20.12.2015
Bucarest – Timişoara (ovest) ha celebrato oggi la Giornata della Vittoria — il momento di 26 anni fa’ quando è diventata la prima città libera dal comunismo in Romania. Dopo quattro giorni di proteste, iniziate il 16 dicembre 1989 e concluse con decine di morti e feriti, l’esercito si è affiancato alla popolazione e i rivoluzionari hanno gettato le basi della prima piattaforma politica democratica. Determinata dall’opposizione degli abitanti di Timişoara nei confronti di una misura abusiva delle autorità locali, la Rivoluzione si è diffusa rapidamente in tutta la Romania ed ha culminato il 22 dicembre con la fuga del dittatore Nicolae Ceauşescu. Più di 1.000 persone sono morte e quasi 3.400 sono rimaste ferite dal 16 al 25 dicembre 1989. La Romania è stato l’unico Paese dell’est in cui il cambiamento del regime è stato fatto in maniera violenta e in cui i capi comunisti sono stati giustiziati. Il Parlamento della Romania si riunirà il 21 dicembre in seduta solenne per celebrare il 26esimo anniversario della rivolta del 1989.
România Internațional, 20.12.2015, 17:05
Bucarest – Timişoara (ovest) ha celebrato oggi la Giornata della Vittoria — il momento di 26 anni fa’ quando è diventata la prima città libera dal comunismo in Romania. Dopo quattro giorni di proteste, iniziate il 16 dicembre 1989 e concluse con decine di morti e feriti, l’esercito si è affiancato alla popolazione e i rivoluzionari hanno gettato le basi della prima piattaforma politica democratica. Determinata dall’opposizione degli abitanti di Timişoara nei confronti di una misura abusiva delle autorità locali, la Rivoluzione si è diffusa rapidamente in tutta la Romania ed ha culminato il 22 dicembre con la fuga del dittatore Nicolae Ceauşescu. Più di 1.000 persone sono morte e quasi 3.400 sono rimaste ferite dal 16 al 25 dicembre 1989. La Romania è stato l’unico Paese dell’est in cui il cambiamento del regime è stato fatto in maniera violenta e in cui i capi comunisti sono stati giustiziati. Il Parlamento della Romania si riunirà il 21 dicembre in seduta solenne per celebrare il 26esimo anniversario della rivolta del 1989.
Bucarest — Il ministro degli Esteri romeno, Lazăr Comănescu, si incontrerà domani, a Bucarest, con il collega polacco, Witold Waszczykowski. Secondo un comunicato del MAE di Bucarest, i due ministri parleranno principalmente dello stato dei rapporti bilaterali. D’altronde loro firmeranno il nuovo Piano di azione romeno-polacco per il periodo 2016 – 2020, incluso nel Partenariato Strategico bilaterale. Nell’agenda dei colloqui sono previsti anche argomenti dell’attualità europea ed internazionale, si precisa ancora nel comunicato.
XXX — I Paesi dell’Europa centro-orientale che non accetteranno il numero dei profughi indicato nelle quote obbligatorie si espongono a sanzioni ed appare il rischio che si verifichino problemi per quanto riguarda le frontiere aperte dell’UE, ha attirato l’attenzione il ministro degli Esteri della Germania, Frank-Walter Steinmeier, in un’intervista alla rivista Der Spiegel. Al Consiglio dell’UE per Giustizia e Affari Interni, Romania, Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno votato contro il sistema di ricollocamento di 160 mila immigrati secondo le quote obbligatorie, ma lo schema è stato approvato. Dopo gli attentati commessi a Parigi a novembre, la Polonia ha annunciato che non riceverà più profughi. Al Consiglio Europeo d’inverno di Bruxelles, il premier Dacian Cioloş ha ribadito la solidarietà della Romania con l’UE nella questione della migrazione, ma ha precisato che Bucarest pone anche “condizioni”, tra cui il rafforzamento della capacità di controllo del flusso migratorio e la garanzia di un’area Schengen funzionale. Più di 990 mila migranti sono entrati sul territorio dell’Europa dall’inizio del 2015.
Bucarest — In Romania, il presidente Klaus Iohannis si piazza al primo posto nel top della fiducia nelle personalità pubbliche, essendo seguito dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, e dal premier Dacian Cioloş. Lo rileva un sondaggio INSCOP, secondo il quale quasi il 60% dei romeni affermano di avere molta e moltissima fiducia nel presidente, mentre il governatore della Banca Centrale gode di una fiducia di poco più del 40%. Il premier Dacian Cioloş, per la prima volta inserito nelle analisi sociologiche INSCOP, si piazza al terzo posto con circa il 32%. Della fiducia dei romeni godono anche l’ambasciatore di Romania negli USA, George Maior, con il 30%, e il direttore del Servizio Informazioni Estere, Mihai-Răzvan Ungureanu, con il 22%. Il sondaggio è stato realizzato nel periodo 26 novembre – 2 dicembre.
Copenaghen — La nazionale femminile di pallamano della Romania ha vinto stasera la medaglia di bronzo al Campionato mondiale in Danimarca. Nella piccola finale, la Romania ha sconfitto la Polonia per 31-22. Le romene hanno perso venerdì nelle semifinali la partita contro la Norvegia, campionessa olimpica ed europea en titre, per 35 – 33, dopo i tempi supplementari. Alla precedente edizione del Campionato Mondiale, nel 2013, in Serbia, la Romania si è piazzata al decimo posto. La Romania è l’unica equipe che ha partecipato a tutte le edizioni del Campionato Mondiale, a cominciare dal 1957: ha vinto una medaglia d’oro (1962) e due d’argento (1973, 2005). (traduzione di Gabriela Petre)