La settimana 30/10 – 04/11/2023
Il ddl della futura legge sulle pensioni, in dibattito pubblico/ Nuove misure fiscali e di bilancio, in vigore dal 1° novembre/ Proteste sindacali/ Věra Jourová a Bucarest
Ştefan Stoica, 04.11.2023, 09:00
Il ddl della futura legge sulle pensioni, in dibattito pubblico
La bozza della nuova legge sulle pensioni è entrata nel dibattito pubblico questa settimana, e la coalizione social-liberale al governo ha fissato una scadenza ambiziosa, il 20 novembre, per la sua adozione. La legge entrerà in vigore il 1° gennaio, quando tutte le pensioni aumenteranno di quasi il 14%. Un altro aumento delle pensioni, risultato del ricalcolo che verrà effettuato in base alla nuova legge, avverrebbe il 1° settembre dellanno prossimo. Secondo il disegno di legge, il periodo contributivo minimo per beneficiare della pensione sarà di 15 anni, mentre per pensionarsi anticipatamente saranno necessari 35 anni di contributi pagati. Fino al 2035, letà pensionabile sarà la stessa per uomini e donne, di 65 anni. Tuttavia, le donne che hanno allevato figli potranno beneficiare della riduzione delletà pensionabile standard, a seconda del numero di figli. Gli incrementi contributivi non permanenti, come la retribuzione oraria, la tredicesima o i bonus, verranno calcolati al momento del pensionamento. I promotori della nuova legge sostengono che l’obiettivo era quello di eliminare le ingiustizie del sistema, che consentiva ai dipendenti con la stessa anzianità e le stesse funzioni di beneficiare di pensioni diverse. Il primo ministro Marcel Ciolacu ha assicurato che, a seguito del ricalcolo, nessuna pensione sarà inferiore all’importo pagato oggi.
Nuove misure fiscali e di bilancio, in vigore dal 1° novembre
Duramente criticate dal mondo imprenditoriale e contestate dall’opposizione, ma senza successo, davanti alla Corte Costituzionale, le misure del pacchetto fiscale e di bilancio su cui il governo di Bucarest ha posto la fiducia in Parlamento sono entrate in vigore il 1° novembre. Le piccole imprese pagheranno un’imposta dell’1% sul fatturato fino a 60.000 di euro all’anno e del 3% se i ricavi superano tale importo. Le grandi aziende con un fatturato superiore a 50 milioni di euro pagheranno unimposta minima dell1% sul fatturato e le banche unimposta aggiuntiva del 2% sul fatturato nel 2024 e nel 2025 per tornare a unimposta dell1% fra 3 anni. Anche le compagnie petrolifere e del gas con un fatturato superiore a 50 milioni di euro pagheranno un’imposta aggiuntiva dello 0,5%. L’esenzione fiscale nel settore dellIT viene mantenuta solo per i redditi inferiori a 10.000 lei, pari a 2.000 euro. I dipendenti delledilizia, dellagricoltura e dellindustria alimentare non saranno più esentati dal pagamento del contributo sanitario. Per evitare che i redditi dei dipendenti di questi settori, che contribuiscono fortemente al PIL, vengano colpiti, questa settimana l’esecutivo ha aumentato il salario minimo, nel loro caso. Beneficeranno della misura oltre 400.000 dipendenti del settore edile e 170.000 del settore agroalimentare. L’entrata in vigore del pacchetto fiscale e di bilancio non è sfuggita alle critiche degli imprenditori. Loro affermano che le nuove tasse ridurranno gli investimenti stranieri e avranno un effetto contrario a quello stimato in termini di riduzione del deficit, che potrebbe salire a 20 miliardi di euro. Secondo lambiente imprenditoriale, le misure avrebbero dovuto mirare principalmente a combattere l’evasione fiscale, migliorare la riscossione delle entrate e rendere più efficiente il lavoro dell’Agenzia delle Entrate, senza incidere sul mondo imprenditoriale tramite laumento della fiscalità.
Proteste sindacali
I dipendenti della Cassa Sanitaria Nazionale e delle sedi provinciali hanno avviato giovedì una protesta a tempo indeterminato. L’attività con il pubblico sarà bloccata e i dipendenti protesteranno negli uffici finché non riceveranno salari più alti. Lo ha annunciato il Blocco Sindacale Nazionale che li rappresenta, aggiungendo che, dal 2018, questi dipendenti non hanno beneficiato di alcun aumento salariale e che esistono risorse finanziarie per gli aumenti. La protesta dei dipendenti delle casse sanitarie colpisce il rimborso delle spese ai fornitori di servizi medici e la consegna di medicinali e materiale sanitario tramite i programmi sanitari nazionali ai pazienti con malattie croniche. Il ministro della Salute, Alexandru Rafila, ha trasmesso che l’interruzione della fornitura dei servizi medici non può essere accettata e spera che ci sia un dialogo tra la direzione della Cassa Sanitaria Nazionale e i dipendenti. Rafila ha inoltre affermato che, anche se la Cassa Sanitaria Nazionale dispone del budget più consistente in Romania, c’è un problema di contributi, dal momento che solo cinque milioni di cittadini contribuiscono al fondo assicurativo, mentre di servizi sanitari beneficiano 19 milioni.
Věra Jourová a Bucarest
I meccanismi dello Stato di diritto, la lotta alla disinformazione e la transizione digitale hanno dominato le discussioni che la vicepresidente della Commissione Europea, Věra Jourová, ha avuto a Bucarest con gli esponenti romeni. Lei ha dichiarato che la situazione della Romania in materia di giustizia è buona, ma ha aggiunto che sono necessarie altre regolamentazioni giuridiche affinché i cittadini abbiano accesso ad un sistema giudiziario ben preparato. Per quanto riguarda la digitalizzazione, Věra Jourová ha affermato che la Romania ha un potenziale speciale e ha ricordato che nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stanziati 5 miliardi di euro per la digitalizzazione delle imprese, la rete 5G, nonché l’istruzione e l’e-government. La Ministra della Giustizia, Alina Gorghiu, ha assicurato che Bucarest continuerà a modernizzare il sistema giudiziario, ad adottare una legislazione prevedibile e a intensificare l’attività della Direzione Anticorruzione e della Procura Antimafia, DIICOT, su questioni importanti come il traffico di droga e di esseri umani.