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17.12.2022

Accordo energia – Firmato oggi a Bucarest un accordo tra i governi di Romania, Azerbaigian, Georgia e Ungheria sul partenariato strategico nel settore dell’energia verde. Firmato dal presidente azero, Ilham Aliyev, dai premier romeno, Nicolae Ciucă, georgiano, Irakli Garibashvili, e ungherese, Viktor Orbán, il documento prevede la costruzione di un cavo sottomarino che trasporterà energia da fonti rinnovabili dall’Azerbaigian in Romania, via Georgia e Mar Nero, in Ungheria e nel resto dell’Europa. Il progetto è un ulteriore passo nel consolidamento della sicurezza energetica della Romania. Ieri le compagnie nazionali romena Romgaz e azera SOCAR hanno firmato un contratto che garantirà alla Romania, in caso di necessità, l’accesso a quantità supplementari di gas naturale. La Romania si è impegnata a fare investimenti nella produzione di energia e nell’infrastruttura energetica, ha dichiarato il premier Nicolae Ciucă alla cerimonia svoltasi oggi. Dal canto suo, il presidente azero, Ilham Aliyev, ha sottolineato che il suo paese diventerà un fornitore importante di energia elettrica, soprattutto verde, per l’Europa. Alla firma dell’accordo, accanto al capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, era presente anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

17.12.2022
17.12.2022

, 17.12.2022, 15:41

Accordo energia – Firmato oggi a Bucarest un accordo tra i governi di Romania, Azerbaigian, Georgia e Ungheria sul partenariato strategico nel settore dell’energia verde. Firmato dal presidente azero, Ilham Aliyev, dai premier romeno, Nicolae Ciucă, georgiano, Irakli Garibashvili, e ungherese, Viktor Orbán, il documento prevede la costruzione di un cavo sottomarino che trasporterà energia da fonti rinnovabili dall’Azerbaigian in Romania, via Georgia e Mar Nero, in Ungheria e nel resto dell’Europa. Il progetto è un ulteriore passo nel consolidamento della sicurezza energetica della Romania. Ieri le compagnie nazionali romena Romgaz e azera SOCAR hanno firmato un contratto che garantirà alla Romania, in caso di necessità, l’accesso a quantità supplementari di gas naturale. La Romania si è impegnata a fare investimenti nella produzione di energia e nell’infrastruttura energetica, ha dichiarato il premier Nicolae Ciucă alla cerimonia svoltasi oggi. Dal canto suo, il presidente azero, Ilham Aliyev, ha sottolineato che il suo paese diventerà un fornitore importante di energia elettrica, soprattutto verde, per l’Europa. Alla firma dell’accordo, accanto al capo dello stato romeno, Klaus Iohannis, era presente anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

Schengen – L’Esecutivo comunitario appoggia completamente l’adesione della Romania all’Area Schengen. Lo ha dichiarato a Bucarest la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aggiungendo che lavorerà instancabilmente per l’individuazione di una soluzione entro breve tempo, dal momento che la Romania è pienamente preparata ad entrare a far parte della zona di libera circolazione. Dal canto suo, il presidente Klaus Iohannis ha precisato che la Romania conta sul sostegno della Commissione Europea per l’adesione a Schengen. Al Consiglio Giustizia e Affari Interni svoltosi la scorsa settimana, l’Austria si è opposta all’ingresso di Romania e Bulgaria allo spazio di libera circolazione, invocando come argomento la pressione migratoria. I Paesi Bassi hanno votato solo contro l’ingresso di Bulgaria, però i due Stati sono andati in tandem nel percorso Schengen.

Rivoluzione ’89 – Giornata di lutto oggi a Timişoara, nell’ovest della Romania, dove gli eroi della Rivoluzione anticomunista avvenuta 33 anni addietro sono stati commemorati con cerimonie religiose e deposizioni di corone di fiori. Ieri sono stati ricordati i primi scontri tra le forze dell’ordine del regime dittatoriale di Nicolae Ceauşescu e la gente scesa in piazza per chiedere la libertà. La tradizionale riunione festiva del Consiglio locale di Timişoara è stata seguita da mostre, proiezioni di film, dibattiti, concerti e dalla marcia Gli eroi non muoiono mai. La rivolta contro il regime comunista in Romania è scoppiata a Timişoara il 16 dicembre 1989 e si è estesa dal 21 dicembre a Bucarest e in altre città del paese. Complessivamente, oltre 1.000 persone sono morte e circa 3.000 sono rimaste ferite nei combattimenti svoltisi nell’unico paese dell’est europeo in cui il cambiamento del regime è avvenuto in modo violento.

Orfani bianchi – L’ong Save the Children Romania, in partenariato con il Ministero della Famiglia e con l’Autorità Nazionale per la Tutela dei Diritti dell’Infanzia e l’Adozione, ha lanciato una campagna informativa destinata ai genitori che lavorano all’estero e alle persone che badano in patria ai loro figli minori. L’iniziativa arriva nel contesto in cui 2 su 5 genitori che lavorano all’estero non torneranno quest’anno a casa per le Feste Natalizie. Secondo i dati ufficiali, circa 74.000 bambini di Romania hanno almeno uno dei genitori all’estero.

Moldova – La Repubblica di Moldova, a maggioranza romenofona, vieterà temporaneamete sei reti televisive che trasmettono informazioni scorrette sul piccolo stato ex-sovietico e sulla guerra della Russia in Ucraina. Il paese va protetto da propaganda e menzogne, ha sottolineato il vicepremier Andrei Spînu su Telegram. Il divieto entrerà in vigore lunedì e sarà mantenuto per tutta la durata dello stato di emergenza indetto dalle autorità moldave in seguito all’invasione russa in Ucraina, il 24 febbraio scorso. Le sei reti televisive, alcune di lingua romena, altre di lingua russa, hanno legami stretti con il politico e imprenditore Ilan Shor, fuggito dal paese nel 2019, dopo l’elezione della presidente filo-occidentale Maia Sandu. In esilio in Israele, Shor ha sostenuto le proteste avvenute a Chişinău, che chiedevano le dimissioni del Governo filo-europeo.

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