La settimana 6 – 12/05/2018
9 maggio, i tre significati per la Romania/ Accordo tra il Governo e i sindacati del settore sanitario/ Vertenze fra il presidente e lEsecutivo sui risultati finanziari/ Galà Uniter
România Internațional, 11.05.2018, 19:00
Il 9 maggio ha un triplice significato per la Romania. Si festeggiano la Giornata dell’Indipendenza dello Stato, proclamata nel 1877, la vittoria della Coalizione delle Nazioni Unite nella Seconda Guerra Mondiale, ma anche la Giornata dell’Europa. Al ricevimento organizzato mercoledì, il presidente Klaus Iohannis ha deplorato il fatto che ci sono a Bucarest dei politici che mettono in dubbio il ruolo e l’importanza dell’Unione, omettono consapevolmente i benefici dell’appartenenza a questo progetto e suggeriscono che per la Romania sarebbe meglio se non facesse parte della famiglia europea. In un comunicato, la premier Viorica Dăncilă afferma che la Romania crede nel progetto europeo e agisce per il suo sostegno e sviluppo. Il tenore di vita dei romeni è aumentato costantemente dopo l’adesione del Paese all’Unione, 11 anni fa – afferma anche il capo della rappresentanza della Commissione Europea a Bucarest, Angela Cristea, aggiungendo però che la Romania deve continuare gli sforzi per poter ottenere la rimozione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, tramite il quale Bruxelles monitora la situazione della giustizia romena.
Dopo proteste spontanee negli ospedali di tutto il Paese, più round di negoziati tra il Governo e i sindacati e uno sciopero di avvertimento di due ore, i dipendenti del sistema sanitario romeno hanno deciso di rinunciare allo sciopero generale previsto per l’11 maggio. Secondo un accordo firmato tra i rappresentanti dei sindacati e quelli dell’Esecutivo, tutti i dipendenti di questo settore che hanno registrato diminuzioni degli stipendi rispetto al mese di febbraio, riceveranno somme compensatorie. La ministra della Salute, Sorina Pintea, ha annunciato che il governo modificherà nuovamente le legge sulla retribuzione dei pubblici dipendenti. Le modifiche riguardano esclusivamente la concessione degli scatti, ha aggiunto la ministra del Lavoro, Lia Olguţa Vasilescu, affermando che il tetto massimo del 30% sarà eliminato per i turni fatti dai medici e dalle infermiere. Tuttavia, gli analisti sono del parere che la firma di questo accordo non risolva i gravi problemi esistenti nel sistema: ospedali vecchi con dotazioni precarie, carenza di farmaci, personale sanitario insufficiente.
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha chiesto nuovamente, lunedì, le dimissioni della premier socialdemocratica, Viorica Dăncilă. Il capo dello stato ha sostenuto l’iniziativa invocando, stavolta, ciò che egli ritiene una serie di risultati economici negativi dell’attuale Esecutivo. Dopo la pubblicazione dell’esecuzione del bilancio per il primo trimestre di quest’anno, il presidente ha sostenuto che il budget nazionale è sottoposto ad un’enorme pressione sullo sfondo dell’aumento della spesa totale, mentre l’evoluzione delle finanze pubbliche è del tutto insoddisfacente. Egli ha aspramente criticato il governo PSD-ALDE, sottolineando che ha trascurato investimenti importanti e che non è riuscito a trasformare la crescita economica della Romania, del 7% nel 2017, in un aumento dei redditi. Klaus Iohannis: “Dopo un anno e mezzo di governo PSD, con questo aspetto estremamente discutibile dei cosiddetti aumenti salariali, non vediamo né strade, né autostrade, né scuole, né ospedali. Il PSD sta mettendo a pegno, infatti, il futuro del Paese. Aumenta stipendi e pensioni e trascura investimenti importanti nell’infrastruttura o necessari allo sviluppo in generale.” In replica, l’Esecutivo afferma che i parametri economici della Romania nel primo trimestre sono in aumento rispetto allo stesso periodo del 2017. Il vicepremier Viorel Ştefan ha dichiarato che gli incassi al budget dello stato sono aumentati di quasi il 12%, mentre il valore degli investimenti rispetto allo stesso periodo del 2017 è raddoppiato.
I registi Mihai Măniuţiu e Yuri Kordonski e gli attori Mariana Mihuţ e Victor Rebengiuc sono i grandi vincitori del Galà dei Premi Uniter. Nel 2018, l’evento si è svolto nella città transilvana di Alba Iulia, nel centro della Romania — luogo simbolico della Grande Unificazione delle province storiche romene di un secolo fa. Il migliore spettacolo del 2017 è stato designato “Rambuku” del norvegese Jon Fosse, adattato da Anca Măniuţiu, con la regia di Mihai Măniuţiu. Il premio alla migliore regia è stato aggiudicato dal russo Yuri Kordonski, per lo spettacolo “L’incredibile e triste storia della candida Erendira e della sua nonna snaturata”, di Gabriel Garcia Marquez. I noti attori Victor Rebengiuc e Mariana Mihuţ sono stati premiati per i ruoli nello spettacolo “Il re muore” di Eugene Ionesco, con la regia di Andrei ed Andreea Grosu, rispettivamente, Bérenger I e la Regina Marguerite. Il migliore spettacolo di teatro televisivo è stato designato “Sogno di una notte d’inverno” di Tudor Muşatescu, mentre il migliore spettacolo di teatro radiofonico — “Ovidio, l’esiliato di Pontus Euxinus”, con la sceneggiatura di Emil Boroghină, una produzione della Società Romena di Radiodiffusione. Il premio alla migliore pièce romena del 2017 è stato assegnato a Daniel Oltean per lo spettacolo “50 secondi”. L’UNITER ha insignito del premio di eccellenza l’attore Horaţiu Mălăele.
Il memorandum sullo spostamento dell’Ambasciata di Romania da Tel Aviv è stato esaminato nel governo il mese scorso e inviato alla Presidenza solo dopo la sua approvazione nell’Esecutivo, ha affermato il ministro degli Esteri Teodor Meleşcanu. Egli è stato ascoltato, mercoledì, dalla Commissione di Politica estera della Camera dei Deputati sul tema del memorandum, che ha determinato un conflitto fra il presidente e il governo. Secondo la legge, il capo dello stato è l’unico a poter spostare un’ambasciata da una città all’altra e Klaus Iohannis si è detto scontento che nello spazio pubblico sono apparse informazioni in merito, come se la decisione fosse stata già presa. Meleşcanu ha aggiunto che il documento non è classificato, ma contiene informazioni che non sono pubbliche ed è per questo che è confidenziale”. Teodor Meleşcanu: “La nostra preoccupazione è di fare un’analisi quanto più seria in merito alle implicazioni giuridiche, politiche, economiche e di altra natura di un’eventuale rilocazione dell’Ambasciata di Romania a Gerusalemme e di offrire gli argomenti necessari ai decidenti politici, che sono il Parlamento, il presidente e il primo ministro, di modo che possano adottare una posizione congiunta”. Meleşcanu ha ammesso che non è da escludere che i colloqui sullo spostamento dell’Ambasciata influiscano negativamente sulla candidatura della Romania come membro non-permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel periodo 2020-2021.