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03.04.2019

CE – Giustizia – La Romania deve tornare al più presto a un processo corretto di riforma della giustizia ed astenersi da qualsiasi misura che potrebbe generare il regresso degli sviluppi raggiunti negli ultimi anni. Lo ha dichiarato il primo-vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, in una conferenza stampa a Bruxelles, al termine della riunione del Collegio di commissari. Ultimamente, la Commissione Europea ha trasmesso costantemente che segue con preoccupazione gli ultimi sviluppi attinenti allo stato di diritto in Romania. Secondo la CE, sia il contenuto che le procedure adoperate nelle rcenti modifiche in materia di stato di diritto, attraverso i decreti d’urgenza, senza consultazioni con la giustizia e con le parti interesate, sembrano in contraddizione diretta con le raccomandazioni del Meccanismo di Cooperazione e Verifica. La premier Viorica Dancila si è dichiarata sorpresa dalle affermazioni del primo vice-presidente della Commissione Europea, annunciando che discuterà con lui. Il ministro della Giustizia romeno, Tudorel Toader, ha sottolineato che per l’adozione delle normative nel campo della giustizia non è necessaria l’approvazione della Commissione Europea. Le opposizioni considerano i moniti della Commissione Europea sulla situazione della giustizia come la più dura reazione degli ultimi anni.

03.04.2019
03.04.2019

, 03.04.2019, 17:02

Reazioni ambasciate – In una dichiarazione congiunta, le ambasciate di 12 stati, partner internazionali e alleati della Romania, chiedono al governo di Bucarest di astenersi da qualsiasi modifica in grado di indebolire lo stato di diritto e la capacità del Paese di contrastare la corruzione e la criminalità. Gli stati firmatari – Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Olanda, Stati Uniti e Svezia, si dichiarano profondamente preoccupati per l’integrità del sistema giudiziario romeno, fortemente scosso da modifiche imprevedibili che non rafforzano le azioni della Romania di consolidare il progresso nel campo della giustizia. Gli ambasciatori dei 12 stati membri affermano che i decreti d’urgenza già preparati possono avere un impatto negativo sull’indipendenza della giustizia, il che diminuirebbe la fiducia dei cittadini e dei partner nel sistema giudiziario e nel Governo. Secondo gli stati partner, per la Romania è essenziale prendere in considerazione le raccomandazioni degli organismi del Consiglio d’Europa, come la Commissione di Venezia o il GRECO, del Parlamento Europeo, del Consiglio dell’UE, nonchè del più recente rapporto della Commissione Europea sul Meccanismo di Cooperazione e Verifica, e garantire una giustizia efficace, trasparente e imparziale.

Procuratore capo europeo – L’Alta Corte di Cassazione e Giustizia ha revocato la misura del controllo giudiziario disposta nei confronti dell’ex capo della DNA di Romania, Laura Codruta Kovesi. La misura era stata presa, una settimana fa, dai procuratori della Sezione di investigazione dei reati nel campo della giustizia, in un fascicolo in cui la Kovesi viene accusata di abuso d’ufficio, tangenti e falsa testimonianza. La decisione della Corte Suprema è definitiva. Sempre oggi, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno ribadito il loro sostegno all’ex capo DNA, in corsa per la carica di procuratore capo europeo, sottolineando quanto sia importante che possa presentare la sua candidatura a Bruxelles. La Kovesi è sostenuta dal Parlamento Europeo per la carica di procuratore-capo, che sarà nominato in base all’intesa con il Consiglio UE. I primi due round di negoziati si sono conclusi senza risultati. I prossimi colloqui sono previsti per il 4 e il 10 aprile. La Procura Europea dovrebbe diventare operativa alla fine del 2020.

Romania – Montenegro – Accogliendo oggi a Bucarest il premier montenegrino Dusko Markovic, il presidente Klaus Iohannis ha evidenziato gli ottimi rapporti politici bilaterali, sottolineando il sostegno particolarmente attivo di Bucarest all’adesione del Montenegro alla NATO. Iohannis ha ribadito la sua posizione costante, secondo cui l’UE e la NATO sono incomplete senza l’integrazione dei Balcani Occidentali. Sempre oggi, il premier del Montenegro ha incontrato l’omologa Viorica Dancila, che ha espresso il plauso per i progressi raggiunti da questo Paese nei negoziati con l’UE. La Dancila ha ribadito la risolutezza di Bucarest di sostenere un processo di allargamento basato sul principio dei meriti individuali. Dal canto suo, Markovic ha dichiarato che, per il Monentengro, la Romania rappresenta non solo un Paese amico, ma anche un partener in grado di offrire sostegno in base all’esperienza di stato UE. I colloqui hanno riguardato anche la cooperazione bilaterale nel campo della Difesa, la sicurezza energetica e l’agricoltura.

NATO – Il capo della diplomazia di Bucarest, Teodor Melescanu, partecipa oggi e domani, a Washington, alla riunione dei ministri degli Esteri degli stati membri della NATO. Secondo un comunicato del Ministero degli Esteri, l’evento, che si chiuderà con l’adozione di una Dichiarazione congiunta, riveste un forte significato, in quanto segna il 70/o anniversario dell’Alleanza Nord-Atlantica. La NATO è stata istituita con la firma del Trattato Nord-Atlantico, firmato a Washington il 4 aprile 1949 dagli USA, Canada e 10 stati europei. Al momento, l’Alleanza conta 29 stati dell’Europa e dell’America del Nord. La Romania è entrata a far parte della NATO nel 2004.

Mozione – La mozione sui Trasporti, inoltrata dalle opposizioni PNL e PMP, è stata bocciata oggi dalla Camera dei Deputati di Bucarest. I firmatari hanno chiesto le dimissioni del ministro Razvan Cuc, sostenendo che la coalizione PSD-ALDE si è assunta, tramite il programma di governo, la costruzione di 350 km di autostrade entro il 2020, di cui, invece, l’attuale governo, in carica da quasi un anno e tre mesi, ne ha inaugurati 58. Il PNL e il PMP ricordano che, nonostante i fondi europei stanziati ai grandi progetti infrastrutturali, nel giro di cinque anni sono state inoltrate solo quattro domande di finanziamento. I firmatari hanno definito disastrosa anche la situazione dell’infrastruttura ferroviaria e sostengono che la compagnia di bandiera Tarom fosse sull’orlo del fallimento.

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