12.03.2023
Schengen – La Romania non è né fonte di migrazione né un Paese di transito. Lo ha ribadito il presidente Klaus Iohannis, prima della visita che effettua la prossima settimana in Bulgaria per discutere dell’adesione a Schengen con il suo omologo di Sofia. Sappiamo come proteggere i nostri confini, ma il problema è europeo, quindi è chiaro che vogliamo partecipare anche noi all’individuazione delle soluzioni migliori, ha precisato il capo dello stato. Intanto la Bulgaria si sta impegnando per mettere in sicurezza il suo confine con la Turchia, in collaborazione non solo con le autorità europee, ma anche con Ankara. Il ministro dell’Interno bulgaro, Ivan Demergiev, ha spiegato che l’idea della costruzione di un muro protettivo non è stata accolta al Consiglio Europeo, ma che possono essere forniti equipaggiamenti come droni o radar e che può essere aumentata anche la presenza FRONTEX. L’8 dicembre scorso, al Consiglio Giustizia e Affari Interni di Bruxelles, la Romania non è stata ammessa nell’Area Schengen, a causa dell’opposizione di Austria e Olanda. Gli austriaci hanno votato contro, mentre gli olandesi hanno deciso di accettare l’adesione della Romania, ma non quella della Bulgaria. I due paesi sono valutati in un fascicolo comune.
România Internațional, 12.03.2023, 16:40
Canale Bâstroe – Il capo della diplomazia di Bucarest, Bogdan Aurescu, è invitato domani alla Camera dei Deputati per fornire spiegazioni in merito ai lavori sul canale Bâstroe, nel Delta del Danubio, nonchè sulla strategia di adesione della Romania all’Area Schengen. Venerdì il ministro dell’Ambiente, Tanczos Barna, ha affermato che la biodiversità del Delta del Danubio – un’area unica in Europa, inclusa nel patrimonio mondiale dell’UNESCO – non è intaccata dai lavori di dragaggio ucraini sul Canale di Bâstroe, e che la portata del Danubio non è cambiata rispetto ai valori statistici degli ultimi anni. Le precisazioni arrivano dopo le prime misurazioni effettuate sul Braccio Chilia e sui tratti delle acque territoriali romene. Le autorità ucraine e romene hanno concordato di controllare la profondità dei canali sul Danubio in seguito alle informazioni secondo cui l’Ucraina sta dragando il canale Bîstroe. Il Ministero delle Infrastrutture ucraino ha riferito che, dopo la cosiddetta pulizia del canale, la profondità è aumentata da 3,9 a 6,5 metri. Kiev ha negato, tuttavia, che l’approfondimento del canale avrebbe violato un accordo. Per quanto riguarda l’Area Schengen, Bucarest mantiene l’obiettivo di adesione nel 2023, non raggiunto alla fine dello scorso anno a causa dell’opposizione dell’Austria.
Incidente Ungheria – Cinque romeni, uno dei quali con doppia cittadinanza, sono rimasti coinvolti sabato in un grave incidente stradale sull’autostrada M1, che collega Budapest a Vienna, informa il Ministero degli Esteri di Bucarest. Dei due ricoverati, uno è già stato dimesso, mentre l’altro, fuori pericolo, continua a ricevere cure mediche. Secondo la Polizia ungherese, a causa di una tempesta di polvere che ha improvvisamente ridotto la visibilità, un camion sarebbe entrato sulla corsia opposta, scontrandosi con altre auto. 42 veicoli sono stati coinvolti nel maxi incidente e quasi la metà ha preso fuoco. Una persona è morta e diverse decine sono rimaste ferite.
Pensioni Francia – Dopo dieci giorni di accesi dibattiti, il Senato francese ha adottato la contestata riforma delle pensioni, che ha generato un’ondata di scioperi e manifestazioni in tutto il Paese. La premier Elisabeth Borne non ha nascosto la sua soddisfazione per questo primo vero successo legislativo, all’inizio di una settimana decisiva in cui il governo spera di vedere definitivamente adottata la riforma, rileva l’AFP. Il progetto emblematico del secondo mandato del presidente Macron non ha però completato il suo percorso legislativo. Giovedì è atteso un voto decisivo nell’Assemblea Nazionale. Centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la riforma e l’innalzamento dell’età pensionabile legale da 62 a 64 anni. Secondo i sondaggi, la maggiorparte dei francesi è ostile alla riforma.