20.05.2014
Bucarest — Almeno 47 morti, più di 1,6 milioni di sfollati e danni materiali stimati a circa 10 miliardi di euro. E’ il più recente bilancio annunciato dalle autorità in Serbia e Bosnia-Erzegovina, Paesi che si confrontano con le più gravi alluvioni dell’ultimo secolo. In Serbia le autorità si aspettano oggi ad una nuova massima dell’ondata di piena sul Sava, un affluente del Danubio, e temono che siano colpite nuove località e una centrale termoelettrica che garantisce la metà del consumo nazionale di elettricità. In Bosnia le autorità paragonano gli effetti delle inondazioni a quelli della guerra degli anni 1992-1995. Attualmente un quarto dei quattro milioni di abitanti non ha più accesso ad acqua potabile e oltre 100 mila abitazioni sono state distrutte. Parallelamente agli sforzi delle equipe di intervento, sempre più stati, tra cui anche la Romania, hanno offerto sostegno agli sfollati dei due Paesi.
România Internațional, 20.05.2014, 15:18
Bucarest — Almeno 47 morti, più di 1,6 milioni di sfollati e danni materiali stimati a circa 10 miliardi di euro. E’ il più recente bilancio annunciato dalle autorità in Serbia e Bosnia-Erzegovina, Paesi che si confrontano con le più gravi alluvioni dell’ultimo secolo. In Serbia le autorità si aspettano oggi ad una nuova massima dell’ondata di piena sul Sava, un affluente del Danubio, e temono che siano colpite nuove località e una centrale termoelettrica che garantisce la metà del consumo nazionale di elettricità. In Bosnia le autorità paragonano gli effetti delle inondazioni a quelli della guerra degli anni 1992-1995. Attualmente un quarto dei quattro milioni di abitanti non ha più accesso ad acqua potabile e oltre 100 mila abitazioni sono state distrutte. Parallelamente agli sforzi delle equipe di intervento, sempre più stati, tra cui anche la Romania, hanno offerto sostegno agli sfollati dei due Paesi.
Bucarest — E’ un obbligo sacro per noi restare a fianco a voi e alla NATO, perciò vi dico, da parte del presidente Obama, che potete contare su di noi! Lo ha dichiarato il vicepresidente americano, Joe Biden il quale ha iniziato una visita di due giorni in Romania. In un discorso tenuto presso una base aerea di Bucarest davanti a 100 militari romeni ed americani, Biden ha menzionato che l’aggressione in Crimea conferma agli alleati della NATO che bisogna collaborare. I confini dell’Europa, ha aggiunto il vicepresidente Biden, non devono essere nuovamente cambiati con la forza delle armi ed è per questo che condanniamo l’occupazione della Crimea da parte della Russia. Dal canto suo, il ministro della Difesa romeno, Mircea Dusa, ha sottolineato che gli USA sono il più importante partner della Romania ed ha ricordato la decisione del governo romeno di aumentare i fondi stanziati alla difesa al 2% entro il 2016. Nell’agenda di Biden a Bucarest sono inclusi anche colloqui con il capo dello Stato Traian Basescu e con il premier Victor Ponta. La sua visita nella capitale romena giunge dopo quella effettuata la scorsa settimana dal segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, e dal vicedirettore CIA, Avril Haines. Nei giorni prossimi è atteso in Romania anche il capo del Pentagono, Chuck Hagel.
Bucarest — La Romania non firmerà un nuovo accordo con il FMI, la Commissione Europea e la Banca Mondiale dopo il 2015. Lo ha dichiarato il ministro con delega al bilancio, Liviu Voinea, precisando che in questo modo la Romania confermerà di avere un’economia consolidata. Attualmente è in via di svolgimento un accordo preventivo tra la Romania e le istituzioni internazionali pari a 4 miliardi di euro. Negli ultimi quattro anni, la Romania ha concluso con successo altri due accordi con il FMI, l’UE e la Banca Mondiale, rispettivamente per un valore di 20 e di 5 miliardi di euro.
Bucarest — Il presidente romeno, Traian Băsescu ritiene complicata la situazione in Ucraina e, secondo lui, esiste il pericolo che il conflitto si estenda anche nella regione di Odessa, il che danneggerebbe alla situazione nella regione separatista Transnistria, in Moldova. La dichiarazione è stata fatta a Bucarest, in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo ceco, Miloš Zeman, il quale, facendo riferimento alla situazione in Ucraina e al prossimo scrutinio presidenziale, ha affermato che è essenziale che le presidenziali anticipate che avranno luogo domenica in Ucraina si possano svolgere anche nell’est del Paese. Il presidente ceco ha inoltre esortato tutti i cittadini dell’est dell’Ucraina ad andare a votare.
Chisinau — La Direzione Nazionale Anticorruzione della Romania (DNA) offrirà sostegno alle autorità moldave nella lotta alla corruzione. Lo ha affermato il procuratore capo della DNA, Laura Codruţa Kövesi, durante la visita effettuata ieri a Chisinau, dove ha incontrato il ministro dell’interno moldavo, Dorin Recean, aggiungendo che la Romania e la Moldova hanno registrato successi significativi in varie azioni congiunte.
Bucarest — Quattro giudici del Tribunale di Bucarest, accusati di corruzione, saranno presentati oggi alla Corte d’Appello con la proposta di arresto cautelare. Fermati in seguito alla decisione del Consiglio Superiore della Magistratura, i giudici sono accusati di aver ricevuto, direttamente o tramite intermediari, soldi e altri beni per favorire gli amministratori giudiziari in alcuni dossier di insolvenza. Stando ai procuratori anticorruzione, le somme mensili incassate dai quattro magistrati erano comprese tra 10.000 lei (2250 euro) e 15.000 lei (3400 euro).
Bucarest — Oggi ricorrono 20 anni dalla nascita del grande politico romeno Corneliu Coposu, morto nel 1995, a 81 anni. Dopo il crollo del regime comunista, Corneliu Coposu ha avuto un importante contributo nella rinascita del Partito Nazionale Contadino (PNŢ), ritenuto uno dei partiti storici romeni, come anche quello liberale. Già dai primi anni ’90, Coposu, sostenitore della monarchia, ha chiesto l’eliminazione della nomenklatura comunista dalle nuove strutture dello stato e l’adesione della Romania alle organizzazioni del mondo occidentale. Per la sua intera attività politica e per le sofferenze subite per due decenni nei carceri comunisti, la Francia ha concesso a Corneliu Coposu l’Ordine Nazionale della Legion d’Onore. (traduzione di Gabriela Petre)