15.03.2022
Difesa – Lo stabilimento Uzina Mecanică di Bucarest produrrà veicoli blindati Piranha 5 in partenariato con la General Dynamics European Land Systems (GDELS). Il premier Nicolae Ciucă e il ministro dell’Economia, Florin Spătaru, hanno partecipato oggi alla cerimonia di firma dell’accordo di associazione tra l’azienda di Bucarest e la multinazionale. Secondo il ministro Spătaru, si delinea in questo modo una partnership strategica sostenibile tra la Romania e gli Stati Uniti. La Romania ha le risorse umane, il potenziale e la volontà di avere gli stessi standard degli altri membri dell’Alleanza Nord-Atlantica e dell’Unione Europea, ha sottolineato il premier Nicolae Ciucă. Dal canto suo, il presidente della GDELS, Alfonso Ramonet, ha spiegato che questo è solo l’inizio e che l’azienda che rappresenta intende realizzare più prodotti in Romania.
România Internațional, 15.03.2022, 17:08
Difesa – Lo stabilimento Uzina Mecanică di Bucarest produrrà veicoli blindati Piranha 5 in partenariato con la General Dynamics European Land Systems (GDELS). Il premier Nicolae Ciucă e il ministro dell’Economia, Florin Spătaru, hanno partecipato oggi alla cerimonia di firma dell’accordo di associazione tra l’azienda di Bucarest e la multinazionale. Secondo il ministro Spătaru, si delinea in questo modo una partnership strategica sostenibile tra la Romania e gli Stati Uniti. La Romania ha le risorse umane, il potenziale e la volontà di avere gli stessi standard degli altri membri dell’Alleanza Nord-Atlantica e dell’Unione Europea, ha sottolineato il premier Nicolae Ciucă. Dal canto suo, il presidente della GDELS, Alfonso Ramonet, ha spiegato che questo è solo l’inizio e che l’azienda che rappresenta intende realizzare più prodotti in Romania.
NATO – Incontrando oggi alla Base aerea 57 di Mihail Kogălniceanu (sud-est) l’omologa belga, Ludivine Dedonder, il ministro della Difesa romeno, Vasile Dîncu, ha sottolineato la gravità della situazione generata dall’invasione della Federazione Russa in Ucraina, che cambia radicalmente il paradigma della sicurezza europea ed euro-atlantica. Il Ministero della Difesa romeno precisa che Vasile Dîncu ha ringraziato la collega belga per il dislocamento di un contingente di 300 militari e mezzi tecnici in Romania, nel contesto del dispiegamento della Forza di Reazione Rapida della NATO, nell’ambito delle misure alleate per rinforzare la sicurezza sul Fianco Orientale. I due ministri hanno discusso anche delle misure adottate dalla Romania a sostegno dell’Ucraina. Vasile Dîncu ha menzionato il centro logistico di Suceava attraverso il quale gli aiuti umanitari dal Paese e dall’estero arrivano in Ucraina, nonché la gestione del flusso di rifugiati. Il ministro Dîncu ha salutato le ottime relazioni bilaterali tra la Romania e il Belgio, evidenziando l’eccellente collaborazione con l’Ospedale Militare di Bruxelles, coinvolto nel trattamento di pazienti romeni con gravi ustioni.
Profughi – Il numero dei rifugiati ucraini ha raggiunto i 3 milioni. Lo riferisce l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, citata dall’AFP. Il bilancio si riferisce solo a coloro che hanno lasciato il Paese dopo l’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio, e non anche chi si è spostato all’interno dei confini. Su un totale di 3 milioni, 1,4 milioni sono bambini, rileva l’UNICEF, mentre 157.000 sono cittadini di altri paesi. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la Polonia ha accolto il maggior numero di profughi ucraini – circa 1,8 milioni. Altre destinazioni della popolazione in fuga dalla guerra sono la Moldova, la Romania e l’Ungheria. La Polizia di Frontiera romena informa che ieri, attraverso i valichi di confine, sono entrate in Romania oltre 66.000 persone, di cui quasi 14.000 sono cittadini ucraini, in calo del 4,8% rispetto al giorno precedente. Dall’inizio del conflitto, in Romania sono entrati 425.786 cittadini ucraini, per la maggior parte in transito verso altri stati dell’Europa occidentale.
Ucraina – Quasi l’intera avanzata russa è stata interrotta da alcuni giorni, nonostante la continuazione dei bombardamenti. Lo indica il Dipartimento di Stato americano, rilevando che i russi non hanno né superiorità aerea né il controllo delle principali città dell’Ucraina. Stamattina, il centro della capitale Kiev è stato scosso da diverse forti esplosioni, senza essere chiaro se si tratti di un attacco russo o del rumore proveniente dai sistemi di difesa aerea ucraini, riferisce la BBC. I residenti della città si stanno preparando per un possibile assedio. L’Ucraina accusa la Russia di bombardare i civili. Da presidente di turno dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha definito gli attacchi della Russia contro i civili ucraini come terrorismo di stato. Rau considera che le truppe russe hanno iniziato ad attaccare la popolazione civile e le infrastrutture per demoralizzare gli ucraini. Il diplomatico ha invitato la Russia a impegnarsi in un dialogo per trovare una soluzione pacifica. Intanto, sono ripresi i negoziati tra Ucraina e Russia. Kiev chiede un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dal suo territorio. Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto l’istituzione di uno status neutrale per l’Ucraina, la sua smilitarizzazione, il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea annessa, nonchè il diritto all’autodeterminazione per province separatiste filo-russe del Donbas.
UE – Ucraina – Riunione in videconferenza dei ministri della Salute dell’UE per coordinare le azioni di accoglienza dei feriti di guerra e dei malati cronici dall’Ucraina. L’incontro è stato convocato dal ministro della Salute francese, Olivier Véran, il cui Paese ha la presidenza semestrale del Consiglio dell’UE. La Francia ritiene necessaria una risposta coordinata e solidale dell’Unione alle conseguenze sanitarie generate dall’aggressione militare russa contro l’Ucraina, poiché si prevede che le capacità assistenziali dei paesi limitrofi saranno presto superate. La priorità sarà quella di garantire la continuità delle cure mediche agli sfollati.
Decesso militare – Un sottufficiale romeno di 43 anni, in missione in Kosovo, è morto ieri per una patologia acuta, informa il Ministero della Difesa. Il militare era in Kosovo da luglio 2021, in una missione della KFOR, che doveva concludere ad aprile. Era un veterano dei teatri operativi in Iraq e Afghanistan.