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Sguardo sulla settimana 3-9 febbraio 2013

Finanziaria 2013: via libera dal Parlamento /Parlamento: parte prima sessione 2013/Ue: risorse umane, ripresi rimborsi alla Romania/Ferrovie: ok del Governo a strategia privatizzazione Divisione Merci

Sguardo sulla settimana 3-9 febbraio 2013
Sguardo sulla settimana 3-9 febbraio 2013

, 08.02.2013, 13:11


Il Parlamento di Bucarest ha adottato questa settimana le bozze della Finanziaria e della previdenza 2013. La Finanziaria è stata elaborata in base ad una crescita economica dell’1,6%, di un tasso inflazionistico medio annuo del 4,3%, di un tasso di cambio medio di 4,5 lei per un euro e un deficit di bilancio del 2,1% del Pil. Stando alle previsioni della Banca Centrale della Romania, che coincidono con quelle del Fondo Monetario Internazionale, l’economia romena crescerà nel 2013 di circa l’1,5%. La Banca Centrale richiama l’attenzione che il potere della moneta nazionale, il leu, dipenderà, nel successivo periodo, dall’andamento della moneta unica europea, dalla produzione agricola, ma anche dalle riforme stutturali, messe sotto il segno dell’incertezza dal governatore della Banca Centrale Mugur Isarescu a causa dei problemi sociali, politici e tecnici che comporterebbero.



Al via la prima sessione di quest’anno del Parlamento di Bucarest. Tra le priorità la revisione della Costituzione, il riassestamento teritoriale e l’adozione dello Statuto dei parlamentari. La modifica della Legge fondamentale chiarirebbe, tra l’altro, le attribuzioni del presidente e della Corte Costituzionale. Il Parlamento ha rinviato di una settimana il dibattito sul nuovo Statuto dei deputati e dei senatori, in seguito alle vertenze tra i principali partiti della maggioranza — i socialdemocratici e i liberali – su un articolo stando al quale i parlamentari dichiarati incompatibili dall’Agenzia nazionale per l’integrità perderanno il seggio se non contesteranno la decisione in giustizia. Il capo dello stato aveva inviato lo Statuto al riesame del Parlamento, per chiarire alcuni aspetti sull’incompatibilità e sul conflitto d’interessi. La più controversa legge si preannuncia quella sul riassestamento territoriale. Mentre l’Unione Social-liberale (al governo) propone 8 regioni di sviluppo, il Partito Democratico-liberale (all’opposizione) si pronuncia per la sostituzione delle attuali 40 province con 8 più grandi.



La Commissione europea ha deciso di sbloccare il Programma operativo settoriale per lo sviluppo delle risorse umane e riprendere i rimborsi destinati alla Romania. La misura è stata presa in seguito alla missione di audit condotta dagli esperti europei dal 29 gennaio al 1 febbraio 2013. I pagamenti nell’ambito del programma comunitario sono stati sospesi la scorsa estate dopo la constatazione di una serie di sregolatezze nell’assegnazione e nello sviluppo di certi progetti. Saranno ripresi i pagamenti per le richieste di rimborso inoltrate a dicembre 2012, per un valore di 148 milioni di euro. A cinque anni dall’adesione all’Ue, la Romania è fanalino di coda tra i 27 stati membri al capitolo assorbimento dei fondi europei. Entro fine gennaio, Bucarest ha assorbito 2,2 miliardi di euro dei 19,2 miliardi stanziati da Bruxelles al nostro Paese per il periodo 2007-2013. Aumentare il tasso di assorbimento si annovera le massime priorità del Governo romeno.



Via libera dal Governo romeno alla strategia per la privatizzazione della Divisione Merci delle Ferrovie dello Stato, approvata dal Consiglio Supremo di Difesa. Il ministro dei Trasporti, Relu Fenechiu, ha spiegato che la privatizzazione si farà con un investitore strategico, con una garanzia di partecipazione alla gara d’appalto pari ai 10 milioni di euro, il che rappresenta il 17% del valore nominale delle azioni della compagnia. Fenechiu ha precisato che prioritario è l’aggiornamento dei pagamenti salariali, rendendo la compagnia più efficace. La Divisione Merci delle Ferrovie ha registrato debiti e perdite di centinaia di milioni di euro. La sua privatizzazione è uno degli impegni assunti dalla Romania nell’accordo di tipo preventivo firmato con il Fondo Monetario Internazionale nel 2011.



In seguito alle tensioni diplomatiche, di questa settimana, tra Romania e Ungheria, intorno alla bandiera della cosiddetta Contrada dei Sekleri, il ministro degli Esteri romeno Titus Corlatean e il suo collega ungherese Janos Martonyi hanno convenuto, in un colloquio telefonico, che l’interesse di cooperazione tra i due Paesi impone di evitare l’escalation degli atteggiamenti e delle dichiarazioni pubbliche. I ministri hanno concordato di agire per superare le tensioni apparse nelle relazioni bilaterali. Il colloquio tra i due ministri ha fatto seguito alle dichiarazioni del segretario di stato al Ministero degli Esteri di Budapest, Zsolt Németh, sulle presunte aggressioni simboliche cui verrebbero sottoposti etnici ungheresi della Transilvania. Nemeth aveva proposto che i sindaci ungheresi rispondessero alla presunta agressione con l’issare della bandiera della cosiddetta Contrada dei sekleri, zona della Romania centrale abitata da popolazione a maggioranza ungherese, dopo che le prefetture romene avevano vietato l’issare la bandiera sugli edifici pubblici. Le sue dichiarazioni sono state seguite da una posizione a favore dell’autonomia territoriale degli etnici magiari della Transilvania dell’ambasciatore ungherese a Bucarest. Il Ministero degli Esteri romeno ha definito le dichiarazioni dei due esponenti ungheresi inaccettabili e contraddittorie al partenariato strategico tra i due Paesi.



Oltre 2000 militari romeni parteciperanno a missioni e operazioni all’estero. Lo ha deciso il Consiglio Supremo di Difesa, il quale ha approvato anche l’invio di 10 militari, istruttori e personale di stato maggiore, in Mali, ex colonia francese nel nord Africa. I dieci militari si affiancheranno alla missione dell’Unione Europea che addestrerà le forze armate del Mali, che si confronta da parecchie settimane con una ribellione islamista. Il Consiglio Supremo di Difesa ha sottolineato che il contributo della Romania è in accordo con gli impegni derivanti dalla membership comunitaria e con il sostegno agli iter dell’Unione di por fine alle attività terroristiche e di criminalità organizzata. Un mese fa, la Francia ha lanciato un’operazione militare in Mali per bloccare l’offensiva dei gruppi armati islamisti. Le autorità francesi hanno precisato che i 4000 militari francesi impegnati nell’operazione saranno ritirati a marzo, passando le consegne a stati africani.

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