20.11.2014
Mosca — La Russia auspica che con l’elezione del neo presidente della Romania, Klaus Iohannis, sia registrato un cambiamento significativo” nei rapporti tra i due Paesi. Stando al portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Aleksandr Lukashevich, citato dall’agenzia stampa russa Itar Tass, il cambiamento sarebbe necessario soprattutto dopo le critiche della Romania nei confronti della politica della Russia nel caso ucraino. Lukashevich ha aggiunto che la Russia rispetta la scelta dell’elettorato romeno, nel contesto in cui Iohannis ha ottenuto oltre il 54% dei voti nel secondo turno delle presidenziali. L’attuale presidente della Romania, Traian Basescu, ha criticato duramente l’annessione della Penisola di Crimea alla Russia e il coinvolgimento di Mosca nel conflitto nell’est dell’Ucraina, a favore dei secessionisti pro-russi. Tra l’altro, il presidente Basescu ha accusato il collega di Cremlino, Vladimir Putin, che intende trasformare il Mar Nero in lago russo.
România Internațional, 20.11.2014, 16:30
Bucarest — Il candidato dell’Alleanza Cristiana-Liberale (la principale forza dell’opposizione) Klaus Iohannis, sindaco di Sibiu (nel centro del paese), ha ottenuto il 54,43% al secondo turno delle presidenziali in Romania domenica scorsa, mentre il suo sfidante, il candidato dell’Alleanza al governo Partito Socialdemocratico — Unione Nazionale per il Progresso della Romania — Partito Conservatore, il premier Victor Ponta, si è aggiudicato il 45,56% dei voti, secondo i risultati finali resi pubblici dall’Ufficio Elettorale Centrale. L’affluenza alle urne è stata del 64,10%. All’estero hanno votato quasi 380 mila persone. Il verbale finale sul risultato delle elezioni è stato già trasmesso alla Corte Costituzionale. Secondo la legge, la Corte Costituzionale dovrà validare entro domani i risultati e pubblicarli sulla Gazzetta Ufficiale. Il neo presidente assumerà la carica dopo il 21 dicembre, quando scade il mandato dell’attuale capo dello stato, Traian Băsescu.
Bucarest — Il procuratore generale della Romania, Tiberiu Niţu, ha annunciato oggi che la Procura sta indagando sull’organizzazione delle elezioni presidenziali all’estero e che è stata avviata un’inchiesta penale sull’ostacolazione del diritto di voto. Niţu ha precisato di aver ricevuto segnalazioni contro alcuni ministri e rappresentanti delle autorità, che, secondo chi ha fatto le segnalazioni, avrebbero avuto responsabilità nell’organizzazione delle elezioni. I problemi con il voto all’estero hanno portato alle dimissioni del ministro degli Esteri, Titus Corlatean, dopo il primo turno, e del suo successore, Teodor Melescanu, dopo il ballottaggio. Ricordiamo che a causa dell’organizzazione defficiente, migliaia di cittadini romeni all’estero non hanno potuto esercitare il proprio diritto di voto ai due turni delle presidenziali, il 2 e il 16 novembre. A Parigi e Torino, le forze dell’ordine hanno utilizzato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti arrabbiati perché non erano riusciti a votare.
Bucarest — L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia di Bucarest ha approvato oggi la richiesta dei procuratori anticorruzione di custodia cautelare per 30 giorni nei confronti del deputato socialdemocratico (al governo) Ioan Adam, coinvolto in un caso di restituzioni illegali di terreni che avrebbero recato danni di oltre 300 milioni di euro allo stato. Sempre oggi, l’Alta Corte ha deciso che il deputato conservatore Ion Diniţă sia indagato in libertà, sotto controllo giudiziario. Diniţă è accusato che, tramite la trasgressione delle norme legali, è stato beneficiario di contratti con fondi pubblici, i danni essendo stimati dai procuratori a oltre 7 milioni di euro. Le due decisioni non sono definitive. Diniţă e Adam non dispongono più di immunità parlamentare, rimossa i giorni scorsi in seguito ad un voto nella plenaria della Camera. Sempre questa settimana, altri due parlamentari — l’ex ministro socialdemocratico dell’Istruzione, Ecaterina Andronescu, e l’ex segretario generale del Governo, Şerban Mihăilescu (già membro del Partito Socialdemocratico, attualmente dell’Unione Nazionale per il Progresso della Romania) — sono rimasti senza immunità. Loro sono sospettati, accanto ad altri sette ex membri del Governo, di atti di corruzione nel cosiddetto caso Microsoft, sulla concessione preferenziale di licenze IT, in cui sono indagati altri 9 ministri.
Bucarest — Una missione congiunta di esperti del FMI e della Commissione Europea sarà a Bucarest dal 2 al 10 dicembre, per discutere con le autorità romene della bozza della finanziaria per il 2015. A inizio mese, il FMI ha ricordato che la Romania si è impegnata a continuare il consolidamento della situazione fiscale ed ha chiesto alle autorità di non mettere in pericolo i progressi realizzati negli ultimi anni nel contenere le spese. Dal canto suo, la CE ha ammonito che il Governo sarà costretto ad aumentare tasse o a tagliare spese per controbilanciare i cali deli introiti previsti per il 2015 in seguito alla diminuzione dei contributi previdenziali, della tassa sulle costruzioni speciali e delle accise, altrimenti il deficit di bilancio potrebbe salire al 2,8% del PIL. Dopo i colloqui con i rappresentanti delle istituzioni finanziarie internazionali, la bozza della Finanziaria per il 2015 andrà al dibattito pubblico e sarà inviata al Governo per l’approvazione. La Romania ha concluso nell’autunno dello scorso anno con il FMI e la CE di tipo preventivo per un valore di 4 miliardi di euro, che scadrà l’anno prossimo.
Bucarest — La Romania aumenterà la sua presenza militare in Afghanistan, nel 2015, a 450 militari. Lo ha reso noto il presidente Traian Băsescu. I romeni avranno come missioni principali la sorveglianza della base aerea di Kandahar e l’addestramento di alcune unità dell’esercito afgano. La Romania si affianca in questo modo ad altri stati che continueranno ad offrire assistenza alle forze di sicurezza afgane, dopo che la NATO e gli USA avranno concluso, entro fine anno, il ritiro delle unità da questo Paese, dove hanno partecipato alla lotta contro i talebani per 13 anni. I militari che restano, inclusi 10 mila americani, si occuperanno della consulenza e dell’addestramento dell’esercito afghano.
Bucarest – 12 ex capi di stato dell’Europa Centrale ed Orientale sono presenti oggi e domani a Bucarest alla conferenza internazionale “25 anni dal crollo delle dittature comuniste nell’Europa Orientale: guardando indietro, guardando in avanti”. Per l’occasione, re Michele I di Romania offre un pranzo ufficiale. Vi partecipano, tra l’altro, Lech Walesa, presidente della Polonia nel periodo 1990-1995, Emil Constantinescu, capo dello stato romeno dal 1996 al 2000, Leonid Kuchma, presidente dell’Ucraina nel periodo 1994-1999, e Hans-Gert Pottering, presidente del Parlamento Europeo dal 2007 al 2009. Oltre ai primi presidenti democratici dell’Europa Centrale ed Orientale, alla conferenza partecipano anche personalità occidentali importanti del periodo post-comunista e più di 400 giovani dei Paesi ex-comunisti. Costretto ad abdicare e a partire in esilio nel 1947, quando il Paese era praticamente sotto occupazione militare sovietica, re Michele I di Romania è uno degli ultimi capi di stato del periodo della Seconda Guerra mondiale ancora in vita.
Bucarest — A Bucarest si volge la 21-esima edizione della Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania. Fino a domenica i visitatori potranno partecipare a 750 eventi, un numero record nella storia della fiera. Tra gli espositori: più di 300 case editrici romene e straniere, tipografie, istituzioni di insegnamento e istituti culturali che presentano libri per ogni gusto. Quest’anno il Paese ospite d’onore è la Russia. Ieri, nel primo giorno della manifestazione, oltre 10 mila persone hanno visitato la Fiera.
(traduzione di Gabriela Petre)