02.11.2021
Coronavirus – La Romania ha registrato, oggi, un nuovo record giornaliero di decessi provocati dalle complicanze da COVID-19 – 586. Nello stesso intervallo sono stati segnalati 11.073 nuovi contagi. Secondo il Gruppo di Comunicazione Strategica, dallinizio della pandemia, in Romania sono state confermate 1.666.097 di persone contagiate dal nuovo coronavirus. Tra queste 1.429.157 sono state dichiarate guarite. Sono 48.664 le persone che hanno perso la vita a causa del COVID-19 in Romania. Oggi è stato stabilito un nuovo record anche nella confinante Bulgaria. Ci sono stati segnalati 310 morti in 24 ore, rispetto a una popolazione quasi tre volte più bassa di quella della Romania. Secondo il corrispondente di Radio Romania a Sofia, il 94% delle vittime non era stato vaccinato contro il COVID-19. Secondo un calcolo delle agenzie stampa internazionali, basato sui dati forniti dalle autorità nazionali, Bulgaria e Romania hanno il tasso di immunizzazione più basso tra tutti i 27 stati UE.
România Internațional, 02.11.2021, 18:25
Coronavirus – La Romania ha registrato, oggi, un nuovo record giornaliero di decessi provocati dalle complicanze da COVID-19 – 586. Nello stesso intervallo sono stati segnalati 11.073 nuovi contagi. Secondo il Gruppo di Comunicazione Strategica, dallinizio della pandemia, in Romania sono state confermate 1.666.097 di persone contagiate dal nuovo coronavirus. Tra queste 1.429.157 sono state dichiarate guarite. Sono 48.664 le persone che hanno perso la vita a causa del COVID-19 in Romania. Oggi è stato stabilito un nuovo record anche nella confinante Bulgaria. Ci sono stati segnalati 310 morti in 24 ore, rispetto a una popolazione quasi tre volte più bassa di quella della Romania. Secondo il corrispondente di Radio Romania a Sofia, il 94% delle vittime non era stato vaccinato contro il COVID-19. Secondo un calcolo delle agenzie stampa internazionali, basato sui dati forniti dalle autorità nazionali, Bulgaria e Romania hanno il tasso di immunizzazione più basso tra tutti i 27 stati UE.
Politica – Il premier designato romeno, il liberale Nicolae Ciuca, ha annunciato, oggi, di aver rimesso il mandato ricevuto dal presidente Klaus Iohannis per formare un nuovo governo. La decisione è stata presa dalla direzione del partito, dopo che il premier designato non è riuscito a ottenere il sostegno nel Parlamento per lEsecutivo PNL-UDMR, che avrebbe dovuto chiedere il voto di investitura domani, davanti alla plenaria della Legislativo. Dal punto di vista procedurale, il capo dello stato dovrà avviare un nuovo round di consultazioni con i partiti parlamentari, al fine di designare un altro potenziale primo ministro. Il leader del PNL, il primo ministro ad interim Florin Cîțu, parla ora di un mandato negoziale più flessibile e promette che i liberali avranno discussioni con tutte le forze politiche democratiche rappresentate nel Parlamento per formare una maggioranza in grado di sostenere un governo a pieno titolo. Daltra parte, il copresidente dellAlleanza per lUnita dei Romeni (AUR, lopposizione nazionalista), George Simion, ha annunciato lavvio delle procedure di sospensione del presidente Iohannis. LAUR ha precisato che sta raccogliendo firme di senatori e deputati a sostegno di questa iniziativa e ha affermato che parlamentari di diversi partiti hanno promesso la loro firma. Secondo la Costituzione, la procedura di sospensione deve essere avviata con almeno un terzo del numero totale di senatori e deputati, ovvero 156 firme. Accusato di non esercitare il suo ruolo costituzionale di mediatore e percepito, ultimamente, non come una soluzione, ma come parte del problema, Iohannis ha raggiunto, secondo un recente sondaggio commissionato dallOpposizione socialdemocratica, un tasso di fiducia di solo il 14%.
COP26 – Più di 100 Paesi dallintero mondo si sono impegnati a fermare la deforestazione entro il 2030 per frenare il riscaldamento globale. Nellambito della COP26 organizzata a Glasgow, vertice delle Nazioni Unite dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici, i capi di stato e di governo hanno promesso di proteggere le foreste, considerate i polmoni del pianeta, perché neutralizzano gran parte dei miliardi di tonnellate di gas serra rilasciati nellatmosfera dalle attività umane. Sempre oggi, 80 degli stati partecipanti si sono impegnati a ridurre le emissioni di metano, uno dei gas serra, del 30% nel prossimo decennio. Presente al vertice, il presidente Klaus Iohannis ha affermato che la Romania ha ridotto le proprie emissioni di gas serra del 64% tra il 1989, quando è crollata la dittatura comunista, e il 2019. Il 40% dellelettricità prodotta in Romania proviene da fonti rinnovabili – ha sottolineato il capo dello stato.
Esercitazione – Quasi 1.000 militari romeni e stranieri, assieme a circa 100 mezzi tecnici terrestri, aerei e navali, partecipano, fino al 12 novembre, in diverse basi della Romania, allesercitazione “Junction Strike 21”. Linizio è stato dato presso la 164a divisione delle forze navali di Mangalia (sud-est), dove militari romeni e portoghesi si sono addestrati secondo uno scenario fittizio di guerra ibrida. Allesercitazione partecipano anche militari delle forze speciali di Georgia, Grecia, Regno Unito, Repubblica di Moldova, Polonia e Stati Uniti. Ieri, presso la base aerea di Mihail Kogălniceanu (sud-est), si è svolta unesercitazione dimostrativa di Enhanced Air Policing delle forze armate romene e canadesi. LEnhanced Air Policing, guidata dalla NATO, è una missione di difesa collettiva in tempo di pace creata per proteggere lintegrità dello spazio aereo dellAlleanza attraverso lintercettazione degli aerei che entrano sul territorio nazionale senza autorizzazione.
Moldova – La Repubblica di Moldova ha iniziato a ricevere gas dalla Russia, in base a un nuovo contratto quinquennale, negoziato con difficoltà. Secondo le autorità di Chisinau, il prezzo sarà pari a quasi la metà di quello di ottobre, quando la Gazprom ha aumentato le tariffe e ha ridotto le consegne, costringendo la Repubblica di Moldova a entrare in stato di emergenza energetica. Secondo il vice primo ministro Andrei Spanu, la tariffa del gas per il mese di novembre sarà di circa 450 dollari per mille metri cubi e dovrebbe diminuire a dicembre. Allo stesso tempo, Spânu ha sottolineato che lo stato deve ridelineare la sua mappa energetica, per diminuire la dipendenza da un unico fornitore di gas.