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08.04.2019

Rivoluzione – Il procuratore generale di Romania, Augustin Lazar, ha annunciato oggi che la Sezione delle Procure Militari ha inoltrato ai giudici la requisitoria nel fascicolo sulla Rivoluzione anticomunista del 1989. Si tratta di oltre 3.000 volumi, ha aggiunto Lazar, scusandosi pubblicamente a nome del Pubblico Ministero per la durata eccessiva dell’inchiesta, che si è stesa su quasi 30 anni. In questo dossier, sono stati avviati i procedimenti penali contro l’ex presidente Ion Iliescu e l’ex vicepremier Gelu Voican Voiculescu per reati contro l’umanità. I fatti sarebbero stati commessi dopo il crollo della dittatura, dal 22 al 31 dicembre 1989, mentre ricoprivano cariche dirigenziali nel Consiglio del Fronte della Salvezza Nazionale, l’allora autorità esecutiva e legislativa. Il bilancio ufficiale della Rivoluzione indica oltre 1000 morti e circa 3.000 feriti, nella maggior parte dopo la caduta del regime oppressivo di Nicolae Ceauşescu. La Romania è stata l’unico Paese dell’Europa centro-orientale in cui il passaggio dalla dittatura comunista alla democrazia è avvenuto con spargimento di sangue.

08.04.2019
08.04.2019

, 08.04.2019, 17:41

Rivoluzione – Il procuratore generale di Romania, Augustin Lazar, ha annunciato oggi che la Sezione delle Procure Militari ha inoltrato ai giudici la requisitoria nel fascicolo sulla Rivoluzione anticomunista del 1989. Si tratta di oltre 3.000 volumi, ha aggiunto Lazar, scusandosi pubblicamente a nome del Pubblico Ministero per la durata eccessiva dell’inchiesta, che si è stesa su quasi 30 anni. In questo dossier, sono stati avviati i procedimenti penali contro l’ex presidente Ion Iliescu e l’ex vicepremier Gelu Voican Voiculescu per reati contro l’umanità. I fatti sarebbero stati commessi dopo il crollo della dittatura, dal 22 al 31 dicembre 1989, mentre ricoprivano cariche dirigenziali nel Consiglio del Fronte della Salvezza Nazionale, l’allora autorità esecutiva e legislativa. Il bilancio ufficiale della Rivoluzione indica oltre 1000 morti e circa 3.000 feriti, nella maggior parte dopo la caduta del regime oppressivo di Nicolae Ceauşescu. La Romania è stata l’unico Paese dell’Europa centro-orientale in cui il passaggio dalla dittatura comunista alla democrazia è avvenuto con spargimento di sangue.

Reazioni – Il compimento delle indagini nel fascicolo sulla Rivoluzione nonchè il rinvio della causa giudizio, ha generato reazioni diverse tra i politici di Bucarest. Plauso dal presidente Klaus Iohannis, che definisce il compimento delle indagini un importante passo in avanti per accertare la verità. La stessa reazione anche dalle opposizioni PNL e USR. Il leader liberale, Ludovic Orban, ha dichiarato che il rinvio a giudizio del fascicolo sulla Rivoluzione, dopo 30 anni, può rivelarsi come un fatto positivo, qualora preveda la punizione di tutti i colpevoli. D’altra parte, i socialdemocratici (al governo) manifestano indignazione per il fatto che proprio Augustin Lazar, personaggio sospettato di collaborazione con la Securitate (polizia politica comunista), abbia rinviato in corte questo controverso fascicolo. Il presidente della Commissione Giuridica della Camera dei Deputati, il socialdemocratico Nicusor Halici, considera che la verità sulle vicende che hanno portato al crollo del regime Ceausescu andava conosciuta prima.

Difesa – Oltre 2.000 militari di sei Paesi partecipano all’esercitazione multinazionale Sea Shield 2019, che prosegue a Costanza, il principale porto marittimo romeno. Questa settimana saranno eseguiti esercizi di combattimento contro le minacce subacquee che potrebbero verificarsi nella regione del Mar Nero. Lo scenario è pura finzione e di nessuna maniera provocatorio, ha precisato il viceammiraglio Alexandru Mîrşu, il capo dello Stato Maggiore delle Forze Navali romene, che coordina l’esercitazione. La NATO ha esteso la presenza nel Mar Nero dagli 80 ai 120 giorni all’anno, e la partecipazione del Gruppo permanente di contromisure mine, con navi di Olanda, Canada, Turchia, Bulgaria e Romania, indica l’impegno dell’Alleanza a proteggere il fianco est, prevenire i conflitti e mantenere la pace nella regione.

Giornata Rom – In occasione della Giornata Internazionale dei Rom, che ricorre ogni anno, l’8 aprile, il presidente Klaus Iohannis sottolinea in un messaggio che questa data è un’occasione per condannare le manifestazioni di razzismo ed emarginazione dei cittadini di quest’etnia. La ricorrenza, afferma il presidente, potrà essere veramente celebrata solo nel momento in cui l’emancipazione economica, sociale e culturale dei rrom offrirà i risultati attesi. Dal canto suo, la premier Viorica Dancila ha menzionato il contributo dei cittadini rom allo sviluppo della società romena, mentre il MAE di Bucarest sottolinea che uno degli obiettivi della presidenza romena del Consigio UE e di stimolare la solidarietà e la coesione, incoraggiando le politiche che contrastano la discrimnazione, l’intolleranza o la xenofobia. Il Parlamento Europeo ricorda sul suo sito che, con circa 10 milioni di persone, i rom rappresentano la più numerosa minoranza etica in Europa, sottoposta a tutt’oggi a diverse forme di discriminazione ed esclusione sociale. Secondo il censimento del 2011, più di 620.000 persone hanno dichiarato l’appartenenza all’etnia rom (circa il 3% della popolazione).

Condanna antisemitismo – Il Governo romeno condanna i recenti atti di vandalismo avvenuti nel cimitero ebraico di Husi (est), in cui sono state profanate oltre 70 tombe, e ribadisce il suo impegno per il contrasto dell’antisemitismo. L’Esecutivo precisa in un comunicato che sono state adottate tutte le misure amministrative necessarie all’identificazione e alla punizione dei colpevoli. D’altra parte, per la Presidenza di turno al Consiglio UE, contrastare il razzismo, l’intolleranza, la xenofobia, il populismo, l’antisemitismo, nonchè l’opposizione ai discorsi che incitano all’odio, sono temi centrali assunti dalla Romania per rafforzare la coesione europea. La scorsa settimana, anche il presidente Klaus Iohannis ha condannato le recenti azioni antisemite, chiedendo alle autorità competenti azioni ferme per contrastarle.

Partenariato Orientale – Per la Romania, il Partenariato Orientale si delinea come una delle più importanti politiche dell’UE. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri romeno, Teodor Melescanu, al termine del Consiglio Affari Esteri di Bruxelles, che ha esaminato, tra altri temi, la situazione in Afghanistan, l’UE auspincando un maggiore impegno per una soluzione politica. Il Partenariato Orientale è stato lanciato nel 2009 per consolidare l’associazione politica e l’integrazione economica di sei stati partner dell’Europa Orientale e Caucaso: Armenia, Azerbaigian, Bielorussia – che hanno firmato accordi di partenariato con l’UE, e Georgia, Moldova e Ucraina, Paesi già connessi all’Unione tramite accordi di associazione.

Mozione – Il Senato di Bucarest ha rimandato a mercoledì il dibattito e il voto sulla mozione inoltrata dalle oposizioni PNL e USR contro il ministro della Giustizia, Tudorel Toader. Programmati per oggi, i dibattiti sono stati rinviati a causa dell’assenza di numerosi senatori. Secondo i firmatari, le tensioni esistenti nel sistema giudiziario potrebbero essere migliorate solo con la partenza di Toader dalla guida del ministero. Il PNL e l’USR sottolineano che le modifiche apportate ai Codici Penale e di Procedura Penale tramite ordinanze d’urgenza ledono il sistema giudiziario e sono in contrasto con le raccomandazioni delle istituzioni europee. Il 20 marzo, la Camera dei Deputati ha bocciato un’altra mozione inoltrata contro il ministro della Giustizia.

Giustizia – La Corte Suprema ha rimandato al 22 aprile una sentenza deifitiva nel fascicolo in cui il presidente del Senato, Calin Popescu Tariceanu, è stato rinviato a giudizio per falsa testimonianza e favoreggiamento. All’ultimo termine del processo, il 25 marzo, un procuratore della DNA aveva chiesto un nuovo rinvio a giudizio. D’altra parte, Tariceanu ha dichiarato che si tratta di una messa in scena. Lo scorso maggio, un collegio giudicante della Corte Suprema, formato da tre giudici, ha assolto Tariceanu, invocando anche il fatto che, nonostante i sospetti di evasione fiscale, il presidente del Senato è stato ascoltato solo come testimone.

Stupefacenti – Continuano, sul litorale romeno del Mar Nero, le operazioni di ricerca e recupero di numerosi pacchetti contenenti cocaina. Secondo la Direzione per l’investigazione dei reati di criminalità organizzata e terrorismo, finora sono stati sequestrati 152 kg di stupefacenti di un trasporto di droga ad alto rischio, trovato due settimane fa nella provincia Tulcea. La polizia ha spiegato che si tratta di supefacenti ad alta concentrazione stimato a un valore di quasi 300 milioni di euro sul mercato nero.

Sport – Più di 600 atleti di 40 Paesi partecipano ai Campionati europei di lotta, che si svolgono a Bucarest da oggi al 14 aprile. La Romania è rappresentata da 30 atleti, dieci per ogni stile. Si tratta della seconda edizione degli Europei di lotta organizzata in Romania, dopo quella del 1979. Agli europei del 2018, svoltisi a Kaspiisk, in Russia, la Romania ha vinto cinque medaglie: una d’oro, una d’argento e tre di bronzo. D’altra parte, la romena Elena Andries ha vinto tre medaglie d’oro agli Europei di sollevamento pesi di Batumi (Georgia), alla categoria 49 kg. Nella stessa competizione, Cosmina Pană (categoria 45 kg) e Cristian Marian Luca (categoria 55 kg) si sono aggiudicati il bronzo. A Batumi, la Romania è rappresentata da 14 atleti.

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