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02.03.2017

Bucarest — La principale priorità del Governo romeno è di attirare fondi europei per un valore di 5,2 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Lo ha annunciato il ministro dello sviluppo regionale, Sevil Shhaideh, che è anche vicepremier. La Romania ha perso 3,5 miliardi di euro dai fondi europei cui avrebbe potuto accedere nel periodo 2007-2013, mentre dai soldi stanziati per il periodo 2014-2020 — circa 30 miliardi di euro — Bucarest è riuscita ad assorbire finora circa l’1%. A livello europeo, il tasso di assorbimento è di circa il 3% per la programmazione finanziaria 2014-2020.

02.03.2017
02.03.2017

, 02.03.2017, 17:22

Bucarest — La principale priorità del Governo romeno è di attirare fondi europei per un valore di 5,2 miliardi di euro entro la fine dell’anno. Lo ha annunciato il ministro dello sviluppo regionale, Sevil Shhaideh, che è anche vicepremier. La Romania ha perso 3,5 miliardi di euro dai fondi europei cui avrebbe potuto accedere nel periodo 2007-2013, mentre dai soldi stanziati per il periodo 2014-2020 — circa 30 miliardi di euro — Bucarest è riuscita ad assorbire finora circa l’1%. A livello europeo, il tasso di assorbimento è di circa il 3% per la programmazione finanziaria 2014-2020.



Varsavia — Il ministro romeno dei Fondi Europei, Rovana Plumb, ha affermato, a Varsavia, che la politica di coesione post-2020 deve rimanere il principale pilastro degli investimenti nell’Ue. Plumb ha aggiunto che una politica di coesione forte ed efficace determinerà una crescita intelligente, durevole e favorevole all’inclusione in tutte le regioni europee. Le dichiarazioni sono state fatte alla riunione dei ministri incaricati della politica di coesione negli stati del Gruppo Visegrad (Polonia, Rep. Ceca, Ungheria, Slovacchia), e di Bulgaria, Croazia, Romania e Slovenia, come Paesi ospiti. Per l’occasione, i rappresentanti degli otto stati hanno firmato una dichiarazione congiunta sugli orientamenti generali della politica di coesione nel futuro esercizio finanziario comunitario. Alla riunione a Varsavia ha partecipato anche la commissaria europea per la politica regionale, Corina Cretu.



Bucarest — Il ministro romeno per l’Ambiente d’Affari, Alexandru Petrescu, ha annunciato, oggi, che il disegno di legge sulla prevenzione andrà, la prossima settimana, al dibattito pubblico. Il ministro ha dichiarato che il ddl punta su due principi fondamentali: informare in modo efficace gli operatori economici, inclusivamente tramite un portale unico, ed evitare sanzioni nei confronti delle compagnie per la violazione dei provvedimenti legali, in parallello alla soluzione dei problemi scoperti. La legge sulla prevenzione non riguarderà, tra l’altro, il lavoro in nero e i reati che intaccano la salute e la sicurezza della popolazione, come la vendita di prodotti alimentari alterati, ha precisato il ministro Petrescu.



Bucarest — Il ministro romeno per gli Affari Europei, Ana Birchall, ha dichiarato, che Bucarest non sostiene l’idea di un’UE a velocità multiple, che rischia di accentuare i divari economici e sociali fra gli stati membri. Birchall ha aggiunto che la Romania sostiene una riforma delle istituzioni comunitarie, però ciò non si può fare sacrificando l’unità europea. In precedenza, il capo dello stato, Klaus Iohannis, aveva affermato che la Romania non desidera un’Unione a più velocità, perché simili formule di riconfigurazione potrebbero portare alla disintegrazione del progetto comunitario. Le dichiarazioni degli esponenti romeni sono state fatte dopo che il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha presentato il Libro Bianco sul futuro dell’UE, che presenta cinque possibili scenari.



Bucarest — In Romania, l’Avvocato del Popolo ha deciso di avviare le pratiche legali nel caso dei due bimbi romeni sottratti alla famiglia dalle autorità finlandesi e portati in centri di accoglienza per bambini diversi. Stando ad un comunicato dell’Avvocato del Popolo, la madre, cittadina romena, di professione medico, si è stabilita da diversi anni in questo Paese. Dopo la separazione dal marito finlandese, questi ha sporto denuncia contro di lei che avrebbe inteso di lasciare il Paese assieme ai bimbi per tornare in Romania, motivo per cui, nella primavera del 2015, le autorità hanno preso i due minorenni. La madre si è già rivolta all’Ambasciata della Finlandia in Romania e alla Commissione per i romeni all’estero della Camera dei Deputati di Bucarest. D’altra parte, “il Ministero romeno degli Esteri, tramite l’Ambasciata della Romania ad Helsinki, ha fatto una richiesta di rimpatrio per i due bimbi, affinchè possano essere allevati dai nonni materni”, si mostra nel comunicato dell’Avvocato del Popolo.



Bruxelles — Il Parlamento Europeo ha adottato, oggi, una risoluzione con cui chiede alla Commissione Europea di reintrodurre l’obbligo di visto per i cittadini americani che viaggiano nello spazio comunitario, in quanto gli Usa mantengono il visto per 5 stati membri, tra cui anche la Romania. La risoluzione, preparata dalla Commissione Libertà Civili del Parlamento Europeo, prevede che l’Esecutivo comunitario ha due mesi a disposizione per applicare le misure necessarie. Stando alla legislazione Ue, se il cosiddetto principio della reciprocità non viene rispettato, la Commissione Europea deve adottare “un atto delegato” con cui sospendere per 12 mesi il regime di ingresso senza visto offerto ai cittadini dello stato in oggetto. Attualmente, i cittadini romeni, bulgari, croati, ciprioti e polacchi hanno ancora bisogno di visto d’ingresso negli Usa.



Bucarest — In Romania, il tasso di disoccupazione a gennaio 2017 è stato del 5,4%, dello 0,1% inferiore rispetto al precedente mese (del 5,5%), arrivando al più basso livello dal 2008. Lo rilevano i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica. Allo stesso tempo, il numero dei disoccupati ha toccato, nel primo mese di quest’anno, il livello minimo dal 1994, da quando vengono stilate simili statistiche. Stando ad Eurostat, in Romania, il valore dei fondi governativi stanziati a sostegno delle politiche pubbliche sulla forza lavoro sono pari allo 0,2 del Pil, il che colloca la Romania all’ultimo posto nell’Ue. (traduzione di Adina Vasile)


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