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15.03.2022 (aggiornamento)

Romania – Bulgaria – Nel contesto della guerra in Ucraina, il Fianco Orientale della Nato deve essere rafforzato, a livello dell’area del Mar Baltico, per prevenire qualsiasi conflitto nella zona. Lo ha affermato il presidente romeno, Klaus Iohannis, dopo i colloqui avuti a Bucarest con il suo omologo bulgaro, Rumen Radev. Il presidente Iohannis ha sottolineato che la sicurezza e la stabilità del Mar Nero sono molto importanti e che ogni stato rivierasco ha la responsabilità di garantirle. D’altra parte, i due presidenti hanno discusso anche della diversificazione delle fonti energetiche e delle vie di trasporto, nel contesto della necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Federazione Russa. Ho sottolineato l’importanza di una rapida messa in servizio dell’interconnettore Bulgaria-Grecia, ha affermato Klaus Iohannis. Egli ha affermato che una volta ultimato, potrà essere collegato al gasdotto BRUA, già operativo, e che, in questo modo, il corridoio di gas verticale, di importanza cruciale, diventerà operativo. Dal canto suo, il presidente della Bulgaria, Rumen Radev, ha sottolineato che nel contesto della guerra in Ucraina c’è bisogno di interconnettività tra Bulgaria e Romania in termini di trasporti, energia e nuove connessioni di gas naturale.

15.03.2022 (aggiornamento)
15.03.2022 (aggiornamento)

, 15.03.2022, 19:57

Romania – Bulgaria – Nel contesto della guerra in Ucraina, il Fianco Orientale della Nato deve essere rafforzato, a livello dell’area del Mar Baltico, per prevenire qualsiasi conflitto nella zona. Lo ha affermato il presidente romeno, Klaus Iohannis, dopo i colloqui avuti a Bucarest con il suo omologo bulgaro, Rumen Radev. Il presidente Iohannis ha sottolineato che la sicurezza e la stabilità del Mar Nero sono molto importanti e che ogni stato rivierasco ha la responsabilità di garantirle. D’altra parte, i due presidenti hanno discusso anche della diversificazione delle fonti energetiche e delle vie di trasporto, nel contesto della necessità di ridurre la dipendenza energetica dalla Federazione Russa. Ho sottolineato l’importanza di una rapida messa in servizio dell’interconnettore Bulgaria-Grecia, ha affermato Klaus Iohannis. Egli ha affermato che una volta ultimato, potrà essere collegato al gasdotto BRUA, già operativo, e che, in questo modo, il corridoio di gas verticale, di importanza cruciale, diventerà operativo. Dal canto suo, il presidente della Bulgaria, Rumen Radev, ha sottolineato che nel contesto della guerra in Ucraina c’è bisogno di interconnettività tra Bulgaria e Romania in termini di trasporti, energia e nuove connessioni di gas naturale.

NATO – Incontrando oggi alla Base aerea 57 di Mihail Kogălniceanu (sud-est) l’omologa belga, Ludivine Dedonder, il ministro della Difesa romeno, Vasile Dîncu, ha sottolineato la gravità della situazione generata dall’invasione della Federazione Russa in Ucraina, che cambia radicalmente il paradigma della sicurezza europea ed euro-atlantica. Il Ministero della Difesa romeno precisa che Vasile Dîncu ha ringraziato la collega belga per il dislocamento di un contingente di 300 militari e mezzi tecnici in Romania, nel contesto del dispiegamento della Forza di Reazione Rapida della NATO, nell’ambito delle misure alleate per rinforzare la sicurezza sul Fianco Orientale. I due ministri hanno discusso anche delle misure adottate dalla Romania a sostegno dell’Ucraina. Vasile Dîncu ha menzionato il centro logistico di Suceava attraverso il quale gli aiuti umanitari dal Paese e dall’estero arrivano in Ucraina, nonché la gestione del flusso di rifugiati. Il ministro Dîncu ha salutato le ottime relazioni bilaterali tra la Romania e il Belgio, evidenziando l’eccellente collaborazione con l’Ospedale Militare di Bruxelles, coinvolto nel trattamento di pazienti romeni con gravi ustioni.

Difesa – Lo stabilimento Uzina Mecanică di Bucarest produrrà veicoli blindati Piranha 5 in partenariato con la General Dynamics European Land Systems (GDELS). Il premier Nicolae Ciucă e il ministro dell’Economia, Florin Spătaru, hanno partecipato oggi alla cerimonia di firma dell’accordo di associazione tra l’azienda di Bucarest e la multinazionale. Secondo il ministro Spătaru, si delinea in questo modo una partnership strategica sostenibile tra la Romania e gli Stati Uniti. La Romania ha le risorse umane, il potenziale e la volontà di avere gli stessi standard degli altri membri dell’Alleanza Nord-Atlantica e dell’Unione Europea, ha sottolineato il premier Nicolae Ciucă. Dal canto suo, il presidente della GDELS, Alfonso Ramonet, ha spiegato che questo è solo l’inizio e che l’azienda che rappresenta intende realizzare più prodotti in Romania.

Profughi – Il numero dei rifugiati ucraini ha raggiunto i 3 milioni. Lo riferisce l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, citata dall’AFP. Il bilancio si riferisce solo a coloro che hanno lasciato il Paese dopo l’inizio dell’invasione russa il 24 febbraio, e non anche chi si è spostato all’interno dei confini. Su un totale di 3 milioni, 1,4 milioni sono bambini, rileva l’UNICEF, mentre 157.000 sono cittadini di altri paesi. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la Polonia ha accolto il maggior numero di profughi ucraini – circa 1,8 milioni. Altre destinazioni della popolazione in fuga dalla guerra sono la Moldova, la Romania e l’Ungheria. La Polizia di Frontiera romena informa che ieri, attraverso i valichi di confine, sono entrate in Romania oltre 66.000 persone, di cui quasi 14.000 sono cittadini ucraini, in calo del 4,8% rispetto al giorno precedente. Dall’inizio del conflitto, in Romania sono entrati 425.786 cittadini ucraini, per la maggior parte in transito verso altri stati dell’Europa occidentale.

Ucraina – Il segretario generale della Nato,
Jens Stoltenberg, ha annunciato, oggi, di aver convocato un vertice
straordinario della Nato per il 24 marzo, a Bruxelles, dove si terrà anche un
incontro dei capi di stato e governo UE, con la partecipazione del presidente
degli Stati Uniti, Joe Biden, informa l’Afp. I partecipanti al vertice della
NATO affronteranno, tra l’altro, le conseguenze dell’invasione russa in Ucraina
e il sostegno dell’Alleanza Nord-Atlantica a questo Paese. Quasi l’intera avanzata russa in Ucraina è stata interrotta da alcuni giorni, nonostante la continuazione dei bombardamenti. Lo indica il Dipartimento di Stato americano, rilevando che i russi non hanno né superiorità aerea né il controllo delle principali città dell’Ucraina. Stamattina, il centro della capitale Kiev è stato scosso da diverse forti esplosioni, senza essere chiaro se si tratti di un attacco russo o del rumore proveniente dai sistemi di difesa aerea ucraini, riferisce la BBC. I residenti della città si stanno preparando per un possibile assedio. L’Ucraina accusa la Russia di bombardare i civili. Da presidente di turno dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), il ministro degli Esteri polacco, Zbigniew Rau, ha definito gli attacchi della Russia contro i civili ucraini come terrorismo di stato. Rau considera che le truppe russe hanno iniziato ad attaccare la popolazione civile e le infrastrutture per demoralizzare gli ucraini. Il diplomatico ha invitato la Russia a impegnarsi in un dialogo per trovare una soluzione pacifica. Intanto, sono ripresi i negoziati tra Ucraina e Russia. Kiev chiede un cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe dal suo territorio. Il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto l’istituzione di uno status neutrale per l’Ucraina, la sua smilitarizzazione, il riconoscimento della sovranità russa sulla Crimea annessa, nonchè il diritto all’autodeterminazione per le province separatiste filo-russe del Donbas.

UE-Ucraina – Riunione in videconferenza dei ministri della Salute dell’UE per coordinare le azioni di accoglienza dei feriti di guerra e dei malati cronici dall’Ucraina. Il ministro della Salute romeno, Alexandru Rafila, ha informato sulle risorse sanitarie già messe a disposizione delle vittime della guerra nella confinante Ucraina e ha ribadito la decisione di fornire cure mediche a tutti i rifugiati dall’Ucraina che ne hanno bisogno e si trovano sul territorio romeno. Rafila ha precisato che nella zona di confine sono stati allestiti centri vaccinali speciali, dove i rifugiati possono essere vaccinati se lo desiderano, in modo da evitare possibili malattie prevenibili tramite la vaccinazione.

Decesso militare – Un sottufficiale romeno di 43 anni, in missione in Kosovo, è morto ieri per una patologia acuta, informa il Ministero della Difesa. Il militare era in Kosovo da luglio 2021, in una missione della KFOR, che doveva concludere ad aprile. Era un veterano dei teatri operativi in Iraq e Afghanistan.

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