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21.08.2018

Bucarest – La ministra dellInterno romena, Carmen Dan, si è presentata oggi davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati di Bucarest per essere ascoltata in merito alle violenze scoppiate alla manifestazione antigovernativa dei romeni allestero del 10 agosto. Le forze della polizia e della gendarmeria continuano a fare il loro dovere mentre i nuovi dati apparsi legati al numero dei fascicoli penali, alle misure disposte, o a quasiasi altro elemento risultato dalle inchieste o in seguito allidentificazione di eventuali colpevoli saranno messi a disposizione con celerità e senza riserbi, ha sottolineato Carmen Dan. Domenica, la ministra dellInterno si è scusata con tutti coloro che hanno sofferto in seguito alle violenze. Intanto, centinaia di querele sono state sporte dalle persone che hanno subito gli effetti dellintervento dei gendarmi. I procuratori militari hanno aperto un fascicolo penale per reati di comportamento abusivo, abuso dufficio e negligenza nel lavoro, relativo al modo di intervento dei gendarmi durante le proteste.

21.08.2018
21.08.2018

, 21.08.2018, 16:16

Bucarest – La ministra dellInterno romena, Carmen Dan, si è presentata oggi davanti alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati di Bucarest per essere ascoltata in merito alle violenze scoppiate alla manifestazione antigovernativa dei romeni allestero del 10 agosto. Le forze della polizia e della gendarmeria continuano a fare il loro dovere mentre i nuovi dati apparsi legati al numero dei fascicoli penali, alle misure disposte, o a quasiasi altro elemento risultato dalle inchieste o in seguito allidentificazione di eventuali colpevoli saranno messi a disposizione con celerità e senza riserbi, ha sottolineato Carmen Dan. Domenica, la ministra dellInterno si è scusata con tutti coloro che hanno sofferto in seguito alle violenze. Intanto, centinaia di querele sono state sporte dalle persone che hanno subito gli effetti dellintervento dei gendarmi. I procuratori militari hanno aperto un fascicolo penale per reati di comportamento abusivo, abuso dufficio e negligenza nel lavoro, relativo al modo di intervento dei gendarmi durante le proteste.



Bucarest – Le autorità sanitarie veterinarie romene continuano a confermare nuovi focolai di peste suina africana. La situazione risulta preoccupante soprattutto negli allevamenti dove sono già state adottate misure di biosicurezza. In tutte le aziende agricole private in cui sono allevati suini, gli specialisti tentano di limitare la diffusione del virus tramite linstallazione di filtri disinfettanti. Malgrado la diffusione della malattia tra gli animali, la sicurezza alimentare della popolazione non è in pericolo.



Bucarest – La Transgas investirà 360 milioni di euro nella costruzione di un gasdotto destinato al trasporto allestero dei gas naturali estratti dal Mar Nero. Secondo i dati pubblicati dagli amministratori dellazienda romena, il principale obiettivo dellinvestimento è la costruzione di un gasdotto lungo 308 kilometri che colleghi le risorse di gas naturale presenti nel Mar Nero al corridoio Bulgaria-Romania-Ungheria-Austria. Sarà assicurato in questo modo il trasporto di gas naturali verso la Bulgaria e lUngheria attraverso le interconnessioni esistenti: Giurgiu-Ruse (con la Bulgaria) e Nadlac-Szeged (con lUngheria), precisa la Transgas.



Praga – La Rep.Ceca e la Slovacchia commemorano oggi mezzo secolo dalla repressione del movimento rifomatore “La primavera di Praga”. Il 21 agosto 1968, lex Cecoslovacchia veniva invasa dai carri armati e dalle truppe dei Paesi socialisti che facevano parte del Patto di Varsavia, alleanza militare formata dai Paesi est europei contro la NATO. Lobiettivo dellinvasione era di bloccare le riforme avviate nella primavera del 1968 dal nuovo leader del Partito Comunista cecoslovacco in quel periodo, Alexander Dubček. Insediato a capo del partito dopo una crisi economica, Dubček aveva avviato un programma di liberalizzazione e riforme che prevedeva, tra laltro, una maggiore libertà della stampa, la possibilità di un governo pluripartita, la creazione di sindacati o la possibilità di viaggiare nellOccidente. Temendo uneventuale diffusione del fenomeno, lUnione Sovietica decise di invadere il Paese e di fermare lesperimento politico cecoslovacco. La Romania rifiutò di inviare soldati a Praga. Linvasione in Cecoslovacchia si concluse con la morte di decine di persone. Praga – La Rep.Ceca e la Slovacchia commemorano oggi mezzo secolo dalla repressione del movimento rifomatore “La primavera di Praga”. Il 21 agosto 1968, lex Cecoslovacchia veniva invasa dai carri armati e dalle truppe dei Paesi socialisti che facevano parte del Patto di Varsavia, alleanza militare formata dai Paesi est europei contro la NATO. Lobiettivo dellinvasione era di bloccare le riforme avviate nella primavera del 1968 dal nuovo leader del Partito Comunista cecoslovacco in quel periodo, Alexander Dubček. Insediato a capo del partito dopo una crisi economica, Dubček aveva avviato un programma di liberalizzazione e riforme che prevedeva, tra laltro, una maggiore libertà della stampa, la possibilità di un governo pluripartita, la creazione di sindacati o la possibilità di viaggiare nellOccidente. Temendo uneventuale diffusione del fenomeno, lUnione Sovietica decise di invadere il Paese e di fermare lesperimento politico cecoslovacco. Linvasione in Cecoslovacchia si concluse con la morte di decine di persone. La Romania rifiutò di inviare le sue truppe a Praga, mentre oggi, giorno della commemorazione, il ministro romeni degli Esteri, Teodor Melescanu, si è recato a Bratislava per partecipare alla riunione annua della diplomazia slovacca.


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