20.01.2021
România Internațional, 20.01.2021, 17:05
Coronavirus – Via libera dal Governo di Bucarest alla normativa che include le persone disabili, i loro assistenti personali e i senzatetto nella seconda fase della campagna vaccinale anti-Covid in corso in Romania. Sempre in questa fase sarà somministrato il vaccino al personale navigante, i lavoratori su piattaforme offsore, i membri delle missioni diplomatiche, e gli atleti che partecipano a competizioni internazionali. La seconda fase della campagna vaccinale anti-Covid-19 interessa gli over 65, i malati cronici e i dipendenti dei settori di rilevanza strategica. La normativa introduce anche la terza fase A, che include dipendenti essenziali nel settore privato, ha spiegato il premier Florin Cîțu. Dall’inizio della pandemia, in Romania si sono verificati oltre 700.000 casi di infezione dal nuovo coronavirus, di cui più di 635.000 guariti, e 17.485 decessi associati al SARS CoV-2. Al momento, nelle terapie intensive sono ricoverati circa mille pazienti. La capitale torna nella zona gialla, in seguito al calo del tasso di contagio sotto il 3 per mille, per la prima volta dallo scorso ottobre.
Proteste – Sono proseguite oggi davanti al Ministero delle Finanze di Bucarest le proteste organizzate da Cartel Alfa – uno dei principali sindacati in Romania, che ieri ha presidiato le sedi dei partiti della coalizione di governo, dove i loro rappresentanti hanno incontrato il leader liberale Ludovic Orban e il copresidente dell’Alleanza USR-PLUS, Dan Barna. I sindacati chiedono un salario minimo dignitoso, pensioni e tassazione eque, servizi pubblici di qualità e la corretta applicazione della legislazione. Secondo il vicepremier Dan Barna, alcune richieste potrebbero essere risolte prossimamente, mentre altre vanno affrontate nel contesto di un’economia in crisi generata dal Covid-19 e di un bilancio che deve rientrare nel deficit del 7% del Pil.
Giustizia/ stipendi – La Federazione Publisind, che raggruppa sindacati dell’ordine pubblico, penitenziari e tribunali, ha protestato oggi a Bucarest e in altre città del Paese, chiedendo l’applicazione della legge quadro sugli stipendi nel settore pubblico e l’eliminazione delle disparità salariali fra gli statali. I rappresentanti di Publisind hanno presentato i problemi al ministro della Giustizia, Stelian Ion, il quale ha espresso la disponibilità ad un dialogo permanente, a beneficio dei dipendenti e dei cittadini che beneficiano del loro lavoro.
Turismo – Per il secondo anno di seguito, la città di Sibiu, che si trova nella Romania centrale, è stata inserita nella lista delle migliori 20 destinazioni turistiche europee dalla European Best Destinations. La presentazione mette in risalto i pregi del centro storico, le modalità di passatempo all’aperto, la gastronomia locale e le gite nella regione. Nel 2020, Sibiu si è classificata al sesto posto, superando destinazioni come Parigi, Roma o Cork.
Moldova – In visita di due giorni a Bruxelles, la presidente della Moldova, Maia Sandu, ha incontrato i vertici istituzionali comunitari, nonchè membri della Commissione e dell’Eurocamera. Durante gli incontri, la Sandu ha presentato le priorità del suo mandato – lotta alla corruzione, accesso più veloce al vaccino anti COVID-19 per medici e operatori sanitari, intensificazione della cooperazione economica, sostegno agli agricoltori e alle piccole e medie imprese. Maia Sandu ha spiegato che l’interesse della Moldova è quello di espandere e approfondire la cooperazione con l’UE in diversi settori, nonchè l’integrazione continua nei settori dell’economia, dell’energia, della tutela ambientale e dei servizi.
CEDU – La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) ha condannato la Romania per violazione del diritto alla privacy, in seguito al rifiuto delle autorità di riconoscere il cambio di identità sessuale di due persone, in quanto non si sono sottoposte ad intervento chirurgico. Le due persone di cittadinanza romena, in età di 44 e 38 anni e registrate all’anagrafe come donne, hanno denunciato il no della giustizia alle loro richieste di modifica dello stato civile, in quanto non avevano fornito le prove di un’operazione di cambio di sesso. Secondo la CEDU, i tribunali hanno sottoposto le due querelanti, che non volevano sottoporsi a un intervento chirurgico per il cambio di sesso, di fronte a un dilemma senza uscita: o a sottoporsi a tale intervento, nonostante la propria volontà e rinunciando al pieno esercizio del loro diritto di rispettare la propria integrità fisica, o di rinunciare alla propria identità sessuale, che è legata al diritto al rispetto della privacy. La CEDU ha inoltre ritenuto che sono state sottoposte a una situazione di vulnerabilità, umiliazione e ansia.