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21.12.2024

Parlamento: riunione plenaria della Camera dei Deputati e del Senato per la convalida dei neoeletti/ Politica: il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, invita i leader dei partiti rappresentati nel Parlamento a consultazioni per la nomina del candidato alla carica di primo ministro

21.12.2024
21.12.2024

21.12.2024, 17:01

Parlamento – Le due Camere del Parlamento di Bucarest si sono riunite in seduta plenaria per convalidare i mandati dei neoeletti, dopo una previa esaminazione da parte delle commissioni appositamente costituite. Se alla Camera non ci sono stati mandati con problemi, al Senato quattro eletti hanno ceduto il seggio ottenuto alle elezioni, ma sono stati convalidati i successivi della lista. La Camera dei Deputati ha eletto i suoi vicepresidenti, questori e segretari dell’Ufficio Permanente. Daniel Suciu (PSD) è stato nominato presidente ad interim. Votato, nel contempo, anche l’Ufficio Permanente del Senato. Mircea Abrudean (PNL) verrà eletto presidente ad interim, secondo alcune fonti. Nel nuovo Legislativo saranno attivi 465 parlamentari, 331 deputati e 134 senatori. Sette partiti hanno rappresentanti nelle due Camere, quattro pro-europei – PSD, PNL, USR, UDMR – e tre formazioni sovraniste – AUR, SOS Romania e POT. Vi si aggiungono i 19 rappresentanti delle minoranze nazionali.

 

Governo – Il capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, ha invitato i presidenti dei partiti e delle formazioni politiche rappresentati nel Parlamento a consultazioni per la nomina del candidato alla carica di primo ministro. L’Amministrazione Presidenziale precisa che la serie di incontri inizierà con la delegazione congiunta di PSD, PNL, UDMR e del gruppo parlamentare delle minoranze nazionali. Seguono, separatamente, AUR, USR, SOS Romania e il Partito della Gente Giovane (POT). Nel contempo, PSD, PNL e UDMR, insieme ai rappresentanti delle minoranze nazionali, hanno ripreso i negoziati sulla formazione del futuro governo. Il portavoce del PSD, Lucian Romaşcanu, ha detto che è prematuro parlare di una nomina ufficiale per la carica di primo ministro, precisando che una decisione sarà presa dopo le consultazioni con il presidente Klaus Iohannis. Secondo Romaşcanu, il leader socialdemocratico Marcel Ciolacu merita di restare nella carica. Stando a fonti politiche, PSD, PNL, UDMR e il gruppo delle minoranze nazionali hanno concordato che il futuro governo avrà 16 ministeri. PSD e UDMR ritengono che la formazione che ha ottenuto il maggior numero di voti alle elezioni politiche debba presentare anche la proposta per la carica di premier, mentre alcuni dirigenti liberali ritengono che un tecnico alla guida del governo sia la soluzione migliore. Lunedì inizierà una procedura accelerata nel Parlamento, con le audizioni nelle commissioni specializzate seguite dal voto di fiducia per il futuro gabinetto.

 

Attentato Germania – Il presidente romeno Klaus Iohannis ha espresso la sua costernazione per l’attacco terroristico di Magdeburgo, in Germania, affermando che la Romania resta solidale con il popolo tedesco in questi momenti difficili. Dal canto suo, il Governo di Bucarest ha espresso la sua solidarietà al popolo tedesco e ha inviato condoglianze alle famiglie delle vittime. Il presunto autore dell’attentato è un “islamofobo”, ha affermato il ministro degli Interni tedesco, Nancy Faeser. Il numero delle vittime è salito a cinque morti e oltre 200 feriti. Visitando il luogo dell’attacco, il cancelliere Olaf Scholz, ha lanciato un appello alla coesione nazionale dopo questo “folle” attacco, e ha promesso “misure contro tutti coloro che hanno l’intenzione di seminare l’odio”. Il presunto colpevole, un medico saudita di 50 anni residente in Germania dal 2006, è stato arrestato poco dopo aver lanciato la sua auto contro le bancarelle del mercatino di Natale, falciando i visitatori per una distanza di circa 400 metri.

 

Rivoluzione 1989 – Si è svolta oggi a Bucarest una cerimonia di commemorazione dei combattenti per la libertà, morti durante la Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989. Le manifestazioni dedicate alla Rivoluzione proseguono nella Capitale per tutto il fine settimana, con cerimonie religiose e militari ai monumenti degli eroi del dicembre ’89. Il 21 dicembre 1989 viene considerato il primo giorno della rivoluzione anticomunista a Bucarest, dopo il fallito comizio indetto dal dittatore Nicolae Ceauşescu, seguito dalla costruzione di barricate nel centro della città e dalla sanguinosa repressione da parte delle forze del regime. Il discorso di Ceauşescu, pieno di promesse e nel quale venivano evocate le conquiste del comunismo, è stato interrotto dai fischi dei partecipanti. La manifestazione, trasmessa dalla radio e dalla televisione, si è conclusa prima del previsto. In serata gruppi di manifestanti si sono radunati, le forze di repressione aprendo il fuoco contro la folla. Numerosi manifestanti sono stati arrestati. Iniziata una settimana prima, a Timişoara (ovest) e propagatasi in altre grandi città, la Rivoluzione culminò a Bucarest, il 22 dicembre, con la fuga di Ceausescu dalla sede del comitato centrale del partito unico. Catturato e processato sommariamente, Ceausescu assieme alla sua moglie Elena, furono giustiziati il ​​25 dicembre. La Romania è stato l’unico paese comunista in Europa in cui il cambio di regime è avvenuto con spargimento di sangue. Più di mille persone sono state uccise nel dicembre 1989.

 

OCSE – La Romania ha ricevuto l’approvazione formale dell’OCSE nel campo delle politiche educative, un passo che conferma la conclusione del processo di valutazione, nonchè l’allineamento delle politiche nazionali agli standard promossi dall’organizzazione nel campo dell’istruzione e delle competenze. Sono state considerate come prioritarie le seguenti azioni: la qualità dei programmi e dei risultati, le opportunità e la parità di accesso all’istruzione, nonché il rafforzamento della governance. L’OCSE ha così completato la valutazione della Romania nel campo dell’istruzione e della formazione, incoraggiando l’adozione da parte della Romania di alcune future azioni per rafforzare la leadership scolastica. Tra queste, lo sviluppo dell’istruzione duale, la formazione continua, l’accesso all’istruzione e alla formazione di qualità nelle comunità rurali, il finanziamento o la governance.

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