08.08.2014
Bucarest — L’imprenditore Dan Voiculescu, fondatore del Partito Conservatore, condannato oggi dalla Corte d’Appello di Bucarest, in via definitiva e irrevocabile, a 10 anni di carcere con esecuzione, per concussione e riciclaggio di denaro nel caso della privatizzazione fraudolenta dell’Istituto per Ricerche Alimentari di Bucarest è stato incarcerato nel penitenziario Rahova della Capitale. Attraente grazie ai suoi attivi immobiliari collocati in una zona residenziale, l’istituto è stato messo in vendita per essere privatizzato, essendo acquistato da una compagnia controllata da Dan Voiculescu. I beni dell’istituto sono stati sottovalutati e i danni recati allo stato ammontano a oltre 60 milioni di euro. Per recuperare i danni, il tribunale ha disposto tra l’altro la confisca di un terreno di qualche migliaio di metri quadri sul quale si trovano l’edificio dell’Istituto e un immobile che ospita gli uffici dell’emmittente televisiva Antena 3, del gruppo media fondato da Dan Voiculescu. Il tribunale ha deciso inoltre anche la confisca di più proprietà, terreni e immobili appartenenti a Dan Voiculescu, che entreranno a far parte del patrimonio dello stato e il blocco di alcuni conti correnti di Voiculescu e delle sue figlie. Nella stessa causa, altri 7 incolpati sui 12 sono stati condannati a pene carcerarie con esecuzione, tra cui Gheorghe Mencinicopschi, direttore generale dell’Istituto per Ricerche Alimentari di Bucarest, a 8 anni di reclusione e l’ex ministro delle comunicazioni, Sorin Pantiş, direttore generale esecutivo di Grivco, a 7 anni di reclusione. L’anno scorso il Tribunale di Bucarest aveva condannato Voiculescu a 5 anni di carcere con esecuzione. Nei sei anni di processi, Dan Voiculescu ha sempre sostenuto che il suo sia un fascicolo politico fabbricato.
România Internațional, 08.08.2014, 16:24
Bucarest — Alla fine del 2013, la Romania si piazzava al quarto posto tra i Paesi emergenti dell’Europa per quanto riguarda la produzione di autovetture, con quasi 411 mila unità. Stando all’EU Cluster Observatory, nei Paesi dell’Europa Centrale ed Orientale l’anno scorso sono stati prodotti in tutto, oltre 3,5 milioni di auto, al primo posto piazzandosi la Repubblica Ceca, seguita da Slovacchia e Polonia. Dal punto di vista del numero di lavoratori nell’industria automobilistica, la Romania era al terzo posto, con 117 mila persone, dopo la Polonia e la Repubblica Ceca. Nel 2013 in Romania erano registrate oltre 900 compagnie attive nell’industria automobilistica, incluse la Ford e la Dacia, mentre per quanto riguarda la produzione di veicoli per abitante, il nostro Paese si piazzava all’ultimo posto tra i sette stati analizzati, con 16 macchine.
Bucarest — Il Ministero degli Esteri di Bucarest ha rimpatriato oggi un gruppo di 50 cittadini romeni, la maggior parte bambini, in seguito all’aggravamento dello stato di insicurezza nella Striscia di Gaza. Il Ministero degli Esteri romeno ha aiutato anche all’evacuazione di 8 cittadini ungheresi e 5 moldavi, trasportati in Romania assieme al gruppo di romeni. E’ stata la terza operazione di evacuazione dei cittadini romeni dallo scoppio del conflitto nella regione. Finora il numero dei romeni rimpatriati dalla Striscia di Gaza ammonta a 153 persone, assieme ai familiari, cui si aggiungono 9 cittadini ungheresi e 5 moldavi.
Bucarest — In un’allerta-viaggi trasmessa oggi, il Ministero degli Esteri di Bucarest consiglia i cittadini romeni di evitare i viaggi in Iraq a causa del deterioramento della situazione di sicurezza in questo stato. Alla luce delle recente violenze, soprattutto nel nord, il Ministero degli Esteri esorta i cittadini romeni che si trovano sul territorio di questo stato di evitare i viaggi nelle zone di conflitto. L’allarme è valida per le province di Al-Anbar, Diyala, Salahuddin e Ninewah, Kirkuk, i sobborghi di Baghdad, nel contesto degli atti terroristici commessi da gruppi estremisti. Si raccomanda ai romeni di evitare le zone di conflitto anche nella Regione Autonoma Kurdistan.
Bucarest — Il Commissario europeo all’agricoltura, Dacian Cioloş, ha dichiarato che il settore agricolo europeo dispone della flessibilità necessaria per riorientarsi rapidamente verso nuovi mercati e opportunità, in seguito all’annuncio fatto dalla Russia di proibire le importazioni di prodotti agroalimentari dall’UE. Bruxelles ha annunciato che si riserva il diritto di prendere nuove misure contro la Russia. Giovedì prossimo esperti in mercato agricolo comunitario degli stati UE si incontreranno a Bruxelles per discutere l’argomento. Dal canto suo, il vicesegretario della Tesoreria USA, David Cohen, ha affermato che l’embargo della Russia sui prodotti alimentari americani in risposta alle sanzioni occidentali avrà un impatto poco significativo sull’economia degli USA. La Russia ha annunciato un divieto totale, per un anno, di importazione della maggior parte dei prodotti alimentari provenienti dall’UE, dagli USA, Australia, Canada e Norvegia. Il premier russo, Dmitrij Medvedev, ha precisato che la misura di proibire le importazioni è stata presa in replica alle sanzioni occidentali contro la Russia per il suo ruolo ritenuto destabilizzante nella crisi in Ucraina.
Bucarest — L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato oggi l’epidemia di febbre emorragica Ebola un’emergenza di salute pubblica a livello mondiale. Il Comitato d’urgenza dell’OMS è del parere che una risposta internazionale concordata è fondamentale per fermare e diminuire la diffusione del virus. L’UE ha stanziato altri 8 milioni di euro per fermare la difusione dell’epidemia nell’Africa Occidentale, i fondi totali messi a disposizione ammontando a 12 milioni di euro. L’epidemia è localizzata in quattro Paesi dell’Africa: Guinea, Liberia, Sierra Leone e Costa d’Avorio. Il numero dei malati supera 1.768, e finora si sono registrati quasi 1000 decessi. Ieri, a Madrid è stato rimpatriato il primo europeo infetto in Africa dall’Ebola – un missionario spagnolo 75enne. Negli USA, le autorità hanno decretato il livello massimo di allerta. Stando al medico Victor Olsavszky, il rappresentante dell’OMS a Bucarest, ci sono scarse probabilità che si verifichi un caso di contagio in Romania.
(traduzione di Gabriela Petre)