04.05.2020
COVID-19 — Il numero delle persone che sono morte in Romania a causa del COVID-19 è salito a 818, mentre i contagi hanno superato 13.500 — lo ha reso pubblico, oggi, il Gruppo di Comunicazione Strategica del Governo. La maggior parte dei casi di COVID-19 sono segnalati nella provincia di Suceava e a Bucarest. Il numero dei guariti e dimessi supera 5.200, mentre quello delle persone in quarantena ammonta a 12.830. Per quanto riguarda i connazionali allestero, i dati comunicati dalle missioni diplomatiche e consolari della Romania indicano oltre 2.300 romeni contagiati dal COVID-19. Circa 100 romeni all’estero contagiati dal coronavirus sono morti, di cui la maggior parte in Italia. Il presidente Klaus Iohannnis ha ammonito che la situazione non è migliorata e che lepidemia non è passata, ma ha ribadito che, dopo il 15 maggio, lo stato di emergenza sarà sostituito dallo stato di allerta. I romeni potranno viaggiare allinterno delle località di residenza senza essere muniti di un’autodichiarazione, mentre gli spostamenti in altre località saranno consentiti solo per questioni di lavoro, salute o sport. Saranno riaperti anche gli studi odontoiatrici, le attività di servizi alla personae i musei, ma con la stretta osservanza del distanziamento sociale e luso di mascherine e guanti, obbligatorio anche sui mezzi pubblici di trasporto. Le misure di allentamento non sono applicabili alle zone sottoposte alla quarantena, come Suceava (nord-est), Tandarei (sud) e due quartieri di Buzau (sud-est).
România Internațional, 04.05.2020, 20:00
COVID-19 — Il numero delle persone che sono morte in Romania a causa del COVID-19 è salito a 818, mentre i contagi hanno superato 13.500 — lo ha reso pubblico, oggi, il Gruppo di Comunicazione Strategica del Governo. La maggior parte dei casi di COVID-19 sono segnalati nella provincia di Suceava e a Bucarest. Il numero dei guariti e dimessi supera 5.200, mentre quello delle persone in quarantena ammonta a 12.830. Per quanto riguarda i connazionali allestero, i dati comunicati dalle missioni diplomatiche e consolari della Romania indicano oltre 2.300 romeni contagiati dal COVID-19. Circa 100 romeni all’estero contagiati dal coronavirus sono morti, di cui la maggior parte in Italia. Il presidente Klaus Iohannnis ha ammonito che la situazione non è migliorata e che lepidemia non è passata, ma ha ribadito che, dopo il 15 maggio, lo stato di emergenza sarà sostituito dallo stato di allerta. I romeni potranno viaggiare allinterno delle località di residenza senza essere muniti di un’autodichiarazione, mentre gli spostamenti in altre località saranno consentiti solo per questioni di lavoro, salute o sport. Saranno riaperti anche gli studi odontoiatrici, le attività di servizi alla personae i musei, ma con la stretta osservanza del distanziamento sociale e luso di mascherine e guanti, obbligatorio anche sui mezzi pubblici di trasporto. Le misure di allentamento non sono applicabili alle zone sottoposte alla quarantena, come Suceava (nord-est), Tandarei (sud) e due quartieri di Buzau (sud-est).
Politica – Il direttore del Servizio Romeno di Informazioni romeno, Eduard Hellvig, è atteso domani davanti alla commissione parlamentare di controllo per fornire chiarimenti sulle dichiarazioni del presidente Klaus Iohannis in merito a un possibile accordo tra PSD, UDMR e i leader ungheresi sulla cosiddetta “Contrada dei Sekleri” nel centro del Paese. La scorsa settimana, una proposta legislativa sullautonomia di questa zona, lunica in cui gli ungheresi etnici sono maggioritari e che include le provincie di Harghita, Covasna e una parte di quella di Mures, era stata approvata tacitamente dalla Camera dei Deputati di Bucarest, prima di essere bocciata definitivamente dal Senato. Il presidente Klaus Iohannis ha accusato il PSD – il più importante partito all’opposizione, il cui leader ad interim, Marcel Ciolacu, è anche capo della Camera – di aver aiutato lUDMR a fare passare il ddl. Oggi, il capo dello stato ha precisato di non avere alcun problema con le persone di etnia ungherese, ma ha ribadito le sue accuse relative alla complicità tra il PSD e l’UDMR nella promozione di atti normative contrari alla Costituzione. In risposta, Ciolacu ha sporto querela contro il presidente, presso il Consiglio Nazionale per il Contrasto della Discriminazione, accusando “il suo modo deliberato e ripetuto di fare dichiarazioni discriminatorie nei confronti del PSD, dei suoi membri e leader”.
Multe – Il ministro dellInterno romeno, Marcel Vela, ha dichiarato oggi che è evidente il fatto che la polizia commette anche abusi nel caso dei controlli sulla libera circolazione durante lo stato di emergenza. Vela ha consigliato coloro che considerano di essere stati multati ingiustamente di rivolgersi alle istituzioni di controllo o di contestare le multe in tribunale. Il ministro dellInterno ha precisato che non tollera pratiche del genere ed ha attirato l’attenzione che l’ammontare delle multe deve essere proporzionale ai reati. Il ministro ha chiesto che siano utilizzati come metodi di sanzione anche gli avvertimenti, non direttamente le multe. Dalla dichiarazione dello stato di emergenza, lo scorso 15 marzo, le multe ricevute dai cittadini romeni per l’inosservanza dei provvedimenti imposti dalle autorità ammontano a 120 milioni di euro.
Auto – Gli stabilimenti Dacia, proprietà del gruppo francese Renault di Mioveni, nel sud della Romania, hanno ripreso da oggi l’attività, a più di un mese da quando il personale era stato collocato in cassa integrazione a causa della pandemia di coronavirus. Alcune attività erano state già riprese il 21 aprile, su base volontaria. Sempre da oggi, lo stabilimento di Craiova (a sud) del produttore americano Ford riprende gradualmente la produzione.
Morbillo – 119 nuovi casi di morbillo sono stati accertati, la scorsa settimana, in sette provincie della Romania. Secondo il Centro Nazionale per la Sorveglianza e il Controllo delle Malattie Trasmissibili, dallinizio dellepidemia di morbillo, nel 2016, il numero totale dei contagi è arrivato a 20.000 e quello delle vittime a 64. Venerdì scorso, lUnicef ha ammonito che a causa di pandemia del nuovo coronavirus, le campagne di vaccinazione contro il morbillo sono state sospese in 25 Paesi. Questa situazione potrebbe portare a epidemie disastrose nel 2020 e nel futuro — ammonisce lUnicef. Lorganizzazione precisa inoltre che la copertura complessiva con la prima dose di vaccino contro il morbillo è di solo l86%, notevolmente inferiore al tasso del 95% necessario per prevenire unepidemia. Laumento del numero di bambini non vaccinati ha portato a focolai di morbillo allarmanti nel 2019, anche in Paesi con redditi alti come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia.