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12.02.2015

Bruxelles — Il presidente romeno, Klaus Iohannis, ha avuto, oggi, in occasione del Consiglio Europeo di Bruxelles, un incontro con il suo collega ucraino, Petro Poroschenko. Stando a fonti ufficiali, i due hanno discusso dei rapporti bilaterali e di questioni regionali. In apertura del Consiglio, dedicato alla lotta al terrorismo e alla situazione in Grecia, Klaus Iohannis ha avuto, allo stesso tempo, una breve discussione con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Inoltre, ha svolto brevi colloqui con il presidente francese, François Hollande, con il premier britannico, David Cameron, con il premier bulgaro, Boyko Borissov, con il presidente del Consglio Europeo, Donald Tusk, e con il presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz. Sempre oggi, il presidente Iohannis si è incontrato con il presidente del Partito Popolare Europeo, Joseph Daul. Sull’agenda l’attuale situazione geopolitica nel contesto dei negoziati di pace di Minsk. Allo stesso tempo, si è discusso della politica interna della Romania nei primi mesi di mandato del presidente Iohannis.

12.02.2015
12.02.2015

, 12.02.2015, 16:32



Bucarest — Il presidente Klaus Iohannis ha scritto sulla sua pagina di Facebook che si aspetta che i senatori romeni diano il via libera alla richiesta di perseguimento penale dell’ex ministro liberale dell’Economia, Varujan Vosganian, accusato di costituzione di gruppo delinquenziale organizzato, abuso d’ufficio e concorso in peculato. Il capo dello stato romeno ha valutato che il voto del Senato — con cui è stata bocciata la richiesta dei procuratori — rileva che non è stata capita la necessità di cambiamento per cui lui si è pronunciato ripetutamente. Nell’opinione del presidente Iohannis, davanti alla giustizia non esiste che un’unica misura: il rispetto per la legge, a prescindere dalla persona o dall’incarico. Invece, il Senato ha approvato il perseguimento penale di un altro ex ministro dell’Economia, il democratico-liberale Ion Ariton, accusato di abuso d’ufficio e uso dell’influenza per ottenere benefici indebiti.



Washington — Il premier romeno, Victor Ponta, ha ribadito, a Washington, la preoccupazione del Governo di Bucarest per il rafforzamento della cooperazione romeno-americana nel campo della difesa. In visita negli Usa, Ponta si è incontrato, ieri, con il segretario di stato alla Difesa, Chuck Hagel, il quale ha espresso l’apprezzamento per il contributo della Romania alle operazioni internazionali, soprattutto in Afghanistan, e per l’eccellente collaborazione bilaterale in queste operazioni. Sempre ieri, il premier romeno ha convenuto con il segretario americano al Commercio, Penny Pritzker, che una missione economica organizzata dal Dipartimento del Commercio statunitense venga, a maggio, in Romania. Prima della partenza per gli Stati Uniti, Ponta ha affermato che vuole promuovere, per gli imprenditori americani, le opportunità d’investimenti in Romania nel maggior numero di settori possibile. Stando ai più recenti dati della Banca Centrale Romena, nel 2013, gli Usa si piazzavano solo al 13esimo posto nella classifica degli investitori stranieri in Romania.



Tbilisi — Il ministro degli Esteri romeno, Bogdan Aurescu, ha ribadito, oggi, a Tbilisi, il costante sostegno della Romania alle aspirazioni d’integrazione euroatlantica della Georgia e ha sottolineato i progressi registrati da questo Paese nei suoi rapporti con la Nato. Aurescu ha fatto le dichiarazioni al convegno internazionale sul Programma Nazionale Annuo di Adesione alla Nato della Georgia, dove ha partecipato per il terzo anno consecutivo. Sempre oggi, Bogdan Aurescu ha partecipato ad un incontro di lavoro con i membri del contingente romeno impegnato nella Missione Ue di Monitoraggio in Georgia (EUMM). La Georgia è il principale partner commerciale della Romania nel Caucaso del Sud. Allo stesso tempo, la Romania è il principale contributore Ue all’attività della missione civile EUMM in Georgia cu 38 osservatori.



XXX – La Romania si colloca al 52esimo posto su 180 nella classifica sulla libertà di stampa nel 2014, stilata all’inizio di quest’anno da Reporters senza Frontiere e resa pubblica oggi. Sebbene in calo di 7 posti rispetto al 2013, la Romania si colloca prima di altri Paesi europei, come Croazia, Ungheria o Bulgaria. La Moldova si piazza al 72esimo posto. I Paesi considerati i più pericolosi del mondo per i giornalisti sono la Siria, che resta al 177esimo posto, subito dopo la Cina (176) e davanti al Turkmenistan (178), alla Corea dl Nord (179) e all’Eritrea (180). L’Iraq si colloca al 156esimo posto, mentre la Nigeria al 111esimo. Per il quinto anno consecutivo, la Finlandia resta al primo posto in classifica, seguita dalla Norvegia e dalla Danimarca. La classifica si basa su 7 indicatori: il livello degli abusi, la diffusione del pluralismo, l’indipendenza dei media e l’autocensura, il quadro legale, la trasparenza e l’infrastruttura. La libertà di stampa ha registrato una regressione brutale” nel 2014, specialmente a causa dell’azione esercitata da gruppi come lo Stato Islamico e gli islamisti nigeriani del Boko Haram, scrive la France Press.



Bucarest – Il Ministero romeno degli Esteri ha preso nota, oggi, del fatto che il Parlamento della Moldova (repubblica ex sovietica, a maggiroranza romenofona, confinante con la Romania) non ha dato la fiducia ad un nuovo governo. La diplomazia di Bucarest valuta che tutte le forze pro-europee in questo Paese devono manifestare responsabilità e solidarietà, cosicchè possano formare un’alleanza solida che continui il processo d’integrazione europea. L’equipe di governo proposta dal prermier designato, il liberal-democratico Iurie Leancă, non ha ricevuto la fiducia del Parlamento, solo 42 parlamentari pronunciandosi a favore, nel contesto in cui erano necessati 51 voti. I 42 voti sono stati dati dalla coalizione minoritaria formata dal Partito Liberal-democratico e dal Partito Democratico, i liberali e i comunisti, dai quali si aspettavano i voti mancanti, rifiutandosi di sostenere il nuovo governo. Stando alla Costituzione, il presidente della Moldova designerà un altro candidato per l’incarico di premier. Se anche questi sarà respinto dal Parlamento, il capo dello stato dovra’ scigoliere il Legislativo e indire le anticipate.


(traduzione di Adina Vasile)

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