09.10.2019
Sfiducia – Giornata decisiva domani per il governo romeno presieduto dalla socialdemocratica Viorica Dăncilă. Poco prima delle presidenziali di novembre, il Parlamento discuterà e si pronuncerà sulla mozione di sfiducia inoltrata la scorsa settimana. Tra le accuse dell’opposizione al goveno – la perdita di fondi europei, la mancanza di infrastruttura o la situazione considerata disastrosa nel settore sanitario, ma anche nella giustizia e nell’istruzione. I liberali (PNL), numero uno all’opposizione, che appoggiano la candidatura del presidente in carica, Klaus Iohannis, si dichiara preparato sia per le elezioni anticipate sia per governare fino alle politiche del prossimo anno. Anche il PMP si dice pronto ad assumersi un futuro governo, mentre l’USR vede nelle anticipate la soluzione principale alla crisi politica. PRO Romania, partito staccato dal PSD, voterà in modo palese e, se la sfiducia passerà, il leader del partito, Victor Ponta, proporrà ai socialdemocratici una formula governativa con un premier indipendente sostenuto da una maggioranza formata tra PSD, ALDE e PRO Romania. Al contrario, l’ ALDE, ex partner Da parte sua, l’UDMR voterà la mozione, ma non in modo palese, ma non è disposta a entrare a far parte di un governo di transizione. Infine, la premier Viorica Dăncilă accusa l’opposizione di irresponsabilità politica ed è convinta che il suo governo resisterà. Firmata da 237 parlamentari, la mozione richiede 233 voti per passare.
România Internațional, 09.10.2019, 17:12
Romania – Moldova – La Moldova continuerà ad avere nella confinante Romania il partner più sincero e impegnato della regione e dell’Unione europea. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri di Bucarest, Ramona Mănescu, nel corso della visita che effettua a Chișinău. In una conferenza stampa congiunta con l’omologo moldavo Nicu Popescu, la Mănescu ha dichiarato che il gasdotto che collegherà le città di Iasi (est della Romania) e Ungheni (ovest della Moldova), diventerà operativo nella primavera del 2020, e consentirà alla repubblica ex sovietica di entrare in una nuova fase, in cui non sarà più dipendente da un’unica fonte di gas. Ramona Mănescu e Nicu Popescu hanno firmato una road map che prevede la collaborazione nelle infrastrutture di trasporto, finanze, agricoltura, giustizia, istruzione e affari interni.
Competitività – La Romania occupa il 51/o posto nella classifica dei 141 stati più competitivi al mondo, in salita di una posizione rispetto allo scorso anno. Lo rileva un rapporto del Forum Economico Mondiale, che concede alla Romania 64,4 punti su 100. La Romania è superata da stati come Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Russia, Ungheria e Bulgaria. Tuttavia, la Romania è in vantaggio su Paesi come Grecia, Turchia, Serbia e Moldova. Secondo il rapporto, gli Stati Uniti occupano la seconda posizione, dopo Singapore, che quest’anno si trova in cima alla classifica. All’estremità opposta, i fanalini di coda sono la Repubblica Democratica del Congo, lo Yemen e il Ciad. Il rapporto misura la competitività su una scala dallo zero a 100, secondo indici come infrastruttura, sanità, mercato del lavoro, sistema finanziario, qualità delle istituzioni pubbliche e apertura economica.
Shoah – Ogni anno, il 9 ottobre, è onorata la memoria delle vittime dell’Olocausto in Romania. La data è stata scelta perché, in questa giornata del 1941, iniziò la deportazione degli ebrei dal nostro Paese verso la Transnistria. Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha reso omaggio alla memoria delle vittime della Shoah, esprimendo al contempo solidarietà con i superstiti delle tragiche vicende della seconda guerra mondiale. Il Ministero degli Esteri ricorda che, ultimamente, la Romania ha compiuto sforzi notevoli per assumere il suo passato, condannando la negazione dell’Olocausto e l’antisemitismo. Ieri, il presidente Klaus Iohannis ha promulgato la legge che istituisce il Museo Nazionale di Storia Ebraica e dell’Olocausto in Romania. Il museo avrà sede a Bucarest e ospiterà una mostra permanente con la storia della comunità ebraica sul territorio della Romania dal 17/o secolo ad oggi.
Rivoluzione 1989 – La Corte Suprema ha fissato per il 29 novembre il primo termine nella causa riguardante la Rivoluzione anticomunista del dicembre 1989, in cui l’ex presidente di sinistra, Ion Iliescu, è stato rinviato a giudizio per reati contro l’umanità. Per la stessa accusa sono chiamati in tribunale anche l’ex vice primo ministro Gelu Voican Voiculescu e il generale Iosif Rus, ex capo dell’aviazione militare. Nella requisitoria, i procuratori sostengono che attorno a Ion Iliescu si è formato un gruppo dissidente, composto da militari e civili, con lo scopo di rimuovere dal potere l’ex dittatore Nicolae Ceausescu, ma di mantenere la Romania nell’orbita dell’ex URSS. I procuratori affermano inoltre che, a dicembre 1989, il gruppo ha agito con abilità ed efficienza per assumere le redini del Paese. Il bilancio ufficiale della Rivoluzione indica oltre 1000 morti e circa 3000 feriti, la maggior parte dopo il crollo del regime oppressivo di Ceausescu. La Romania è l’unico Paese dell’ex blocco sovietico in cui il passaggio dalla dittatura comunista alla democrazia è avvenuto con spargimento di sangue.
ONU – Il rappresentante permanente della Romania presso le Nazioni Unite, l’ambasciatore Ion Jinga, ha sottolineato nel dibattito della commissione Affari economici e Finanziari dell’Assemblea Generale di New York, l’importanza di mantenere un forte sistema multilaterale per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile e attuazione di accordi internazionali in questo settore. Si tratta dell’Agenda 2030, l’Agenda di azione di Addis Abeba e dell’Accordo di Parigi sui mutamenti climatici. L’ambasciatore romeno ha dichiarato che il nostro obiettivo principale deve essere la riduzione della povertà, la mobilitazione delle risorse pubbliche e private per garantire la sicurezza alimentare e l’attuazione di tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, senza lasciare indietro nessuno. In tal senso, Ion Jinga ha aggiunto che la Romania contribuisce alla lotta contro la povertà estrema e sostiene lo sviluppo di istituzioni democratiche sostenibili nei Paesi in via di sviluppo.
Cyber Security – Dal 9 all’11 ottobre, rappresentanti di 19 Paesi si riuniscono a Bucarest per l’edizione 2019 del concorso European Cyber Security Challenge (CECA). Accanto alla Romania, presente con una squadra di 10 giovani, tra i Paesi partecipanti si annoverano Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito. Durante i tre giorni della competizione, le squadre dovranno creare uno scenario che prevede lo sviluppo e la difesa di un’infrastruttura. Secondo gli organizzatori, i test riguarderanno la sicurezza web, la crittografia, il reverse engineering e le indagini, ma anche programmazione, attacco e difesa, sicurezza Linux / windows / macOS e sicurezza del telefono cellulare. L’obiettivo della competizione europea è identificare, collegare e sviluppare giovani talenti della sicurezza informatica in Europa, per agevolare il reclutamento di specialisti nel settore. Nel 2016 e 2017, la Romania si è aggiudicata il titolo di vice-campione europeo di sicurezza cibernetica.
Famiglia Reale – La Custode della Corona romena, Margareta, e il Principe Radu hanno cominciato una visita pubblica di tre giorni nel Regno dei Paesi Bassi, all’Aia e Breda, secondo quanto riferisce un comunicato. Il programma prevede incontri alla Croce Rossa olandese e alla Corte internazionale di Giustizia. All’Istituto Clingendael dell’Aia, la Custode della Corona romena terrà la conferenza La Romania nell’Unione europea e dialogherà con i partecipanti. A Breda, la coppia reale sarà ospite dell’Accademia Olandese di Difesa. L’Ambasciata di Romania nei Paesi Bassi offrirà un ricevimento nel corso del quale la coppia reale incontrerà imprenditori olandesi ed esponenti della comunità romena. È la dodicesima visita all’estero della Famiglia Reale di Romania nel 2019.