La settimana 30/03 – 04/04/2020
Pandemia di Covid-19 in Romania/ La dotazione degli ospedali è in corso/ Nuove regole per entrare sul territorio della Romania/ Cifre allarmanti dal Ministero del Lavoro
Roxana Vasile, 04.04.2020, 07:00
Pandemia di Covid-19 in Romania
Lunedì, superati i 2000 contagi, la Romania è entrata nella quarta tappa della gestione della crisi provocata dal Covid-19. Il numero dei contagi e dei decessi è in continuo aumento e le autorità prevedono che il picco sarà registrato verso la fine di aprile. Molti deplorano che la popolazione non sia stata sufficientemente testata: stando al Gruppo di Comunicazione Strategica di Bucarest, fino al 2 aprile, erano stati fatti, a livello nazionale, quasi 28.500 test. D’altra parte, gli ospedali romeni non sembrano sufficientemente dotati per far fronte a un afflusso consistente di malati. Il caso di Suceava (nord) è un esempio. Lunedì sera, sul numero totale dei contagi e dei decessi rapportati a livello nazionale, circa un terzo era di questa città. Inoltre, fra il personale medico contagiato in Romania, circa due terzi — intorno a 200 — erano dell’Ospedale Provinciale di Suceava. Perciò, all’inizio della settimana, le autorità hanno deciso di mettere in quarantena totale la città e otto località limitrofe. Successivamente, la direzione dell’ospedale è stata assunta da un ufficiale militare, dopo che il precedente manager ad interim aveva dato le dimissioni a causa dello stress, della carenza di personale, di prodotti e dispositivi sanitari. Il presidente Klaus Iohannis ha esortato il personale medico a tornare al lavoro: E’ necessario che sia testato urgentemente il personale medico che, ovviamente, potrà tornare all’ospedale man mano che guarisce. C’è bisogno di un altro dispositivo per effettuare test che sarà messo a disposizione quanto prima. Ci sono farmaci, ci sono materiali protettivi, ci sono anche le procedure necessarie. Mi rivolgo in particolar modo ai medici e al personale sanitario dell’Ospedale di Suceava: vi prego di tornare, di occuparvi dei malati e di osservare le procedure! Contiamo su di voi!” Il presidente Iohannis ha chiesto al Governo di trovare fondi affinché il personale sanitario che si occuperà della cura dei malati affetti da Covid-19 riceva un bonus consistente. A causa della pandemia di coronavirus, in Romania alcuni medici e infermiere hanno dato le dimissioni per paura di ammalarsi, ma anche in segno di protesta contro la carenza di equipaggiamenti di protezione. In alcune città sono state organizzare persino proteste per la stessa ragione.
La dotazione degli ospedali è in corso
Le autorità romene hanno preso una nuova serie di misure che riguardano coloro che sono in prima linea nella lotta contro il nuovo coronavirus: il personale medico specializzato, il personale sanitario medio, ausiliare, con studi universitari non può rifiutarsi di essere distaccato o delegato durante lo stato di emergenza, ma deve andare ovunque c’è bisogno, persino negli ospedali pubblici di altri distretti se c’è una carenza significativa di personale. Lo ha reso pubblico il capo del Dipartimento per le Situazioni di Emergenza, Raed Arafat, precisando che gli ospedali non possono più rifiutare di ricoverare i malati con la scusa della conferma o meno del loro contagio dal nuovo coronavirus. In queste condizioni, il personale medico è obbligato a proteggersi in tutti i casi. D’altra parte, un aereo C-17 Globemaster III della NATO ha portato a Bucarest, dalla Corea del Sud, un secondo trasporto di 100.000 di tute protettive. Dalla Turchia sono arrivate 100.000 mascherine di tipo FFP2 şi FFP3 con un aereo C-27 J Spartan delle Forze Aeree Romene. Nei pressi di Bucarest è stato dichiarato operativo un ospedale da campo di tipo ROL 2, allestito dall’Esercito Romeno. Mentre a Costanza (sud-est) è in corso di allestimento un Ospedale Modulare di Isolamento e Cura che sarà un’estensione del Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Militare della città in riva al Mar Nero. Non in ultimo, in Romania è iniziata la produzione delle prime mascherine e, a breve, ne saranno prodotti 15 milioni al mese.
Nuove regole per entrare sul territorio della Romania
In base ad una nuova ordinanza militare, la quinta, è stata prorogata in Romania la sospensione dei voli verso e da Spagna e Italia, i Paesi europei maggiormente colpiti dal nuovo coronavirus. Aggiornata, giovedì, anche la lista delle “zone rosse”, per le quali è necessaria la quarantena, il numero dei Paesi considerati “zone rosse” arrivando a 12: Austria, Belgio, Svizzera, Italia, Francia, Germania, Spagna, Iran, Gran Bretagna, Olanda, USA e Turchia. I cittadini in arrivo da questi Paesi saranno messi in quarantena per 14 giorni. In più, le persone che arrivano da un viaggio all’estero dovranno stare in isolamento domiciliare per 14 giorni. La decisione è entrata in vigore il 3 aprile, alle ore 00,00, ora romena. Dalla stessa data e ora, sono vigenti anche multe 20 volte più alte per chi trasgredisce i provvedimenti dello stato di emergenza. Per le persone fisiche, le multe arrivano a 20.000 lei (più di 4 mila euro), mentre per le compagnie — a 70.000 lei (pari a quasi 15 mila euro).
Cifre allarmanti dal Ministero del Lavoro
Secondo i dati resi pubblici dal ministero del Lavoro, il 2 aprile, il numero dei romeni rimasti senza lavoro, con contratti sciolti, ammontava a quasi 174.000, mentre 860.000 dipendenti erano in cassa integrazione. Le cifre registrano una crescita preoccupante. La maggior parte delle persone che hanno perso il posto di lavoro lavorava in settori come il commercio all’ingrosso e al dettaglio, autorimesse, alberghi, ristoranti e nell’edilizia. Perciò, il Governo di Bucarest e il Parlamento stanno cercando di individuare soluzioni a sostegno della popolazione colpita e dei settori economici in crisi.