenti. Oltre 11.000 pazienti sono ricoverati nelle strutture sanitarie, e, tra i 1.539 che stanno nelle terapie intensive, 150 sono in possesso di un certificato vaccinale. Il tasso medio di contagio è inferiore a 3,5 casi ogni mille abitanti, mentre più della metà delle province sono uscite dalla zona rossa. Il responsabile della campagna vaccinale, Valeriu Gheorghiţă, ha ammonito sul rischio che la situazione avvenuta in Germania, passata rapidamente dalla quarta alla quinta ondata della pandemia, possa ripetersi anche in Romania, dove il tasso di immunizzazione è basso. Un pericolo maggiore sarebbe la comparsa di una mutazione del coronavirus in grado di aggirare la risposta immunitaria, ha affermato Gheorghiţă. In Romania, circa 7,2 milioni di persone hanno completato il ciclo vaccinale.

Proteste – A Bucarest e in altre città della Romania si sono svolte manifestazioni contro le misure di contenimento della pandemia. A Craiova, la gente in piazza ha letto articoli della Costituzione sull’inviolabilità della libertà individuale, della sicurezza della persona e della libertà di espressione dei pensieri, mentre a Constanța (sud-est) le proteste sono state rivolte contro l’obbligo del Green Pass. In seguito alla salita record di contagi, sempre più paesi europei stanno adottando misure sanitarie molto rigide per combattere la pandemia. Parallelamente, però, si moltiplicano anche le proteste contro le restrizioni e l’obbligo della vaccinazione.

Scuola – Circa 2,6 milioni di bambini in età prescolare e allievi in Romania hanno ripreso da oggi le lezioni in presenza. Il Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza ha accolto la richiesta del Ministero dell’Istruzione che nelle località con un’incidenza inferiore a 3 per mille abitanti gli allievi possano tornare nelle aule, a prescindere dal tasso di vaccinazione del personale scolastico. Se il tasso supera il 3%, la condizione di ripresa delle lezioni in presenza permane solo se il tasso di vaccinazione del personale è di almeno il 60%. Sullo sfondo dei riserbi degli insegnanti di implicarsi nell’effettuazione dei test agli studenti, il Ministero dell’Istruzione ha deciso che ogni scuola deciderà dove saranno adoperati i test salivari, a casa o a scuola. I test dovrebbero essere consegnati alle scuole nel corso di questa settimana.

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