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21.10.2020 (aggiornamento)

COVID-19 – 4.848 nuovi contagi dal COVID-19 sono stati riferiti oggi in Romania, un nuovo record negativo su oltre 37.000 tamponi. Degli oltre 10.250 pazienti ricoverati, 766 stanno nelle terapie intensive, come indica il bollettino diramato oggi dal Gruppo di Comunicazione Strategica. Altri 69 decessi fanno salire a 6065 il numero delle vittime del coronavirus nel Paese. La relazione settimanale dell’Istituto di Pubblica Sanità indica che la scorsa settimana è continuata moderatamente la curva ascendente dei nuovi contagi. Un caso su 32 è stato confermato tra il personale medico, e oltre il 95% dei deceduti erano affetti da almeno una patologia preesistente. Il ministro della Salute, Nelu Tataru, ha annunciato l’aumento del numero di posti letto nelle terapie intensive, spiegando che sarà rinforzato anche il personale sanitario impegnato in prima linea nella lotta al COVID-19. La capitale Bucarest e altre località sono in allerta rossa, con oltre 3 casi per 1000 abitanti accertati negli ultimi 14 giorni.

21.10.2020 (aggiornamento)
21.10.2020 (aggiornamento)

, 21.10.2020, 18:38

Politica – Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha dichiarato oggi che le elezioni politiche devono svolgersi il 6 dicembre, data già stabilita. E’ assolutamente fondamentale avere una nuova solida maggioranza parlamentare in grado di sostenere il governo nell’attuazione di tutte le riforme assolutamente necessarie per lo sviluppo del Paese, ha detto ancora il capo dello Stato, sottolineando che l’attuale situazione epidemiologica è preoccupante e non finirà fino a marzo, scadenza entro la quale le elezioni potrebbero essere teoricamente rinviate. Il presidente ha specificato che, nel contesto della crisi sanitaria, va fatto il possibile affinchè la Romania non rimanga senza un Parlamento con pieni poteri. Iohannis ha ricordato che le recenti amministrative si sono svolte in condizioni di protezione sanitaria intensificata, con un’ottima organizzazione delle autorità, che hanno adottato tutte le misure per ridurre al minimo il rischio di contagio dal nuovo coronavirus.

Inquinamento – La capitale romena Bucarest occupa il secondo posto in Europa in termini di costi sociali generati dall’inquinamento. Lo rileva un rapporto pubblicato oggi, che esamina i costi della morte prematura, cure e perdita di giornate lavorative in 432 città europee. Secondo lo studio, a livello europeo, l’inquinamento atmosferico costa 166 miliardi di euro all’anno. Londra si trova al primo posto (11,4 miliardi di euro), seguita da Bucarest (6,3 miliardi di euro), Berlino (5,2 miliardi di euro) e Varsavia (4,2 miliardi di euro). Il documento mette a confronto i tre principali inquinanti atmosferici – particole, biossido di azoto e ozono – nonché i loro costi sociali, ovvero i costi diretti legati alle cure e indiretti, come la ridotta aspettativa di vita o malattie come la bronchite cronica grave. L’inquinamento atmosferico nelle città è causato da molteplici fattori: trasporti, riscaldamento domestico o attività industriali e agricole. Sempre l’inquinamento atmosferico è responsabile della morte prematura di 480.000 persone in Europa, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, un bilancio che potrebbe essere sottovalutato. D’altra parte, secondo un sondaggio pubblicato oggi, i servizi sanitari, l’inquinamento atmosferico e le infrastrutture stradali sono considerati i tre problemi urbani più importanti dai residenti di 41 località in Romania.

Agricoltura – I ministri dell’agricoltura dell’UE hanno raggiunto a Lussemburgo un accordo su una riforma della nuova Politica Agricola Comune (PAC), concepita per tenere maggiormente conto delle sfide climatiche e ambientali. I colloqui iniziati lunedì sono stati incentrati sul sistema degli eco-schemi, proposto dalla Commissione Europea per rendere verde l’agricoltura europea remunerando i servizi degli agricoltori a favore dell’ambiente. Gli Stati membri devono raggiungere una maggioranza qualificata sul valore, la definizione e lo scopo di questi servizi. Il ministro dell’Agricoltura romeno, Adrian Oros, ha affermato che la Romania non è d’accordo con l’istituzione di una percentuale obbligatoria per gli eco-schemi nella nuova Politica Agricola Comune, in particolare per gli Stati membri i cui pagamenti diretti sono inferiori al 90% del pagamento medio europeo. Mentre la Francia e altri stati membri vorrebbero gli eco-schemi obbligatori per tutti gli stati membri, alcuni governi, specialmente dell’Europa orientale, si oppongono a questa idea, temendo di perdere i fondi europei se ai programmi ambientali parteciperà un numero limitato di agricoltori. Gli Stati membri e gli eurodeputati dovrebbero raggiungere un accordo, entro l’inizio del 2021, su regole che potrebbero essere applicate dal 1 ° gennaio 2023.

Ricerca – La Romania ha firmato la Dichiarazione di Bonn, un impegno congiunto dei ministri della ricerca dell’Unione Europea sulla libertà della scienza. L’iniziativa svolge un ruolo fondamentale per i valori europei e la cooperazione internazionale al livello dell’Unione ed è volta a impostare una nuova direzione per lo sviluppo dello spazio europeo della ricerca in modo più dinamico e resiliente. La Dichiarazione di Bonn è un passo importante per rafforzare la cooperazione nello spazio europeo della ricerca. Incoraggio questo settore in Romania a sfruttare tutte le opportunità offerte dal Programma quadro dell’UE, lo strumento principale per consolidare l’eccellenza in questi campi , ha affermato il ministro romeno dell’Istruzione e della ricerca, Monica Anisie.

Moldova – L’UE e le organizzazioni internazionali dovrebbero monitorare da vicino la situazione in Moldova (paese a maggioranza romenofona), inquanto le elezioni presidenziali del 1 novembre nell’ex repubblica sovietica saranno un test per la democrazia e per lo stato di diritto. Lo sottolinea in un comunicato il Parlamento Europeo, che ha adottato ieri una relazione di valutazione sull’attuazione dell’accordo di associazione UE-Moldova. Nel contesto di quello che gli europarlamentari definiscono un’acuta instabilità politica, alle autorità di Chisinau viene sollecitato di garantire che le elezioni presidenziali siano libere ed eque, nonchè un ulteriore miglioramento della legislazione elettorale. Questi temi rappresentano una necessità per garantire il diritto di voto, l’equità delle campagne elettorali, la trasparenza del processo legislativo e il controllo democratico, che devono consentire un adeguato controllo pubblico delle attività del governo e del parlamento, si legge nel citato comunicato del PE. Inoltre, le autorità moldave non devono modificare le norme e i regolamenti per motivi politici, che porterebbero sempre a disordini e instabilità politici, che influiscono sull’impegno per le riforme strutturali. Allo stesso tempo, il Parlamento Europeo esprime preoccupazione per la lentezza delle riforme sullo Stato di diritto e per la lotta alla corruzione in Moldova.


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