21.12.2014
Bucarest — Klaus Iohannis è da oggi ufficialmente il presidente della Romania dopo aver prestato il giuramento di investitura al Palazzo del Parlamento, di fronte ai senatori e ai deputati, riuniti in seduta solonne. Nel suo discorso, Iohannis ha promesso un Paese libero dalla corruzione, con una classe politica riformata, che promuova la stabilità, l’apprezzamento dei valori e la calma. Il neo presidente ha sottolineato che l’impegno con il quale comincia il suo mandato è la Romania delle cose ben fatte, il primo passo essendo la ricostruzione delle istituzioni pubbliche. Per quanto riguarda la politica estera, Iohannis ha parlato dei tre pilastri: l’appartenenza della Romania alla NATO, l’appartenenza all’UE e l’approffondimento del partenariato strategico con gli USA, non solo in campo militare ma anche a livello degli scambi economici e culturali. Dopo il momento solenne al Parlamento, Klaus Iohannis ha assunto la carica suprema nello stato al Palazzo Cotroceni, sede della presidenza romena, da Traian Băsescu, che è stato a capo del Paese per 10 anni. Klaus Iohannis è il quarto presidente della Romania postcomunista.
România Internațional, 21.12.2014, 16:15
Bucarest — Il Parlamento di Bucarest ha votato oggi la finanziaria e il budget della previdenza sociale per il 2015. L’opposizione si è pronunciata contro i due documenti, affermando che non garantiscono una visione e una strategia per la Romania. I liberali hanno annunciato che contesteranno la finanziaria presso la Corte Costituzionale. Il premier Victor Ponta ha esortato alla responsabilità, spiegando che un’eventuale contestazione rinvierebbe l’aumento delle pensioni, la concessione delle sovvenzioni o la riduzione dell’IVA nel turismo. La costruzione del bilancio si basa su un deficit dell’1,8% del PIL, un’inflazione del 2,2% ed una crescita economica del 2,5%.
Bucarest — In Romania sono continuate oggi le manifestazioni di commemorazione dei 25 anni dalla rivoluzione anticomunista del dicembre 1989. Scoppiata il 16 dicembre 1989, la ribellione degli abitanti di Timişoara, città nell’ovest del Paese, si è estesa rapidamente anche nella capitale e in altre grandi città. La rivoluzione è culminata il 22 dicembre, quando a Bucarest centinaia di migliaia di manifestanti hanno preso d’assalto la sede del comitato centrale del Partito Comunista, obbligando il dittatore Nicolae Ceauşescu e sua moglie a scappare. I due sono stati giustiziati il 25 dicembre, dopo un processo molto breve. La Romania è stato l’unico Paese dell’Europa orientale in cui il crollo del regime è avvenuto in maniera violenta e più di mille persone sono state uccise.
Bucarest — Tredici organizzazioni nongovernative romene hanno lanciato un appello affinché la legge sulla sicurezza cibernetica sia analizzata dalla Corte Costituzionale prima di essere promulgata. Le ONG sono del parere che, nella forma approvata dal Senato, la legge trasgredisce le garanzie costituzionali relative alla vita privata. Ieri, la Commissione per la difesa del Senato di Bucarest ha precisato che il disegno legge non è rivolto alle persone fisiche che usano internet, ma alle persone giuridiche di diritto pubblico o privato, che sono proprietari, amministratori, operatori o utenti di infrastrutture cibernetiche.
(traduzione di Gabriela Petre)